Prin 2010/11: Parlamenti nazionali e Unione europea nella governance multilivello



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Ministero dell'Istruzione dell'Università e della Ricerca
Dipartimento per l'Università, l'Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica e per la Ricerca
Direzione Generale per il Coordinamento e lo Sviluppo della Ricerca

PROGRAMMI DI RICERCA SCIENTIFICA DI RILEVANTE INTERESSE NAZIONALE
RICHIESTA DI COFINANZIAMENTO

 (D.M. 2/ric del 12/01/2012)

 

Titolo del Progetto di Ricerca

 

Testo italiano

Parlamenti nazionali e Unione europea nella governance multilivello


Testo inglese

National parliaments and European Union in the multilevel governance

 

 

Area Scientifico-disciplinare

 

12: Scienze giuridiche 

70% 

 

14: Scienze politiche e sociali 

30% 

 

 

 

Parole chiave

Testo italiano

PARLAMENTI NAZIONALI 

UNIONE EUROPEA 

GOVERNANCE MULTILIVELLO 

 

Testo inglese

NATIONAL PARLIAMENTS 

EUROPEAN UNION 

MULTILEVEL GOVERNANCE 

 

 

Coordinatore Scientifico e Responsabili dell’Unità di Ricerca

 

LANCHESTER Fulco: Coordinatore Scientifico (Università Roma La Sapienza)

PAPA Anna (Università degli Studi di Napoli Parthenope)

 

BILANCIA Paola (Università degli Studi di Milano)

 

ZORZI GIUSTINIANI Antonio Giangiorgio (Università di Pisa) 

 

MANETTI Michela (Università degli Studi di Siena)

 

 

 
       
 

 

Abstract del Progetto di Ricerca

 

Testo italiano

La debolezza delle assemblee elettive costituisce uno dei punti ricorrenti nella polemica sulla complessiva struttura istituzionale dell’Unione europea. Dopo il fallimento del Trattato proposto dalla Convenzione europea le modifiche introdotte con il Trattato di Lisbona sono state viste come un passo capace di modificare la situazione nell’ambito del processo incrementale di formazione di uno spazio costituzionale comune sempre più coeso ed efficiente, capace di fornire senso compiuto alle disposizioni che certificano che il funzionamento dell’Unione si basa sulla democrazia rappresentativa e che i parlamenti nazionali contribuiscono attivamente al buon funzionamento dell’Unione. In particolare l’art. 8 C del Trattato stabilisce che i parlamenti nazionali vengano informati dalle istituzioni dell’Unione sull’attività legislativa; vigilino sul rispetto del principio di sussidiarietà secondo i protocolli per l’applicazione del principio di sussidiarietà e proporzionalità; partecipino sia all’attività di revisione dei Trattati sia ai meccanismi di valutazione delle politiche relative allo spazio di libertà, giustizia e sicurezza attuando forme di cooperazione interparlamentare tra parlamenti nazionali e con il parlamento europeo.
Al di là di ogni giudizio sulla rilevanza di simili disposizioni normative (a suo tempo suggerite dalla stessa rete dei parlamenti nazionali), rimane il problema di monitorare la loro effettiva efficacia sul campo in maniera da poterle opportunamente implementare.
In questa specifica prospettiva la ricerca ha come scopo precipuo acclarare, con un’indagine sul complesso dei 27 ordinamenti dell’Unione europea, il ruolo e le funzioni che i parlamenti nazionali effettivamente sviluppano – all’interno del contesto europeo partendo dalla constatazione che essi non esplicano soltanto funzioni di legittimazione, di indirizzo, di cooperazione e di controllo, ma anche di coordinamento tra differenti piani di un sistema a rete, di cui essi figurano come snodo.
A questo specifico fine si intende in particolare verificare in quale modo i parlamenti nazionali si inseriscano come elementi di coordinamento e di cooperazione sulla base delle modifiche precedentemente citate intervenute con il Trattato di Lisbona, raccogliendo in maniera sistematica la documentazione da questi prodotta al fine di arrivare ad un DATA-BASE, utile alla ricerca dei gruppi, ma anche socializzabile per la comunità scientifica.
Le cinque unità (Roma “La Sapienza”, Milano – Università Statale, Pisa, Napoli – Parthenope, Siena ) coinvolte nella ricerca si occuperanno, quindi, del ruolo effettivamente svolto dai singoli parlamenti per quanto riguarda:
1) il monitoraggio dell’attività legislativa dell’Unione e delle domande di adesione;
2) la partecipazione dei Parlamenti nazionali alle politiche relative allo spazio di libertà, sicurezza e giustizia (art. 61 C) e Europol e Eurojust (Art. 69 G e D) nonché di revisione dei Trattati (art. 48);
3) l’attività di vigilanza operata dai parlamenti nazionali sul rispetto del principio di sussidiarietà; 
4) l’attività di cooperazione a livello orizzontale tra parlamenti;
5 ) la partecipazione dei Parlamenti nazionali alla governance economica europea
6) il tema del coordinamento tra Parlamenti nazionali e autorità indipendenti, in vista della migliore efficienza dei settori affidati alla vigilanza di queste ultime (in particolare, i settori dell’energia e dei trasporti e i settori delle telecomunicazioni, dell’Antitrust, della governance finanziaria);
7) la funzione di coordinamento verticale dei singoli parlamenti tra piano europeo e piano subnazionale.

Il lavoro di ricerca, articolato in fasi (v. il punto 12 del progetto) e scandito da incontri di raccordo tra i vari gruppi, sarà integrato dalla somministrazione di un questionario per i componenti delle Commissioni parlamentari che si occupano di Affari europei e dei funzionari addetti alle stesse per verificare l’atteggiamento dei protagonisti in materia.

 

Testo inglese

The weakness of elective assemblies within the European Union is one of the main arguments in the controversy on the European institutional structure.
After the failure of the Treaty proposed by the European Convention the changes which have been introduced by the Lisbon Treaty have been regarded as a step forward for the strengthening and the achievement of a common constitutional space, coherent and efficient, able to pave the way for the provisions which certify that the fonctionment of the Union relies on representative democracy and that national Parliaments actively take part in it. In particular, art.8 C of the Treaty provides for national Parliaments to be informed by european institutions on legislative activity, to watch over the respect of the principle of subsidiarity, to participate at the review procedure of the Treaties and at the policy assessment regarding the space of freedom, security and justice, implementing interparliamentary cooperation among national Parliaments and between the national Parliaments and the European Parliament.
Besides any consideration on the relevance of such legal provisions (suggested at the time by the network of national Parliaments);monitoring their actual effectiveness, in order to implement them properly, still represents an unsolved question.
In this very perspective the main aim of this research is that of making clear the role and the functions actually developed by national Parliaments within the european context, through the investigation of the whole of the 27 legal systems. The achievement of this goal will be possible grounding the research on the fact that national Parliaments do not perform just legitimation, cooperation and control functions, but they also coordinate the different levels of a network in which they act as a junction. 
In particular, the research intends making clear the way in which national Parliaments become elements of coordination and cooperation on the grounds of the amendments mentioned above which were introduced by the Lisbon Treaty. This will require a systematic collection of the documents produced so far by national Parliaments, in order to set a database which will be used by the research units but also shared among the scientific community.
The four units involved in the reserach (Rome “La Sapienza”, Milan “Statale”, Pisa, Naples “Partenope”) will take on the issue of the role actually played by each Parliament as for:
1) the monitoring of the legislative activity of the Union and the adhesion procedure
2) the participation of national Parliaments to the policies related to the space of freedom, security and justice (art.61 C), Europol and Eurojust (Art.69 G e D) as well as the Treaties review (art. 48);
3) the control function performed by national Parliaments for the respect of the principle of subsidiarity;
4) the cooperation activity at the horizontal level among Parliaments;
5) the coordination between national Parliaments and Independent Agencies, in order to improve the efficiency of the fields controlled by said Agencies ( in particular, the energy and transportation fields, as well as the fields of telecommunications, antitrust, and financial governance).
6) the participation of national Parliaments to the Eu economic governance.
7) the function of vertical coordination of each Parliament between subnational and european level.
The research project will be structured in phases (see the part concerning the research timing) and marked by a series of coordination meetings among the groups participating. It will be integrated by handing out survey schedules to members and parliamentary staff appointed to the european affairs committees in order to test the attitude of those involved in first place in the subject of the research.

 

 

Obiettivi finali che il Progetto si propone di raggiungere

 

Testo italiano

Questo progetto si propone di verificare quale sia l’effettivo contributo dei parlamenti nazionali al funzionamento dell’Unione europea e quali possano essere le strade per rafforzare le funzioni di indirizzo, controllo, cooperazione e coordinamento esplicate dalle assemblee legislative nazionali nell’ambito delle rete dei rapporti che caratterizzano la governance europea.
Il Trattato di Lisbona, infatti, dedica l’intero Titolo II ai principi dell’ordinamento democratico e, soprattutto attraverso l’art. 10 TUE, formalizza in maniera solenne il principio della democrazia rappresentativa, rafforzando il Parlamento europeo e le assemblee legislative nazionali. Esse vengono difatti corredate di nuovi e più incisivi poteri di indirizzo e controllo nell’ambio dei processi decisionali dell’Unione europea. 
Le disposizioni contenute nel Trattato hanno però trovato finora diverse modalità di attuazione, e ciò sia a livello nazionale che per quanto concerne i rapporti istituzionali tra i principali organi dell’Unione, spesso basati su un novero di atti di natura regolamentare, o addirittura negoziale e soggetti a frequenti modifiche e aggiustamenti. 

I
Lo sviluppo della governance europea sta avvenendo comunque in maniera incrementale e si sta realizzando attraverso un novero di atti complesso e stratificato, più o meno formalizzati, che ne rende ardua la ricostruzione.
Il sistema politico difatti continua a sollecitare una governance europea, anche e soprattutto economica, fondata su nuovi strumenti. E’ così che i processi decisionali dell’Unione europea e le relazioni inter-istituzionali si stanno conformando ad un ampio novero di regole più o meno formali, la cui efficacia risulta ancora tutt’altro che univoca. Pertanto, uno dei principali obiettivi di questa ricerca consiste nella ricostruzione del sistema delle fonti che disciplinano i compiti e le funzioni delle assemblee rappresentative nell’UE, compresi quelle che una certa letteratura – giuridica e politologia – definisce come soft-law.

