Risposta a Pietro Ichino





Caro Ichino,
Marco Pannella reagirà, se lo riterrà opportuno, ma – per quanto mi concerne- desidero rispondere al Tuo “intervento” di lunedì scorso in modo franco e costruttivo.
Ritengo che Tu sopravvaluti in maniera affettuosa le mie responsabilità nelle vicende della Lega e non consideri in modo sufficiente il ruolo che altri hanno avuto nella deriva autodistruttiva da Te sottolineata.
Ti indico quattro fatti che da parte mia ritengo determinanti .
1. In primo luogo, sottolineo l'ambiguità progettuale rilevabile nello stesso documento promotore della Lega (estate 2010), che si è immediatamente riflessa nella paralizzante contrapposizione tra i pontieri istituzionali, che volevano concordare un meccanismo elettorale di compromesso con i redattori del Porcellum, e chi pensava ad una azione verso l’elettorato concentrata su uno strumento semplice sulla base dei modelli anglo-americani o del doppio turno francese.
2. In seconda istanza , nel corso del 2011, l'attenzione Tua e di molti altri esponenti parlamentari si è concentrata in modo esclusivo sulla speranza di una resurrezione del Mattarellum attraverso il referendum abrogativo e nell'ambito di una dialettica molto interna al maggior partito della sinistra sul tema delle future alleanze.
3. In terzo luogo, dopo la prevedibile sentenza di inammissibilità della Corte costituzionale sul referendum in questione ( che Ti ricordo è stata da alcuni di noi ben monitorata e prevista), i “riformatori”( tra cui Tu stesso) si sono concentrati su progetti come quello ispano – tedesco, che- nel caso specifico- svuota l'utilizzazione del collegio uninominale al punto di renderla dipendente dal raggiungimento di una soglia di rappresentanza nazionale di tipo partitocratico.
4. Infine, adesso che i cosiddetti “quattro saggi” si stanno orientando verso un sistema, che probabilmente prefigura uno scambio tra gli interessi non commendevoli dei maggiori partiti, Tu riscopri la bellezza del collegio uninominale sulla base della figura controversa di George Galloway , fondatore del Respect Party, la cui vicenda nel collegio di Bradford West (West Yorkshire,UK) suggerirei di esaminare con più attenzione per non farsi abbagliare dalle apparenze.

Se si analizzano con freddezza i passati diciotto mesi, bisogna, dunque, ammettere che la deriva- da Te imputata ad alcuni di noi- ha altri responsabili e – sopratutto- risulta frutto di una situazione di vera e propria emergenza per la stessa forma di Stato di democrazia pluralista, che in alcuni ordinamenti può prefigurare i pericoli di una crisi di tipo societario. A mio avviso , il problema non è ,quindi, solo lo strapotere degli apparati di partito, che magari non ci sono più, ma il fatto che la stessa democrazia rappresentativa risulti messa in mora da un processo politico oramai delegittimato sul piano nazionale e da un ceto politico nazionale colpito da sindrome autodistruttiva.
E' per questi motivi che ritengo che la battaglia della Lega debba essere rilanciata, ma che la stessa non possa limitarsi soltanto al tema del sistema elettorale in senso stretto. L'azione della Lega deve, infatti, concentrarsi sia sull'intero parco della legislazione elettorale di contorno( compresa la democrazia infrapartitica) che sul tema della prospettiva europea. In un simile quadro si sono inserite le due riunioni che abbiamo fatto a febbraio e a marzo e su questi argomenti dovremo discutere, nella prossima assemblea della Lega, con spirito costruttivo, superando ambiguità ,remore e retropensieri che aggravano la confusione già troppo presente nel sistema politico costituzionale.
Affettuosamente,
Fulco Lanchester


      Questa voce è stata pubblicata in: Parlalex, SCRITTI RECENTI il 08/08/2020 Contrassegna il Permalink.