II
Per quanto concerne il contenuto dei nuovi strumenti di partecipazione delle assemblee legislative ai processi decisionali dell’Unione europea, la ricerca sarà condotta in chiave comparativa esaminando i diversi ordinamenti europei. Si verificherà se e in che misura siano state previste a livello nazionale ulteriori forme di coinvolgimento delle assemblee legislative nazionali e sub-nazionali, ovvero dei governi locali, ad esempio, quando si decide il ricorso alle c.d. clausole evolutive contenute nel Trattato (le procedure di revisione semplificata e le c.d. passerelle). In taluni casi si potrà rilevare l’introduzione di veri e propri nuovi diritti delle minoranze parlamentari, ed eventualmente verificare se si stiano consolidando forme inedite di raccordo tra i gruppi politici dei Parlamenti nazionali e del Parlamento europeo. Verrà inoltre valutato il diverso ruolo attribuito, o comunque assunto, dal Governo nazionale laddove questi debba farsi formalmente tramite delle istanze espresse nell’ambito delle assemblee. 
Occorrerà anche accertare se le istanze espresse dai livelli di governo sub-nazionali trovino adeguata considerazione nell’ambito dei Parlamenti nazionali, e, in particolare nell’ambito delle seconde camere rappresentative delle autonomie territoriali, ovvero se esistano circuiti e sedi di confronto alternative, che facciano capo ai Governi nazionali ovvero direttamente alle istituzioni europee.
Anche la cooperazione interparlamentare nell’Unione europea si è arricchita di nuovi strumenti giuridici e ha assunto uno spessore politico maggiore, ma molto dipende dalla capacità dei parlamenti nazionali di esercitare le proprie competenze in maniera tempestiva, dai criteri di composizione delle delegazioni nazionali e dall’attitudine a formalizzare una presa di posizione concertata su tematiche specifiche all’ordine del giorno del legislatore europeo.
Le singole unità di ricerca (Roma “La Sapienza”, Milano – Università Statale, Pisa, Siena, Napoli – Università Parthenope, ) affronteranno questi orizzonti problematici approfondendo ciascuna taluni aspetti più specifici nell’ambito del proprio tema di riferimento:
1) le forme di cooperazione e coordinamento verticale tra i Parlamenti nazionali, le assemblee legislative, l’esecutivo, gli enti di governo sub-nazionali, con particolare riguardo al rispetto del principio di sussidiarietà;
2) la partecipazione dei Parlamenti nazionali alle politiche relative allo spazio di libertà, sicurezza e giustizia, alla valutazione delle attività di Europol e Eurojust nonché alle procedure di revisione dei Trattati e di adesione di nuovi Stati;
3) le sedi e le procedure in cui si attuano forme di cooperazione interparlamentare tra le assemblee nazionali;
4) il ruolo dei Parlamenti nazionali nella governance economica europea;
5) i rapporti tra parlamenti nazionali e le regulatory agencies nel quadro dell’Unione europea. 

III
I risultati della ricerca verranno inseriti in un apposito DATA-BASE, accessibile on-line. Esso verrà via via aggiornato per offrire un quadro dettagliato degli strumenti per la partecipazione dei parlamenti nazionali alla formazione delle politiche dell’Unione europea nei 27 Stati membri, con particolare riguardo alle politiche relative allo spazio di libertà, sicurezza e giustizia, Europol ed Eurojust, alla vigilanza sul rispetto del principio di sussidiarietà, al ricorso alle c.d. clausole evolutive e all’attività di revisione dei Trattati, alla cooperazione interparlamentare e alle forme di coinvolgimento dei livelli subnazionali di governo nei processi decisionali dell’Unione europea.
L’aggiornamento del data-base sarà effettuato in collaborazione con il Master in Istituzioni parlamentari europee dell’Università di Roma “La Sapienza”, l’Ufficio studi della Camera dei deputati, e gli Uffici del Ministro per i rapporti con il parlamento. 
I risultati raggiunti verranno integrati e, al contempo, sottoposti a verifica attraverso la somministrazione di questionari e la raccolta di interviste con i parlamentari nazionali e i funzionari preposti ai servizi e alle Commissioni parlamentari nazionali competenti, agli Uffici dei governi e delle assemblee sub-nazionali, ai servizi che coadiuvano la Commissione e il Parlamento europeo, alle Segreterie organizzative degli organi di raccordo e di cooperazione interparlamentare. 
L’efficacia delle soluzioni accolte verrà dunque misurata sulla base di una rigorosa indagine di tipo empirico.

 

Testo inglese

The final outcome aimed by this research project is to make clear the way in which national Parliaments effectively contribute to the functioning of the European union, focusing on the possible avenues to trigger a fundamental reassertion of national parliamentary control, influence, cooperation and coordination within the European governance -network. 
According to the main aim of enhancing the democratic legitimacy of the Union in the Preamble, for the first time in the Treaties, the Lisbon Treaty included explicit provisions on democratic principles in its Title II. Article 10 of the Treaty on European Union (TEU) incorporates the most important democratic statements, which are complemented by a whole set of new provisions that increase the power of the most democratic institutions, by strengthening the role of the European Parliament and the national parliaments, and providing for citizen’s initiatives, with the purpose of increasing the democratic legitimacy of the EU. 
However, the new rules in the Treaties are subject to different interpretations, both at national and European level and the inter-institutional relationships are often regulated by 

I
However, being a dynamic political system, the EU faces a permanent process of institutional change and adaptation to external as well as internal challenges. The very system is structured by processes – an ongoing oscillation between para-constitutional treaty amendments and treaty implementation. Thus, new acts, which were adopted after the Lisbon treaty, acknowledge the role of the EU Parliament and the national (and sub-national) parliamentary assemblies as policy maker and further strengthens of the legitimacy of the European Union. 
Thus, EU decision making and inter-institutional relations are structured by a mass of formal and informal rules, whose role and functions within the institutional and legal system of the EU is still subject to very different understanding. One of the main purpose of this research consists of a deeper examination in the grey area of the EU norms which are shaping the EU institutional governance, included those which has been referred to, both in legal as well as political science literature, as soft law. 

II
The research will focus on a comparative analysis of instruments, procedures, and parliamentary praxis in order to examine the role of EU Parliament and national parliaments within the European framework: we should examine the normative framework set by the national States in order to implement the new provisions of the Treaties and every further avenues for legislative assemblies, at national and local level, and for local governments, to participate in the European policy process, for instance in order to influence, or to block the national government as it acts joint with other governments and decide to enact any Treaty revision by means of simplified procedures, and any changes to decision procedures by means of so-called passerelle clauses. To this regard, we should consider, for instance, special rights given to parliamentary minorities and the role played by the national government as it acts in the European union on behalf of parliamentary assemblies, or local governments. It is also likely that national and European parliamentary groups will act more and more coordinate to this extent.

We should also investigate the role played by sub-national entities and examine to this extent the role played by national parliaments, especially by the second chambers, and further proceedings or arenas, with the possibility of their concerns being raised in front of the national government and the EU institutions.
Furthermore, variations exist regarding the mechanisms for a prompt and harmonized reaction of the national parliaments as they act through inter-parliamentary cooperation proceedings and arenas in order to evaluate and influence European draft legislation and other political issues. The effectiveness of inter-parliamentary cooperation depends also by rules and criteria which determine the links between the national delegations and their assemblies, including those regarding the selection of the MP joining the delegations.
The five research units (Neaples – Università Parthenope, Milan – Università Statale, Pisa, Siena, Rome “La Sapienza”) will be charged with the task of investigating respectively: 
1) cooperation and vertical coordination of national Parliaments between the European and the sub-national level, particularly as the subsidiarity principle is concerned;
2) the participation of national Parliaments to the policies concerning the Space of Freedom, Security and Justice, to the evalutation of the activities of Europol and Eurojust, to the revision procedures and the access of new member States in the EU; 
3) the inter-parliamentary cooperation between national and European assemblies in the EU;
4) the role of the European and the national parliaments within the European economic governance;
5) the relationships between national parliaments and regulatory agencies within the European Framework

III 
The results will be collected and immediately put at disposal through an uploaded DATA-BASE. Datas will be continuously updated in order to offer a detailed outlook of the legal measures and the practices implemented in the 27 legal systems regarding the participation of national parliaments in the European decision making process, including their participation in the evaluation of the implementation of EU policy in the area of freedom, security and justice, their scrutiny over the compliance of draft legislation with the subsidiarity principle, their involvement in the ordinary and simplified revision procedures and in changing decision procedures, the participation of sub-national autonomies in the European decision making process, and inter-parliamentary cooperation. 
The DATA-BASE will be continuously up-dated, together with the Master in Istituzioni parlamentari europee of the University of Rome “La Sapienza”, Italian parliamentary services (Camera dei Deputati) and the Italian Ministry for parliamentary affairs.
The outcomes of this research will be also integrated and challenged through interviews held with parliamentary servants and questionnaire answered by selected parliamentarians and parliamentary servants from all European Countries, from the European Commission and the European parliament, from the Secretaries of inter-parliamentary cooperation bodies and groups in order to collect further information. Thus, the aim of this research project is to test and challenge existing assumptions about the quality and best practice of parliamentary participation through rigorous empirical analysis, and to drive forward the state of research by involving a wide a range of participants.

 

 

Stato dell'arte

 

Testo italiano

Il concetto di governance multilivello, utilizzato per spiegare l’orizzonte teorico in cui si colloca questa ricerca, è stato utilizzato soprattutto a partire dagli anni Novanta quale paradigma che dà conto di un processo decisionale che coinvolge in maniera differente tutti i diversi livelli di governo del territorio, anche sulla base di accordi e negoziati, e tiene conto dei possibili rapporti tra pubblico e privato.
Del resto, negli ultimi mesi il Parlamento europeo è intervenuto con forza nel dibattito sulla riforma della governance economica europea, anche nella prospettiva di una piena integrazione degli obiettivi Horizon 2020 nello scenario macroeconomico di lungo periodo. In questa prospettiva, uno dei principali propositi della ricerca consiste proprio nell’esaminare le possibili forme di partecipazione del Parlamento europeo – con strumenti e prerogative analoghe a quelle del Consiglio – nella nuova governance economica europea, a cominciare dalle decisioni circa l’utilizzo del meccanismo europeo di stabilità. 
Sebbene il c.d. deficit democratico nell’Unione europea sia stato uno dei problemi maggiormente dibattuti negli ultimi vent’anni e moltissimo sia stato scritto a tale riguardo sul ruolo dei parlamenti nazionali, la progressiva parlamentarizzazione del sistema istituzionale dell’Unione europea, avvenuta per tappe incrementali, schiude tutt’oggi un orizzonte problematico che non risulta ancora sufficientemente approfondito nei suoi vari aspetti. 
La debolezza delle assemblee legislative costituisce uno dei punti ricorrenti nella polemica sulla complessiva struttura istituzionale dell’Unione europea. 
Soprattutto a partire dal Trattato di Maastricht il c.d. deficit democratico dell’Unione europea è stato invocato come uno dei principali ostacoli ad un ulteriore approfondimento del processo di integrazione europea e si è imposto con forza tra i primi punti all’ordine del giorno nel processo di riforma avviato a Laeken nel mese di dicembre del 2001.
In questa prospettiva, nell’ambito della Convenzione europea si discusse approfonditamente anche di una limitazione della sfera d’azione dell’Unione europea, ma le proposte volte a trasferire nuovamente agli Stati talune politiche trovarono un consenso molto limitato, anche perché l’esperienza maturata ha corroborato l’esigenza di reagire con azioni collettive alle sfide dell’economia globalizzata, dell’immigrazione, dell’approvvigionamento energetico, della politica estera, conformemente agli obiettivi iscritti nel programma Horizon 2020.
La via seguita è stata dunque un’altra e il ruolo assegnato ai Parlamenti nazionali nell’architettura europea si è imposto come uno dei temi chiave del processo di riforma dell’Unione europea, oggi approdato alla ratifica e all’entrata in vigore del Trattato di Lisbona. 
Da più parti il Trattato di Lisbona viene infatti considerato come uno straordinario passo in avanti, all’insegna del rafforzamento della legittimazione democratica dell’Unione europea, anche e soprattutto attraverso la “parlamentarizzazione” dei processi decisionali.
Il Titolo II recante “Disposizioni relative ai principi democratici” contiene talune importanti affermazioni sulla cittadinanza dell’Unione e introduce una serie di istituti tesi a creare un collegamento sempre più stretto tra le istituzioni europee e i cittadini dell’Unione europea. 
Il nuovo articolo 11 TUE, in particolare, impegna le istituzioni a mantenere “un dialogo aperto, trasparente e regolare con le associazioni rappresentative e la società civile” ed introduce l’iniziativa popolare, con cui “i cittadini dell'Unione, in numero di almeno un milione, che abbiano la cittadinanza di un numero significativo di Stati membri” posso imporre un determinata proposta all’ordine del giorno dei lavori della Commissione” (si veda anche l’art. 24 TFUE). 
Soprattutto, come si accennava, il Trattato di Lisbona ha accolto le numerose istanze a favore di un rafforzamento del ruolo dei Parlamenti europei, in quanto presupposto per rafforzare la “democraticità” dell’Unione europea. Esso riprende al riguardo molte delle novità già introdotte nel fallito Trattato costituzionale europeo attraverso una serie di disposizioni che creano i presupposti per un maggiore coinvolgimento dei parlamenti nazionali nelle attività dell’Unione europea e ne rafforzano il ruolo nell’ambito della formazione del diritto europeo. 
Affinché i Parlamenti nazionali possano “contribuire attivamente al buon funzionamento dell’Unione europea” (art. 12 TUE) il Trattato stabilisce infatti che essi 
1) debbano essere anzitutto informati riguardo all’attività dell’Unione europea e siano posti in condizione di esaminare i progetti normativi in discussione, anche attraverso lo scambio diretto di documentazione e pareri con le istituzioni europee.
2) vigilano sul rispetto del principio di sussidiarietà secondo le procedure previste dal Protocollo sui principi di proporzionalità e sussidiarietà allegato al Trattato, e dunque contribuiscono al rispetto dei criteri di ripartizione delle competenze tra l’Unione e gli Stati membri, sia con una funzione meramente consultiva, sia esercitando un potere di veto sospensivo sui provvedimenti in esame nell’ambito del procedimento legislativo (c.d. cartellino giallo), sia attraverso il ricorso al sindacato della Corte di Giustizia, per il tramite dei governi nazionali;
3) partecipano ai meccanismi di valutazione circa l'attuazione delle politiche dell'Unione nell'ambito dello spazio di libertà, sicurezza e giustizia, conformemente all'articolo 70 TFUE, e sono associati al controllo politico di Europol e alla valutazione delle attività di Eurojust, secondo quanto previsto dagli articoli 88 e 85 TFUE
4) partecipano alle procedure di revisione dei Trattati secondo quanto previsto all’articolo 48 TUE;
5) vengono informati circa le domande di adesione all'Unione in conformità con l'articolo 49 TUE;
6) dialogano e collaborano con i parlamenti nazionali e con il Parlamento europeo attuando forme e procedure di cooperazione interparlamentare, conformemente al Protocollo sul ruolo dei parlamenti nazionali nell'Unione europea allegato al Trattato di Lisbona.
Tuttavia, una disamina del quadro normativo iscritto dei Trattati non basta a dar conto della progressiva parlamentarizzazione della governance europea, perché occorre considerare anche il ruolo svolto nel tempo da alcuni importanti strumenti di regolazione più informali. 
Difatti, alcune procedure di informazione erano già state attivate in maniera informale a partire dal 2006. All’epoca, infatti, la Commissione espresse la propria disponibilità a trasmettere direttamente ai Parlamenti nazionali le proposte normative in discussione, oltre ai documenti di consultazione, chiedendo loro di esprimere osservazioni e pareri (c.d. “procedura Barroso”), e il Consiglio europeo raccomandò alla Commissione di prendere in considerazione le osservazioni formulate dai parlamenti nazionali, non soltanto con riguardo al rispetto dei principi di sussidiarietà e di proporzionalità, ma anche nel merito dei provvedimenti in esame. In quello stesso anno, inoltre, il Parlamento europeo, assieme alla Presidenza del Parlamento nazionale che detiene la Presidenza di turno dell’Unione, ha iniziato a convocare regolarmente a Bruxelles ogni sei mesi dei “meeting interparlamentari” dedicati all’esame delle attività di Europol e di Eurojust e agli sviluppi dello spazio di libertà, sicurezza e giustizia nell’Unione europea.
Esiste un ampio novero di atti, adottati dopo l’entrata in vigore del Trattato di Lisbona, che valorizzano il ruolo del Parlamento europeo e delle assemblee nazionali (anche a livello regionale) nell’ambito dei processi decisionali europei in quanto fattori essenziali per la legittimazione del processo democratico nell’UE. I rapporti del Parlamento europeo e della Commissione, ad esempio, sono stati novati da ultimo nel mese di ottobre 2010, attraverso una nuova versione dell’accordo quadro inter-istituzionale già in vigore. Sebbene non si tratti di un atto giuridicamente vincolante, l’accordo formalizza una certa prassi istituzionale. Questo ad altri atti rientrano dunque in un ampio novero di regole, più o meno formalizzate, la cui definizione e portata applicativa risultano tutt’oggi assai controverse.
Questa ricerca nasce dunque dalla consapevolezza dell’enorme portata innovativa delle disposizioni in vigore dal 1 dicembre 2009.
Si tratta di innovazioni che ancora attendono di essere misurate e che soprattutto sono suscettibili di una diversa declinazione. Occorre infatti considerare anzitutto in che modo gli ordinamenti nazionali hanno precisato l’esercizio delle prerogative che il Trattato di Amsterdam attribuisce ai Parlamenti nazionali, e, in secondo luogo se e in che misura siano state previste ulteriori forme di coinvolgimento delle assemblee legislative nazionali e sub-nazionali, ovvero dei governi locali, ad esempio, quando si decide il ricorso alle c.d. clausole evolutive contenute nel Trattato (le procedure di revisione semplificata e le c.d. passerelle). 
A livello nazionale il Trattato di Lisbona ha significato un processo di riforma del quadro normativo in cui si iscrive il ruolo delle assemblee rappresentative, cui ha contribuito, in maniera talvolta sostanziale, anche la giurisprudenza (basti pensare al ruolo del Tribunale costituzionale federale tedesco), attenta ad impedire uno svuotamento del potere normativo costituzionalmente garantito alle assemblee rappresentative. La via tracciata dal Tribunale costituzionale tedesco attraverso la nota sentenza Lisbona e la più recente pronuncia sui prestiti alla Grecia consiste nell’assenso del Parlamento nazionale quale condizione necessaria per approvare una revisione dei Trattati in forma semplificata, ovvero per l’accesso al Fondo di garanzia. Procedure differenti, in ambiti parzialmente limitati, sia pure con lo stesso obiettivo, sono state accolte in altri Stati membri – tra cui soprattutto l’Austria, l’Estonia, la Francia, l’Irlanda, la Spagna e la Svezia.
A questo riguardo rileva la costruzione di veri e propri diritti delle minoranze parlamentari, ovvero il ruolo attribuito al Governo nazionale laddove questi debba farsi formalmente tramite delle istanze espresse nell’ambito delle assemblee, o dei governi locali, ovvero la capacità dei parlamenti nazionali di esercitare le proprie prerogative tempestivamente e in maniera concertata, e dunque, in sintesi, il ruolo della cooperazione interparlamentare, nelle sue varie forme e sedi. 
Occorre inoltre approfondire il ruolo di coordinamento che le assemblee legislative saranno in grado di assumere per dar voce alle istanze espresse a livello subnazionale, ed è necessario esaminare dettagliatamente le ulteriori forme di partecipazione dei governi e delle assemblee subnazionale alla formazione e all’attuazione delle politiche europee e valutarne l’efficacia.
Oggi appare dunque urgente procedere ad una valutazione delle innovazioni introdotte dal Trattato di Lisbona e delle nella prospettiva dell’interdisciplinarietà e della comparazione giuridica, tenendo conto, inoltre, dei riscontri che gli strumenti e le procedure approntate stanno incontrando nella prassi istituzionale. 
Peraltro, il ruolo del Parlamento europeo e dei Parlamenti sono destinati ad ulteriori cambiamenti, tenendo conto che il dibattito sulla riforma della governance economica europea chiama in causa a vario titolo il Parlamento europeo e le assemblee legislative nazionali, soprattutto nell’ambito delle procedure relative all’utilizzo del meccanismo europeo di stabilità finanziaria.


Testo inglese

The concept of multi-level governance came to life during the 90’s policy-making as explanatory pattern for EU decision-making, which is not a centralized process in Brussels but involves European, national, regional, and local levels. The leading idea is that decision-making does not depend on a hierarchical model. Thus, decisions are taken after negotiations between these levels. Furthermore, this paradigm take into account the in¬terdependence between governments and non-gov¬ernmental actors at different territorial levels. Thus, private actors and informal mecha¬nisms of governing are two unquestionable character¬istics of this model.
As recently stressed by the EU Parliament through ad hoc resolutions, the forthcoming reform of the European economic governance should take full account of Parliament's position, also in order to fully integrate the EU strategy Horizon 2020 into the long-term macroeconomic framework.
Another important aim of this research is to examine the possibly equally involvement of the Parliament and the Council – as the two arms of the budgetary authority – within the European economic governance (i.e. in any mobilisation of the European Financial Stability Mechanism). 
Although the literature on the democratic deficit spawned ceaselessly over the last two decades and national parliaments were recognised as a suitable institutional remedy for the scanty representative basis of the European Union, the incremental parliamentarization of the EU institutional system remains a still under researched puzzle in European integration theory. 
Thus, from the Maastricht Treaty onwards the s.c. democratic gap has been considered as one of the main obstacles for a further deepening of the European integration process. This was a key issue of the whole process leading up to the Lisbon Treaty, beginning with the Laeken Declaration in December 2001.
Within the European Convention it was even argued that the European sphere of action should be limited, but such purposes, aimed to bring some policies back to the national States, gained just a limited support, since the European States have agreed to meet the challenges of a global economy, of immigration, of energy supply, of foreign policy through collective and coordinated actions, according with the aims inscribed in the Program Horizon 2020.
Thus, the successful way was another one: the role of National Parliaments within the European framework should be regarded as a key theme of the whole EU reform process leading up to the Lisbon Treaty.
Thus, the Lisbon Treaty is considered as a greater step torwards, enhancing the democratic legitimacy of the European Union, also through a genuine “parliamentarization” of the decision making process.
The Treaty includes a new section of the TEU, Title II Provisions on Democratic Principles. This contains provisions for EU citizenship, and new provisions designed to improve the connection between the EU institutions and EU citizens at large. New Article 11 TEU creates a requirement in general terms for “an open, transparent and regular dialogue with representative associations and civil society”. It also provides for citizens’ initiatives, whereby a million citizens can put an issue on the Commission’s agenda (see also Article 24 TFEU). 
The Lisbon Treaty, above all, fills the need for an enhanced role for European parliaments as a precondition for a higher level of democracy in the European Union. For the first time, national parliaments are mentioned and assigned specific roles in the Treaty.
The Lisbon Treaty partially restates the failed Constitutional Treaty and contains provisions which are intended to encourage a greater involvement of national parliaments in the activities of the European Union and to enhance their ability to express views on draft legislative acts .
The Lisbon Treaty makes provision for national parliaments to “contribute to the good functioning of the Union” (art. 12 TEU) by:
1) being kept informed by the EU institutions and having draft legislative acts
forwarded to them;
2) watching over the implementation of the principle of subsidiarity according with the procedures provided for in the Protocol on the application of the principles of subsidiarity and
proportionality. Furthermore, national parliaments participate in guaranteeing that the European Union does not exceed its competences and that it acts only where its action will be more effective at the EU-level than at the national level. Every national parliament is given the right to submit a reasoned opinion stating why it considers that the draft in question does not comply with the principle of subsidiarity’. The so-called yellow card give member states' national parliaments the right to ask the Commission to withdraw a proposal on the grounds that it infringes subsidiarity. Furthermore, a juridical review of the draft proposal is also possible on behalf of national parliaments through their governments.
3) taking part in evaluating the implementation of EU policy in the area of freedom, security and justice in accordance with art. 70 TFEU and being involved in the political monitoring of Europol and the evaluation of Eurojust’s activities in accordance with artt. 88 and 85 TFEU
4) taking part in the procedures for any further revision of the Treaties in accordance with art. 48 TEU
5) being informed on the adhesions applications to the Union in accordance with art. 49 TEU
6) taking part to inter-parliamentary cooperation between national Parliaments and the European Parliament, as stated by the Protocol on the role of national Parliaments in the European Union annexed to the Lisbon Treaty.
However, the incremental parliamentarization of the European governance should be explained by taking into due consideration further regulative instruments, which allow a permanent process of institutional change and adaptation to external as well as internal challenges. The European Union appears as a system which is structured by processes – an ongoing oscillation between para-constitutional treaty amendments and treaty implementation. In fact, some of the above mentioned information proceedings have been already put into force informally since 2006.
Thus, as the Lisbon Treaty came into force the European Commission was already sending legislative proposals, together with consultation documents, directly to the national Parliaments as part of the s.c. Barroso initiative, and asking them to forward notes and comments. In 2006 the Council also asked the Commission to take into consideration such observations regarding the principle of subsidiarity and proportionality as well as general opinions in order to improve policy formulation. Furthermore, since 2006 the European Parliament organizes with the Presidency of the Parliament of the Member State holding the Presidency of the European Union, inter-parliamentary meetings which take place every six months in order to examine Europol and Eurojust activities and the development of EU policy in the Space of freedom, security and justice. 
New acts, which were adopted after the Lisbon treaty, acknowledge the role of the EU Parliament and the national (and sub-national) parliamentary assemblies as policy maker and further strengthens of the legitimacy of the European Union. For instance, in October 2010 a revised Framework Agreement on relations between the European Parliament and the Commission was adopted: thought not legally binding, it outlines a code of practice that governs relations between the two institutions. Thus, EU decision making and inter-institutional relations are structured by a mass of formal and informal rules, whose role and functions within the institutional and legal system of the EU is still subject to very different understanding.
Thus, this research focuses the important changes provided by the Lisbon Treaty, which came into force on the 1st December 2009.
Such changes need a further assessment: it is likely that the implementation of the Lisbon Treaty could give rise to different developments.
The legal framework set by the national States should be examined in order to implement the new provisions of the Treaties concerning national Parliaments and their participation, at national, subnational and local level at the European policy making process, for instance in order to influence, or to prevent national government from acting jointly with other governments and from deciding to enact any Treaty revision by means of simplified procedures, and any changes to decision making procedures by means of so-called passerelle clauses. 
New legislation has also been adopted to adapt their parliamentary scrutiny procedures to the Lisbon Treaty provisions, and to improve control of EU acts and control of government positions on EU issues. The process of ratifying the Lisbon Treaty provided an opportunity to negotiate and enact more powers for the national parliaments. Some of these powers were obtained with the cooperation of other national institutions or Constitutional Courts (such as the German Federal Constitutional Court), which have recognised the need to empower national parliaments vis-à-vis the EU institutions. Indeed,
the German Parliament required the Government to obtain its authorisation before it would agree to the use of the simplified treaty revision procedure laid down in article 48, 7 TEU. Other countries – included Austria, Estonia, France, Ireland, Spain, Sweden – also reframed their legislation to accommodate the new role assigned to national parliaments under the Lisbon Treaty.
To this regard, whether special rights are given to parliamentary minorities and which role is played by the national government as it acts in the European union on behalf of the parliamentary assemblies, or local governments represents another important profile. Furthermore, variations exist regarding the mechanisms for a prompt and harmonized reaction of the national parliaments as they act through inter-parliamentary cooperation.
It is also necessary to make clear whether national assemblies, especially second chambers, are really bound to coordinate the participation of local bodies in the European decision making process.
Those crucial issues will determine the governance of the European union and the relations between the legislative and the executive branches both at national and European level. The reform process has gone hand in hand with a deep scientific and intense interdisciplinary debate.
Scholars deals with the role of the national parliaments in the European union and aim to identify, above all, limits and preconditions for enhancing parliamentary scrutiny and influence function towards national governments, and the participation of local bodies to the European decision making process.
Finally, it should be pointed out that the role played by the European Parliament and national legislatures will be subject to changes in the next future, as parliamentary assemblies are likely to be deeply involved in the reform of the European economic governance, especially as the mobilization of the European Financial Stability Mechanism is concerned.

 

 

Articolazione del Progetto e tempi di realizzazione

Testo italiano

I. DESCRIZIONE ANALITICA DEL PROGETTO
I recenti traguardi del processo di integrazione europea stimolano una riflessione più approfondita sul ruolo dei Parlamenti nazionali nella governance complessiva dell’Unione europea. L’Unione europea va orientandosi sempre più nella direzione di un modello policentrico, fortemente complesso e strettamente interconnesso, caratterizzato dall’esigenza di rafforzare la cooperazione tra i livelli istituzionali che la integrano. L’Unione europea, gli Stati nazionali e gli enti sub statali sono chiamati a collaborare sempre più intensamente nei processi di elaborazione e attuazione delle politiche e delle normative europee e, in particolare nella fase attuale, nei processi di governance della finanza pubblica. Ciò pone un problema oggettivo di coordinamento tra i diversi livelli istituzionali che trova una parziale ma indispensabile forma di risoluzione sul versante parlamentare. 
Il Trattato di Lisbona ha valorizzato la dimensione parlamentare nell’architettura istituzionale e procedurale dell’Unione europea, dimostrando come questa continui a rappresentare una priorità indiscussa per la sua democratizzazione interna. Nel quadro normativo delineato dal Trattato si promuove la realizzazione di un sistema parlamentare “integrato”, che si fonda, da un lato, sul Parlamento europeo, a cui vengono conferite nuove competenze in qualità di organo di rappresentanza della cittadinanza europea, e, dall’altro, sui Parlamenti nazionali, a cui viene assegnato un ruolo più incisivo nel processo decisionale europeo, nella ferma convinzione che tali innovazioni contribuiscano a garantire una maggiore democraticità nel funzionamento complessivo dell’Unione. Il Trattato di Lisbona ha introdotto, così, una nuova visione del ruolo “europeo” dei Parlamenti nazionali, legittimandoli a interagire con le istituzioni europee e ad intervenire direttamente con propri poteri nei processi decisionali dell’Unione. L'art. 12 del Trattato (incluso nel titolo II dedicato alle “Disposizioni relative ai principi democratici”) prevede infatti che i Parlamenti nazionali -finora menzionati nei Protocolli- entrano a far parte a pieno titolo dello spazio pubblico europeo e divengono interlocutori diretti delle istituzioni europee, potendo acquisire un ruolo formalmente indipendente dai Governi degli Stati cui appartengono. Tale articolo ha introdotto una serie di meccanismi mediante i quali i Parlamenti possono implementare la loro azione nel contesto europeo: l’informazione a questi dovuta sugli atti delle istituzioni comunitarie e sulle domande di adesione degli Stati all’Unione europea (lett. a e); la vigilanza sul rispetto del principio di sussidiarietà secondo le procedure previste dal Protocollo sull’applicazione dei principi di sussidiarietà e di proporzionalità (lett. b); la partecipazione alla valutazione delle politiche europee in materia di spazio di libertà, sicurezza e giustizia, soprattutto in riferimento alle attività di Europol ed Eurojust (lett. c); la partecipazione alle procedure di revisione dei Trattati (lett. d); e, infine, la cooperazione interparlamentare tra Parlamenti nazionali e con il Parlamento europeo (lett. e). 
Queste sono le innovazioni più incisive sulle quali si sta già in parte ridefinendo e si giocherà in futuro il ruolo dei Parlamenti nazionali e il modo in cui contribuiranno al buon funzionamento dell'Unione. Va osservato inoltre che l'azione dei Parlamenti nazionali è destinata a subire dei cambiamenti significativi nel nuovo processo di ristrutturazione della governance economica dell'Unione. Nel contesto normativo e istituzionale del “post Lisbona” si sono registrate novità di portata dirompente dettate dall'esigenza di superare la crisi economica che ha colpito severamente l’Unione e l’Eurozona in particolare. L’Ue ha dovuto fare i conti con una situazione di emergenza finanziaria ed economica straordinaria che ha imposto l’utilizzo di nuovi strumenti e procedure, non contemplate dal Trattato di Lisbona, che hanno già dimostrato di avere un impatto rilevante sulle dinamiche riformiste e sugli assetti istituzionali e procedurali degli Stati membri. Nelle conclusioni del 24-25 marzo del 2011 il Consiglio europeo ha prefigurato una nuova governance economica europea, avviando un complesso processo di stabilizzazione economica e finanziaria tra i Paesi europei con ricadute incisive sulle rispettive politiche nazionali. 
Alcune di queste riforme sono destinate a promuovere un maggior coinvolgimento dei Parlamenti nazionali nel quadro dei nuovi meccanismi di gestione e controllo della finanza pubblica, anche se ancora incerti appaiono gli esiti di questa complessiva riorganizzazione in termini di valorizzazione della rappresentanza parlamentare.
Alla luce delle recenti evoluzioni si delineano più nitidamente i principali ambiti di azione dei Parlamenti nazionali nei prossimi anni sui quali si incentrerà la ricerca.
I Parlamenti nazionali sono chiamati, in primis, a giocare un ruolo più incisivo nel processo legislativo europeo e, segnatamente, nella fase del dialogo pre-legislativo con le istituzioni europee, e, soprattutto, attraverso il controllo preventivo sul rispetto del principio di sussidiarietà sulle proposte legislative europee. Le riforme introdotte con il Trattato di Lisbona hanno previsto un coinvolgimento diretto dei Parlamenti nazionali nel procedimento di formazione della normativa europea convertendoli nei principali custodi della sussidiarietà. Ciascun Parlamento nazionale ha la facoltà di esaminare le proposte legislative europee ed esprimere un parere motivato sulla loro conformità al principio di sussidiarietà entro otto settimane (c.d. early warning), operando sul versante interno un’azione di consultazione e raccordo con le Assemblee legislative degli enti substatali, in maniera da consentire loro di partecipare alla procedura di controllo attivata. Accanto a questa forma di verifica preventiva sul rispetto del principio di sussidiarietà, si aggiunge anche la previsione di un controllo ex post nella misura in cui i Parlamenti nazionali possono sollecitare i Governi a presentare ricorso dinanzi alla Corte di Giustizia avverso atti adottati in violazione del principio di sussidiarietà. Negli ultimi anni proprio sul piano del c.d. early warning si sono registrate innovazioni degne di rilievo specie in quegli Stati che hanno approvato riforme di diversa natura per stabilire procedure apposite finalizzate ad operare il controllo della sussidiarietà e a garantire in taluni casi il coinvolgimento delle assemblee legislative dei livelli infrastatali.
Un secondo ambito dove si sono registrati progressi significativi per i Parlamenti nazionali è lo spazio di libertà, sicurezza e giustizia. Su tale piano il Trattato di Lisbona ha confermato il ruolo dei Parlamenti di controllori della sussidiarietà attraverso la previsione di una loro competenza specifica sulle proposte legislative riguardanti la cooperazione giudiziaria in materia penale e la cooperazione di polizia. Ha previsto inoltre un coinvolgimento dei Parlamenti nazionali –unitamente al Parlamento europeo- nella valutazione relativa all’implementazione delle politiche europee in tale settore. Infine, ha stabilito una loro più intensa partecipazione -in collaborazione con il Parlamento europeo- alla valutazione delle attività di Eurojust e di Europol, organi incaricati, rispettivamente, di promuovere la cooperazione giudiziaria in materia penale e di rafforzare l’azione delle autorità di pubblica sicurezza per contrastare le forme di criminalità organizzata e il terrorismo. 
Un altro importante binario che si intende percorrere per esplorare la dimensione parlamentare nello spazio comune europeo è quello della cooperazione interparlamentare, che ha trovato in questi anni una declinazione sia in senso orizzontale che verticale, mediante l’attivazione di diverse forme di collaborazione fra i Parlamenti nazionali e fra questi e il Parlamento europeo. Il Trattato di Lisbona e i Protocolli allegati riconoscono e incoraggiano la cooperazione interparlamentare, affidando ai Parlamenti nazionali il compito di promuovere e organizzare una sua efficace realizzazione internamente all’Unione. In questa prospettiva sono state ampliate ulteriormente le competenze della Conferenza degli organi parlamentari specializzati per gli affari dell’Unione (COSAC), che si conferma come la principale sede incaricata di promuovere “lo scambio di informazioni e best practices tra i Parlamenti nazionali e il Parlamento europeo e tra le loro Commissioni specializzate”. 
Infine, un piano sul quale si attendono cambiamenti rilevanti è quello del contributo dei Parlamenti nazionali alla codefinizione delle politiche finanziarie nel quadro dei nuovi meccanismi di governance economica europea. In questo ambito sarà, ad esempio, interessante valutare il ruolo dei Parlamenti nazionali nel nuovo meccanismo europeo di stabilizzazione finanziaria e, altresì, nel processo di ratifica e attuazione delle prescrizioni contenute nel recente “Trattato sulla stabilità, il coordinamento e la governance nell’Unione economica e monetaria”, c.d. Fiscal Compact. Quest'ultimo impegna gli Stati ad assicurare la sostenibilità delle finanze pubbliche anche attraverso il recepimento nelle Costituzioni e/o nelle legislazioni nazionali delle regole del patto di stabilità e crescita. 
Le innovazioni complessivamente descritte delineano le principali direttrici lungo le quali si svilupperà l’azione dei Parlamenti nazionali nei prossimi anni e si giocherà per essi la possibilità di ricoprire un ruolo più incisivo, implementando la loro partecipazione nel decision making process dell’Unione. Il futuro ruolo dei Parlamenti nazionali dipenderà, in primis, dal modo in cui gli ordinamenti statali recepiranno gli stimoli provenienti dal nuovo quadro normativo e, in secondo luogo, dal modo in cui le Camere nazionali riusciranno concretamente ad imporsi nel contesto istituzionale europeo avvalendosi di strumenti operativi e implementando migliori prassi per adempiere ai nuovi compiti che sono stati loro assegnati. 
Sui filoni di ricerca individuati si incentrerà dunque il progetto di ricerca coordinato dal Professor Lanchester (Università di Roma La Sapienza), che si prefigge di operare un’indagine sul ruolo e le funzioni effettivamente svolte dai Parlamenti nazionali dei 27 Stati membri, al fine di verificare in che modo questi si inseriscono come elementi di coordinamento e di cooperazione nello spazio pubblico europeo. Il progetto si struttura in cinque unità di ricerca che si occuperanno rispettivamente: 1) della funzione di coordinamento verticale dei Parlamenti nazionali tra piano europeo e piano subnazionale (Università degli studi di Napoli “Parthenope”); 2) della partecipazione dei Parlamenti nazionali alle politiche relative spazio di Libertà, Sicurezza e Giustizia (Università degli studi di Milano); 3) della cooperazione interparlamentare nel contesto dell’Unione europea (Università di Roma “La Sapienza”) 4) del ruolo dei Parlamenti nazionali nell'ambito della nuova governance economica europea (Università degli studi Pisa); 5 ) dei rapporti tra Parlamenti nazionali e Autorità indipendenti nel quadro degli obiettivi iscritti nel programma quadro di ricerca e innovazione “Horizon 2020” (Università degli studi di Siena).

II. ARTICOLAZIONE DEL PROGETTO IN FASI E TEMPI DI REALIZZAZIONE
La ricerca si articolerà in tre fasi di durata annuale e in una serie di tappe scadenzate. 
La fase I sarà dedicata alla: 
• raccolta del materiale bibliografico e dei dati quantitativi e qualitativi relativi alle tematiche oggetto di indagine, avvalendosi dell’ausilio dei servizi parlamentari nazionali ed europei e del contributo prestato dai centri di eccellenza e dalle strutture universitarie con cui sono stati formalizzati rapporti di collaborazione dalle singole unità locali. Si procederà a costruire una fitta di rete di contatti con i servizi parlamentari, allo scopo di lavorare su una documentazione completa e aggiornata. Durante questa fase i ricercatori delle singole unità compiranno missioni all’estero per raccogliere materiale documentale, operare interviste e somministrare questionari ai membri delle Commissioni parlamentari specializzate negli affari europei e ai funzionari preposti ai relativi servizi, in maniera tale da recuperare informazioni indispensabili per lo svolgimento della ricerca. Ciò permetterà di entrare direttamente in contatto con le istituzioni parlamentari nazionali ed europee e di corredare la ricerca bibliografica con informazioni dettagliate sul loro funzionamento, che consentiranno di operare valutazioni sull’efficacia delle soluzioni seguite sulla base di una rigorosa indagine di tipo empirico.
La II fase sarà dedicata alla: 
• realizzazione di un DATA-BASE in cui verranno inseriti dati e informazioni relative agli strumenti normativi applicati nei 27 ordinamenti degli Stati membri e alle prassi parlamentari ivi implementate per dare attuazione alle disposizioni del Trattato di Lisbona e alle nuove previsioni in materia di governance economica. Il DATA-BASE sarà continuativamente aggiornato nel corso dell’indagine da un gruppo di ricercatori appartenenti a ciascuna unità operativa appositamente incaricati. Ai fini della costituzione e dell’aggiornamento di tale strumento operativo, si intende usufruire anche della collaborazione del Master in Istituzioni parlamentari europee per consulenti di Assemblea, dell’Ufficio studi della Camera dei deputati, e degli Uffici del Ministro per i rapporti con il parlamento e dei corrispondenti esteri degli stessi.
• produzione e pubblicazione dei risultati parziali e degli elaborati scientifici definitivi. In questa fase verranno innanzitutto prodotti con cadenza quadrimestrale e pubblicati on line, sul sito di informazione e documentazione giuridica coordinato dal Professor Lanchester (www.parlalex.it), report dedicati ad ambiti tematici trasversali elaborati alle singole unità, che costituiranno un importante strumento di verifica e socializzazione dei risultati parziali prodotti. I contributi scientifici parziali, comprensivi dei dati raccolti e debitamente sistematizzati, saranno poi pubblicati in un numero monografico della Rivista “Nomos. Le attualità nel diritto” (ISSN: 2279-7238), diretta dal Professore Lanchester.
La III fase sarà finalizzata alla:
• divulgazione progressiva dei risultati scientifici. Gli ultimi 12 mesi della ricerca saranno dedicati alla diffusione dei risultati definitivi. Si svolgeranno Convegni di settore organizzati dalle singole unità sui temi di rispettiva competenza, che saranno valorizzati della partecipazione dei partner stranieri con cui sono stati attivati rapporti di collaborazione. Al termine della ricerca si celebrerà un Convegno finale di rilevanza internazionale, organizzato e coordinato dal Professor Fulco Lanchester, in collaborazione con i coordinatori delle altre unità locali, che si svolgerà presso il Centro italo tedesco di Villa Vigoni (Menaggio, Como). Il Convegno, oltre ad avvalersi della partecipazione di docenti di chiara fama nazionale e internazionale specializzati nelle materie oggetto di indagine, si servirà del contributo di esperti e funzionari parlamentari con cui verranno instaurati e mantenuti contatti per l’intera durata del progetto. Ciò permetterà di coniugare la riflessione teorica su questi temi con una conoscenza approfondita delle prassi e delle soluzioni implementate dalle istituzioni parlamentari nazionali ed europee.

 

Testo inglese

I. PROJECT ANALYTICAL DESCRIPTION 
The recent goals achieved by the European integration process rouse an in-depth study on the role of national Parliaments in the overall governance of the European Union.
The European Union is addressing increasingly its efforts towards a heavily complex and closely connected polycentric model, characterised by the need to strengthen cooperation among the institutional levels which integrate it. European Union, national States and sub-national bodies are more and more called to cooperate in drafting and implementing European policies and provisions and, in this particular period, in public finance governance processes. This implies an objective problem of coordination among the different institutional levels, which may find an incomplete but necessary solution on the parliamentary side.
The Lisbon Treaty sets off the parliamentary dimension in the institutional and procedural architecture of the European Union, proving its undiscussed role in the internal democratisation of the Union. 
The new legal framework set by the Treaty fosters the making of an “integrated” parliamentary system, based on one hand on the European Parliament, on which new powers are conferred, on the other, on national parliaments assigned with a sharper role in the European decision-making process, in the belief that these innovations may contribute to guarantee a more effective level of democracy in the overall functioning of the Union.
In doing so the Lisbon Treaty fosters a new vision of the European role of national Parliaments, legitimating their interaction with the European institutions and their direct intervention in the decision-making process of the Union. With the new art.12 of the Treaty (included in title II dedicated to the “dispositions concerning democratic principles”) national Parliaments –until now mentioned in the attached Protocols-enter with full rights the European public space and become direct interlocutors of the European institutions, acquiring a formally independent role from the Government of the member State to which they belong. The art.12 sets a number of mechanisms that will allow national Parliaments to develop their action in the European context: acknowledgement on the acts of the european institutions and on the requests for the adhesion to the EU; the control on the respect of the subsidiarity principle on the basis of the procedure outlined by the Protocol on the implementation of the subsidiarity and proportionality principles, the participation to the assessment of the European policies concerning freedom, justice and security, especially regarding the activity of Europol and Eurojust, the participation to the Treaties’ revision procedure, and finally the interparliamentary cooperation between national Parliaments and the European Parliament.
Those changes represent a major issue for a new comprehension of the role of national parliaments and their contribution for the efficiency of the European union. Furthermore, parliamentary activities are subject to future adjustments according with a definition of a new model of Eu economical governance. In the “post Lisbon” normative and institutional framework many crucial changes have appeared necessary to overcame the financial crisis within the European Union, and the Eurozone especially.
The European Union had to deal with extraordinary challenges determined by the financial and economical emergency through new instruments and procedures – not expressly included in the Lisbon Treaty – with a strong impact on the reforming process and institutional framework at national level. 
The Conclusions of the European Council, approved on March, 24-25 2011, drafted a new model for the European economical governance, taking the first steps towards a financial stabilization process within European countries, with a strong impact on their national policies. Some of those reforms enable a greater involvement of the national parliaments through a stricter scrutiny on decisions concerning public finances, although it is still not clear whether parliamentary assemblies would win a stronger role within the EU governance.
In the light of this latest renewal of the legal framework of the Union it is possible to highlight at least the main fields in which the action of national Parliaments will be implemented in the years to come. Those fields will constitute the scope of the present research.
The National Parliaments will be called to play a more important role in the Eu law making process – specifically- in the pre-legislative dialogue with European institutions and, particularly, checking the enforcement of the subsidiarity principle on EU legislative proposals. The Lisbon Treaty dispositions introduce a direct participation of national Parliaments in the European law-making process, transforming them into the guardians of subsidiarity.
Each national Parliament has the right to examine European legislation proposals and to express advice on their conformity to the principle of subsidiarity within eight weeks (c.d. early warnings), realizing an internal advisory action with the representative Assemblies of sub-national level with legislative powers, in order to allow their participation to the activated control procedure.
Beyond this procedure of preventive control on the respect of the subsidiarity principle, should be acknowledged also the provision of a control ex post to the extent that national Parliaments can press governments to appeal the Court of Justice against those acts passed in breach of the principle of subsidiarity. In the recent years, many changes have occurred on the side of c.d. early warnings, especially in those States which have adopted reforms in order to establish appropriate procedures to implement their role within the subsidiarity check on EU legislative proposals and to ensure, sometimes, the involvement of Assemblies of sub-national level with legislative powers. 
Significant progress has been made for National Parliaments on the side of the Space of Freedom, Security and Justice. In this area the role of national Parliaments as watchdogs of the subsidiarity principle is confirmed by the provision of their specific competence on the legislative proposals concerning judiciary cooperation on criminal law matters and the cooperation of the police. Parliamentary participation is fostered in the evaluation of the implementation of the Union’s policies in this area, providing for the national Parliaments –together with the European Parliament- to be informed on the contents and results of this evaluation. Finally, a more effective participation of parliaments is provided -in cooperation with the European Parliament-in the evaluation of the activities of Eurojust and Europol, bodies in charge of the promotion of judiciary cooperation on criminal law matters and of the strengthening of the action of public security authorities in opposing criminal organisations and terrorism.
Another important area we intend to explore, for the enhancement of the parliamentary dimension in the common European space, is that of interparliamentary cooperation which has recently been articulated both horizontally and vertically, through the activation of different ways of collaboration among national Parliaments and between these and the European Parliament. The Lisbon Treaty and the attached Protocols recognize and encourage interparliamentary cooperation, entrusting the national Parliaments with the task of promoting and organising its efficient achievement within the European Union. In this perspective the competences of the Conference of Community and European Affairs Committees of Parliaments of the European Union (COSAC) are furtherly enhanced. The COSAC is so confirmed as the main see charged with the promotion of “information and best practice exchange between national Parliaments and the European Parliament and among their specialized committees”.
Finally, important changes are waiting on the side of parliamentary participation to the co-definition of financial policies within the new mechanisms of European economical governance. In this field, it will be interesting, for example, to evaluate the role of national parliaments in the new European stability mechanism (Esm) and in the process of ratifying and implementing the new “Treaty on stability, coordination and governance in the Economic and Monetary Union” (c.d. Fiscal Compact) at national level. This Treaty obliges the member states to reach a balance in the public finances, asking them to formalize such obligations at constitutional (preferably) and/or legislative level. 
The new set of rules described above outlines the main guidelines along which the action of national Parliaments will develop in the future and where will show their chance to play a more effective role, implementing their participation in the European Union decision-making process. The future role of national Parliaments will depend, in first place, on the way in which national legal systems will acknowledge the challenges of the new set of rules. In second place, the role of national Parliaments will depend on the way in which national Chambers will be able to stand out in the european institutional context by using effective means and implementing best practices for achieving their goals.
The research fields which have been so far described represent the main guidelines of the research project led by Professor Fulco Lanchester (University of Rome “La Sapienza”). This research aims to investigate the role and the functions of the 27 member States national Parliaments, in order to verify in which way these can be considered elements of coordination and cooperation in the European public space. The project will be structured among five research units which will be charged with the task of investigating respectively: 1) the coordination function of national parliaments between the European and the sub-national level (University of Naples “Partenope”); 2) the participation of national Parliaments to the policies concerning the Space of Freedom, Security and Justice (University of Milan); 3) the inter-parliamentary cooperation in the context of the European Union (University of Rome “La Sapienza”); 4) the role of national Parliaments in the new EU economic governance (University of Pisa); 5) the relationship between national Parliaments and Regulatory Agencies within the objectives inscribed in the framework programme for research and innovation “Horizon 2020”

II. PROJECT DEVELOPMENT AND SCHEDULE 
The research will be structured in three phases lasting one year and in several other fixed stages.
The phase I will be dedicated to the: 
• gathering of bibliographic material and of the quantitative and qualitative data concerning the subject of the research, with the aid of national and European parliamentary services and with the collaboration of the centres of excellence and the universities which have signed formal research partnership agreement with the local units. The next step will see the creation of a thick network of contacts with the parliamentary services, in order to work on a complete and up to date set of documents. During this phase, researchers of the single units will travel abroad in order to gather important material, interview and display schedules to the members of parliamentary committees specialized in European affairs and to the parliamentary staff, in order to gather useful data otherwise impossible to access and absolutely necessary for the present research. This will favour a direct contact with national and European parliamentary institutions and to complete the bibliographic research with datailed data concerning their functioning, which will lead to an assessment of the efficacy of solutions on the basis of a rigorous empirical analysis. 
The phase II will be mainly dedicated to the: 
• Achievement of a DATA-BASE containing all the information concerning the legal measures implemented in the 27 legal systems considered and the parliamentary practices implemented in order to bring into force the provisions of the Lisbon Treaty and the new rules of economical governance. These data will be kept continuously up to date during the progress of the research by a narrow number of researchers from each effective unit. On that purpose the collaboration of the Master in European parliamentary institutions, of the study service of the Chamber of Deputies and final of the offices of the Minister for the relations with Parliament (Italy) and their European colleagues.
• production and publication of the partial results obtained and of the definitive scientific works. During this phase will be produced, every four months, reports on specific profiles of the research brought forward by each local unit will be published online, on the website of legal information and documentation coordinated by Professor Fulco Lanchester (www.parlalex.it). These reports will represent a fundamental tool in order to verify and share the partial outputs of the research. The partial scientific works, together with the collected and arranged data, will be published in a monographic number of the Review on line “Nomos Le attualità nel diritto”, (ISSN: 2279-7238), directed by Professor Fulco Lanchester.
The phase III will be reserved to the: 
• Progressive spreading of the scientific results. The last months will be dedicated to publishing the scientific productions of each unit and the sharing of the final results. Conferences will be organized by the units according the subject of their research and with the collaboration of the foreign research groups involved in each local project. The research project will be closed by a general international conference organized and managed by Professor Fulco Lanchester, in partnership with the coordinators of the local units, which will be held at the Villa Vigoni Association (Menaggio, Como). The Conference will gather scholars of national and international fame specialized in the subjects related to this research project. At the final event will participate also members of the parliamentary service with whom the units will have been in contact for the entire duration of the project. This will combine the scholars’ theoretical considerations with the deep knowledge of the parliamentary staff on the practices and solutions implemented by national and European institutions.

 

 

Ruolo di ciascuna unità operativa in funzione degli obiettivi previsti e relative modalità di integrazione e collaborazione

 

Testo italiano

Le unità di ricerca locali svilupperanno le tematiche individuate nei rispettivi progetti (modello B), in maniera da ricostruire la posizione complessiva dei Parlamenti nazionali alla luce delle recenti innovazioni normative previste nel quadro dell'Unione europea. La ricerca prenderà in considerazione i Parlamenti dei 27 Stati membri dell’Unione europea, operando una preliminare e completa ricognizione del ruolo e delle attribuzioni di questi ultimi e focalizzerà l’attenzione sullo studio dei modelli dominanti attraverso l’analisi di specifici case-studies nazionali. 

I. RUOLO E OBIETTIVI DI CIASCUNA UNITA' DI RICERCA 

1) In particolare, l’unità di ricerca coordinata dalla Professoressa Anna Papa (Università degli studi di Napoli “Parthenope), si focalizzerà sul ruolo di coordinamento verticale dei Parlamenti nazionali – tra livello europeo e subnazionale- nel processo di controllo del principio di sussidiarietà, c.d. early warning. Nello specifico gli aspetti sui quali l’unità di ricerca concentrerà la sua attenzione saranno: i meccanismi di cooperazione e coordinamento attivati dai singoli ordinamenti statali per garantire il raccordo tra Parlamenti nazionali e Assemblee legislative regionali nella procedura di controllo del principio di sussidiarietà; il ruolo delle Assemblee legislative regionali negli organismi che operano a livello sovranazionale, come ad esempio la CALRE (Conference of European Regional Legislative Assemblies), attraverso le quali le Regioni cercano di partecipare direttamente al dialogo politico europeo; le forme di contatto tra Parlamenti nazionali e Comitato delle Regioni al fine di verificare se dalla attivazione di eventuali contatti tra loro possa migliorare il controllo sulla sussidiarietà o se, al contrario, la triangolazione Parlamenti nazionali – Assemblee regionali – Comitato delle Regioni risulti lesiva delle competenze regionali in materia; le diverse procedure adottate dagli Stati membri in materia di partecipazione degli enti locali e regionali alla fase ascendente del diritto dell’Unione Europea; e infine, la persistente (o meno) necessità di configurare una delle Camere dei parlamenti nazionali come luogo di rappresentanza delle istanze regionali. Seguendo questi filoni di ricerca e una prospettiva di indagine comparata, l’unità locale andrà a verificare se e attraverso quali strumenti i Parlamenti nazionali -e in particolare il Parlamento italiano- sono riusciti a rafforzare (o si apprestano a farlo) il proprio ruolo di coordinamento e intermediazione istituzionale tra il livello europeo e subnazionale, al fine di divenire, coerentemente con le previsioni del Trattato di Lisbona, co-protagonisti a pieno titolo nella fase di formazione e attuazione del diritto comunitario.

2) L’unità di ricerca coordinata dalla Professoressa Paola Bilancia (Università degli studi di Milano) concentrerà la sua attenzione sul ruolo del Parlamento Europeo e dei Parlamenti nazionali in due specifici settori di rilevante interesse: quello rappresentato dallo spazio di libertà, sicurezza e giustizia e quello costituito dall'accesso/recesso all'Unione europea. Nell'ambito del primo filone di indagine, una attenzione particolare sarà riservata agli interventi e alle politiche europee finora adottate nel settore della libertà, sicurezza e giustizia, al coinvolgimento dei Parlamenti nazionali nell’attività di controllo e vigilanza sul rispetto del principio di sussidiarietà, e infine, al ruolo del Parlamento europeo e dei Parlamenti nazionali in materia di vigilanza e di controllo dell’attività di Eurojust e di Europol. In relazione al secondo filone di ricerca individuato, dopo una previa ricostruzione teorica degli istituti dell'accesso/recesso tanto sul piano del diritto costituzionale quanto su quello del diritto internazionale, saranno analizzate le procedure parzialmente novellate dal Trattato di Lisbona, unitamente ai procedimenti di adesione attualmente in corso, in maniera da corroborare l'analisi teorica anche con una valutazione di tipo empirico. Sulla basi di tali premesse, l’unità di ricerca locale concluderà la propria indagine cercando di evidenziare le criticità derivanti dalle nuove disposizioni europee negli specifici settori presi in esame, sia per quanto attiene alla loro applicazione a livello europeo, sia per quanto riguarda la loro necessaria attuazione a livello nazionale. 

3) L’unità di ricerca coordinata dal Professor Fulco Lanchester (Università di Roma “La Sapienza”), si incentrerà sul ruolo della cooperazione interparlamentare nell’Unione europea, analizzando le diverse sedi, forme e procedure istituzionalizzate e sperimentate nella prassi dell’ultimo ventennio per rafforzare la dimensione parlamentare nel decision making process europeo. Lo scopo di questa unità sarà quello di indagare le linee evolutive e le prospettive di riforma della cooperazione interparlamentare, anche alla luce degli stimoli provenienti dal nuovo quadro normativo risultante dal Trattato di Lisbona, che ne promuove un’efficace e regolare attuazione assegnando i compiti organizzativi ai Parlamenti nazionali in collaborazione con il Parlamento europeo. In questo quadro l’unità di ricerca intende dunque verificare limiti e virtualità delle sedi e dei meccanismi cooperativi attualmente vigenti, con particolare riferimento al ruolo assunto e potenzialmente ascrivibile alla Conferenza degli organi specializzati negli Affari Comunitari (COSAC), nella prospettiva di un ulteriore rafforzamento della parlamentarizzazione e della democratizzazione dell’Unione europea. 

4) Il gruppo di ricercatori coordinato dal Professor Antonio Zorzi Giustiniani (Università degli studi di Pisa) si incentrerà sul ruolo dei Parlamenti nazionali nel recente processo di stabilizzazione economica e finanziaria avviato nel quadro dell'Unione europea. L’unità di ricerca approfondirà vari aspetti tematici legati: 1) alla disciplina di bilancio, alle politiche fiscali e redistributive e al principio di sussidiarietà nei rapporti tra i livelli nazionali e comunitario; 2) ai rapporti tra Parlamenti-Governi nella governance multilivello della finanza pubblica; 3) al Patto di stabilità, alle decisioni di bilancio, ai negoziati intergovernativi e alla partecipazione democratica; 4) al ruolo dei Parlamenti nazionali nella ratifica del c.d. Fiscal Compact finalizzato ad introdurre un più organico e coordinato impegno degli Stati membri al rispetto dei parametri di stabilità e convergenza; 5) alla centralità dei Parlamenti nazionali e del Parlamento europeo nella definizione delle modalità di ammortamento del debito pubblico. Particolare attenzione verrà riservata al modo con cui gli Stati membri dell'Unione e i loro Parlamenti nazionali riusciranno a dare attuazione al c.d. Fiscal Compact attraverso l'adozione di misure “preferibilmente” di rango costituzionale rivolte a garantire il pareggio del bilancio e a osservare i parametri ivi fissati per mantenere l'equilibrio della finanza pubblica. Sul piano metodologico, l’unità di ricerca si prefigge di analizzare questi ambiti tematici attraverso lo studio di alcuni case-studies nazionali (Italia, Spagna, Francia, Germania e Regno Unito), valutando soprattutto l'andamento e il rendimento delle riforme e degli strumenti adottati in tali ordinamenti per garantire il rispetto e l'osservanza dei recenti vincoli economico-finanziari posti nel quadro dell’UE.

5) Infine, l'unità di ricerca coordinata dalla Professoressa Michela Manetti (Università degli studi di Siena) si concentrerà sul tema più specifico dei rapporti tra i Parlamenti nazionali e le Autorità Indipendenti, con particolare riferimento ai settori, di importanza strategica tanto a livello nazionale che europeo, dei trasporti, energia, telecomunicazioni, e governance finanziaria. La ricerca prenderà in considerazione i nodi ancora irrisolti di tale rapporto, riguardanti, in particolare, le modalità di istituzione delle Autorità; i criteri per la nomina e la revoca dei loro componenti; l’ampiezza dei poteri normativi attribuiti a tali organi e le forme del controllo parlamentare sull’attività da loro svolta. La ricerca si proporrà, soprattutto, di analizzare le soluzioni normative seguite da diversi Paesi europei (principalmente Italia, Francia, Gran Bretagna, Spagna, Germania) e di verificare se, e in che modo, esse siano in armonia con il diritto europeo. L'indagine compiuta servirà a verificare se, e in che modo, la ridefinizione dei rapporti tra Parlamenti nazionali e Autorità indipendenti nella cornice europea possa costituire un canale efficiente per promuovere una maggiore coesione e solidarietà a livello economico e sociale, in connessione con gli obiettivi inscritti nella parte III del programma Horizon 2020 “Sfide per la società” che incentivano la formazione di «società europee inclusive, innovative e sicure in un contesto di trasformazioni senza precedenti e crescenti interdipendenze mondiali» 

II. MODALITA' DI RACCORDO E COORDINAMENTO TRA LE SINGOLE UNITA' 

Le singole unità collaboreranno per l’intera durata del progetto attraverso uno scambio continuativo di informazioni sullo stato di avanzamento dei lavori e la socializzazione della documentazione raccolta e dei risultati prodotti in ogni singola fase. 

Coordinamento generale e settoriale nelle tre fasi

Durante l'intero triennio si svolgeranno riunioni con cadenza semestrale tra il coordinatore generale e i coordinatori delle singole unità locali, che serviranno a definire le linee programmatiche e la tempistica per la realizzazione delle tappe successive. A queste si affiancheranno riunioni dei gruppi di ricerca che si svolgeranno anche con l’ausilio di videoconferenze per tenersi informati sull'andamento dei lavori e per raccordarsi sulle modalità di impostazione e perfezionamento del DATA-BASE.
Al termine della I e della II fase verranno organizzate due riunioni plenarie di coordinamento generale presso l’Università di Roma “La Sapienza”, in cui le singole unità di ricerca relazioneranno sullo stato di avanzamento dei lavori e socializzeranno le informazioni raccolte e i risultati prodotti. Questo confronto servirà ad operare un riscontro generale sui compiti e gli obiettivi conseguiti da ciascuna unità, al fine di operare un ulteriore coordinamento in vista dell’elaborazione dei contributi scientifici definitivi. 
Nella II fase, ai fini di un costante aggiornamento sullo stato di avanzamento dei lavori, si intensificheranno i contatti tra le singole unità, che raccorderanno la loro azione prevalentemente attraverso lo svolgimento di incontri, videoconferenze, e lo scambio della documentazione raccolta e prodotta. I ricercatori appartenenti alle singole unità locali, incaricati di monitorare la situazione normativa dei 27 Stati membri, organizzeranno incontri periodici per curare l’aggiornamento del DATA-BASE. Si svolgeranno delle videoconferenze con cadenza quadrimestrale che costituiranno momenti indispensabili di raccordo tra le varie unità. Verranno elaborati con cadenza quadrimestrale e pubblicati on line dei rapporti dedicati alle principali tematiche sviluppate dalle singole unità, che costituiranno un importante strumento di verifica e di socializzazione dei risultati parziali prodotti. 
Infine, nella III e ultima fase le singole unità si impegneranno più intensamente nella programmazione e organizzazione dei Convegni settoriali e del Convegno finale, che sarà coordinato dal Professor Lanchester e si svolgerà al termine del triennio presso il Centro italo-tedesco di Villa Vigoni.

 

Testo inglese

The research local units will investigate the themes specified in the several projects (B model) so as to reconstruct on the whole the position of national Parliaments in the European context in the light of the more recent normative changes. The research will take into account the Parliaments of the 27 members-States of European Union by a preliminary and full recognition of the functions and attributions of these, and will focalize the attention on the study of dominant models through analysis of specific national case-studies. 

I. ROLE AND OBJECTIVES OF EACH RESEARCH UNIT 

1) In particular, the research unity coordinated by Professor Anna Papa (University of Naples “Parthenope”), will investigate the function of vertical co-ordination of the national Parliaments between the European and the subnational levels, paying special attention to the evolution of parliamentary representation in connection with the application of the principle of subsidiarity. On the specific plane the research unity will concentrate on: the cooperative mechanisms between national parliaments and regional assemblies within the subsidiarity check on EU legislative projects; the role of regional legislative assemblies in some governance bodies of the European cooperation, such as the Conference of European Regional Legislative Assemblies (CALRE), by means of which the Regions try to take part directly to the European political dialogue; the possibility to activate a direct connection between National Parliaments and the Committee of the Regions and to investigate if such a connection can improve the check on subsidiarity or if it could reduce the regional competences on the matter; the various procedures adopted by the member states on the subject of participation of local and regional entities in the up-going direction of European law; the persistent (or deficient) need to shape one of the Chambers of national Parliament as a ground for representation of regional instances. 
Following these directions of research in a prospect of comparative inquiry, the local unity will verify the ways by which the national Parliaments – and particularly the Italian Parliament – are beginning to enforce their function of institutional coordination and intermediation between the European and subnational levels, in accordance to the Lisbon treaty rules, in order to play an important role of co-protagonist in the making and implementation of EU law. 
2) The research unit coordinated by Professor Paola Bilancia (University of Milan) will concentrate on the role of the European Parliament and of the national Parliaments in two specific and relevant subjects: the area of Freedom, Security and Justice and the procedures of access to and withdrawal from the European Union. With regard the first field, a special attention will be devoted to: the actions and European policies adopted in the area of freedom, security and justice; the involvement of national parliaments in controlling and monitoring the compliance with the principle of subsidiarity, and, finally, the role of the European Parliament and national Parliaments in the supervision and control of Eurojust and Europol. With respect to the second field of the research, the unit will develop from a theoretical reconstruction – both in terms of constitutional law (and, in particular, “multilevel”) and of international law – of the right to access or withdraw of the Member States, and after will analyse the procedures such as provided in the Treaties. Regarding access, the study will take into account the specific procedures currently in force, so as to complement the theoretical reconstruction of the institute, including an empirical evaluation of the effectiveness of the new discipline. The last phase of the research will be dedicated to the critical issues arising from the new European rules in specific areas examined, both as regards to their application at the European level, both in terms of their implementation at national level.

3) The research unity coordinated by Professor Fulco Lanchester (University of Rome “La Sapienza”) will be focused on the function of inter-parliamentary cooperation in the European Union, analysing the different forms and institutionalized or experimented procedures in the practice of last twenty years to enforce the parliamentary dimension of the European decision making. The aim of this unity will be to investigate the evolutionary perspectives and chances of reform in the inter-parliamentary cooperation also in the light of the urge from the new ruling patterns shaped by the Lisbon Treaty, which increase an efficient and regular fulfillment by allotting the organization tasks to national Parliaments in collaboration with the European Parliament. In this context the research unity aims to verify limits and chances of the cooperation centers and mechanisms at present in force, with particular reference to the function taken upon itself, or potentially to be assumed, by the Conference of the specialized on European affairs (COSAC), in view of further strengthening of parliamentarization and democratization of European Union. 
4) The group of researchers coordinated by Professor Antonio Zorzi Giustiniani (University of Pisa) will be focused on the theme of the role of national parliaments in the Eu financial and economic stabilization process. The research unit will analyse several themes: 1) budgetary procedures regulation, fiscal policies, and subsidiarity between european and national levels 2) relationship between Parliaments and Government in the european multilevel governance of public finance 3) stability Pact, budgetary rules, intergovernmental negotiations and democratic participation. 4) Role of national parliaments in the ratification of the Fiscal Compact which introduce a more systematic and coordinated effort of Member States to respect the parameters of stability and convergence; 5) Role of national parliaments and the European Parliament in defining the modalities for the amortization of debt.
Particular importance will be given to the modalities adopted by each State member, and their Parliaments, in the ratification and implementation of the Fiscal Compact, adopting measures, “preferably” of constitutional rank, requiring a balanced budget and the observance of the others parameters to guarantee the public finance balance. Under the methodological perspective this research unity aims to analyse these themes, particularly through the examination of some national case-studies (Italy, Spain, France, Germany and Great Britain), evaluating especially the reforms and instruments adopted in these several experiences to observe new and stronger economic constraints adopted in the Eu framework. 
5) Finally, the research unity coordinated by Professor Michela Manetti (University of Siena) will concentrate on specific theme of the relationship between national parliaments and regulatory Agencies, with particular regard to the areas of strategic importance at both national and European levels (transportation, energy, telecommunications and financial governance). The research is aimed at examining the issues that have yet to be resolved, regarding the establishment of the Agencies, the appointment and revocation of the members of the Agencies, the range of the regulatory powers, the forms of the parliamentary control over the Agencies' activities. The method consists in comparing the solutions put into practice by the different countries analyzed (mainly Italy, France, United Kingdom, Germany and Spain) in order to recommend a common line of conduct, capable of ensuring a successful coordination within each Member State, along with the coordination already applied to many of the Agencies' activities by the European Union. The analysis performed will be used to detect if and how the reorganization of relations between national parliaments and Agencies in the European context may be a channel to promote a greater economic and social cohesion and solidarity, in connection with the objectives inscribed in the Part III (“Challenges for the society”) of the program Horizon 2020 which encourage “'European societies inclusive, innovative and safe in an environment of unprecedented change and increasing global interdependence”. 

II. MODALITIES OF CONNECTION AND COORDINATION AMONG RESEARCH UNITIES

Each unity will collaborate for the whole length of the research through a continuative exchange of advices and knowledge about the progress of studies and the sharing of the gathered documents and of the produced results in each stage. 

General and local coordination in the three phases 

During the triennium regular meeting will take place every six months between the general coordinators and the heads of the local units. These meeting will provide further guidelines regarding the programme and the timing for the development of the following stages of the project. The research groups will meet every six months also with the aid of videoconferences, in order to stay updated on the status of work and about the modalities to organize and improve the DATA-BASE.
In the end of the first and second phases a plenary meeting of general coordination will take place in Rome at the University “La Sapienza”, with papers presented by each unit on the status of the research, sharing the data found till that time and sharing the results obtained so far. This meeting will be useful to verify a general checking on the tasks and the attained results by each unity in order to achieve a further coordination with the view to elaborating the final scientific contributions. 
In the phase II, in order to guarantee a regular updating on the progress made by the research units, contacts among the single research units will be intensified. The units will coordinate their action through regular meetings, videoconferences, and the exchange of useful data collected and documents drafted. The researchers from each local unity charged to check the legislative and ruling situation of the 27 States members will organize periodical meetings to update the DATA-BASE fulfilled in the first stage. Every four months videoconferences will represent an important chance for every single unit to stay tuned. Every four months will be produced reports on specific profiles of the research brought forward by each local unit will be published online. These reports will represent a fundamental tool in order to verify and share the partial outputs of the research.
Finally, in the phase III, the several units will engage themselves in the scheduling and organization of thematic conferences and final general conference. The final Conference, coordinated by Professor Fulco Lanchester, will be held at the end of the triennium at the Villa Vigoni Association (Menaggio, Como).

 

 

Risultati attesi dalla ricerca, il loro interesse per l'avanzamento della conoscenza e le eventuali potenzialità applicative

 

Testo italiano

La ricerca si prefigge di conseguire risultati di varia natura nelle tre fasi in cui si articola il progetto, rispettando gli obiettivi e la tempistica indicata al punto 12. 

FASI I e II

In queste fasi si intende valorizzare l’intensa attività di ricerca compiuta dai ricercatori in Italia e all’estero, i quali raccoglieranno la normativa e la documentazione giuridica prodotta dai Parlamenti nazionali dei 27 Stati membri dell’Unione per dare attuazione alle innovazioni previste dal Trattato di Lisbona e alle nuove previsioni normative in materia di governance economica. Il principale risultato che si intende conseguire è la costituzione di un DATA-BASE per tutti gli ordinamenti giuridici nazionali contenente dati e informazioni, ordinati e sistematizzati sulla base di parametri specifici, riguardanti i seguenti aspetti:
• Il monitoraggio dell’attività legislativa dell’Unione;
• Le domande di adesione da parte dei Parlamenti nazionali;
• La partecipazione dei Parlamenti nazionali alle politiche relative allo Spazio di Libertà, Sicurezza e Giustizia, Europol e Eurojust;
• L’attività di revisione dei Trattati;
• L’attività di vigilanza sul rispetto del principio di sussidiarietà; 
• L’attività di cooperazione a livello orizzontale tra Parlamenti;
• Le riforme in materia di governance economica e i processi di attuazione sul piano nazionale; 
• La funzione di coordinamento tra i vari piani;
• La partecipazione delle regioni e degli enti locali alla formazione del diritto europeo.

La realizzazione e l’aggiornamento di questo strumento verranno operati in collaborazione
con il Master in Istituzioni parlamentari europee per consulenti di Assemblea, l’Ufficio studi della Camera dei deputati, e gli Uffici del Ministro per i rapporti con il parlamento. 
Il DATA-BASE servirà non soltanto come strumento di lavoro per le varie unità, ma verrà messo a disposizione della comunità scientifica (on-line) per socializzare fin da subito i risultati prodotti. 
Lo studio e l’elaborazione dei dati così sistematizzati permetteranno di verificare con quali strumenti normativi i Parlamenti nazionali hanno dato attuazione alle riforme previste dal Trattato di Lisbona e con quali modalità adempiono (o intendono farlo) ai nuovi compiti loro assegnati. In tal modo si sottoporrà a verifica la tesi di fondo accolta dal progetto, vale a dire valutare se e in che modo i Parlamenti nazionali tendano a configurarsi come elementi di coordinamento e di cooperazione nello spazio comune europeo alla luce delle recenti innovazioni normative e istituzionali. 
L’utilizzo e la consultazione di questo strumento favoriranno non soltanto una migliore conoscenza della realtà dei singoli Parlamenti nazionali, ma contribuiranno anche ad estendere in maniera incrementale pratiche ottimali volte alla vitalizzazione del ruolo delle assemblee elettive ai tutti i livelli.
L’attivazione del DATA-BASE, infine, promuoverà un concreto avanzamento nel campo della conoscenza scientifica, in quanto allo stato attuale non risultano disponibili strumenti che operano un monitoraggio sistematico sull’attività dei 27 Parlamenti nazionali dell’Unione. 

FASE III

La ricerca si concluderà con la produzione e la pubblicazione dei contributi scientifici realizzati da ciascuna unità e la loro socializzazione attraverso diverse sedi e mezzi che permetteranno di divulgare i risultati finali in Italia e all’estero. In particolare, negli ultimi sei mesi della ricerca si prevede di svolgere Convegni di natura settoriale e generale in cui si approfondiranno gli ambiti tematici trattati da ciascuna unità. La ricerca si concluderà con un Convegno generale di rilevanza internazionale coordinato dal Professor Lanchester, a cui parteciperanno docenti di chiara fama nazionale e internazionale specializzati nelle materie oggetto di indagine, e rappresentanti, funzionari ed esperti delle istituzioni parlamentari nazionali ed europee con cui verranno instaurati contatti sin dalla fase I. Ciò permetterà anche di valorizzare i proficui rapporti di scambio e collaborazione tra le università e le istituzioni parlamentari, che sono stati avviati per coniugare la riflessione teorica su questi temi con una conoscenza approfondita delle soluzioni e delle prassi applicative implementate a livello istituzionale. Il Convegno si terrà a Villa Vigoni (Menaggio, Como), prestigiosa sede dell’Associazione italo-tedesca.

 

Testo inglese

The research aims to the achievement of the results within the three stages in which the project is structured, complying with the goals and the timing outlined at point 12.

PHASES I AND II

This phase will see the enhancement of the concentrated activity of the researchers both in Italy and abroad, where they will be collecting legislative data and legal documents produced by the 27 national Parliaments of the Union’s member States in order to implement the changes introduced by the Lisbon Treaty and to comply with new provisions regarding economic governance. This will lead to the creation of a complete record of all the information regarding national legal systems, ordered and arranged on the grounds of specific parameters as for:
• The monitoring of the Union’s legislative activity;
• The adhesion applications issued by national Parliaments;
• The participation of national Parliaments to the policies regarding the Space of freedom, security and justice, Europol and Eurojust;
• The review of the Treaties;
• The control over the respect of the principle of subsidiarity;
• The horizontal cooperation among Parliaments;
• The european economic reforms and the implementation at national level
• The coordination among the different levels.
• The partecipation of subnational levels in the Eu legislative making process 

The Master in European parliamentary institutions of the University of Rome “La Sapienza”, Italian parliamentary services (Camera dei Deputati) and the Italian Ministry for parliamentary affairs will take active part in the creation and updating of this tool.
The record will be a fundamental work tool at the disposal of the research units and the scientific community in order to share at once the results obtained.
The research and the data processing will allow the assessment of the legal measures adopted by national Parliaments for the implementation of the reforms introduced by the Lisbon Treaty, uncovering the ways in which Parliaments intend to perform the new tasks they are assigned with.
In this way the thesis upheld in this project, that is to say, the assessment of whether and in which way national Parliaments tend to emerge as coordination and cooperation forces within the European common space in the light of the recent legal and institutional reforms, will be verified.
The use and the reference of the record will foster a deeper knowledge of national Parliaments as well as a broader enhancement of best practices for the improvement of the elective assemblies’ role at all levels.
Furthermore, the creation of such a record will foster a concrete progress and an enrichment of the scientific production, as at the moment there are no researches with a systematic monitoring programme over the activity of the 27 national Parliaments of the Union.

PHASE III
The final stage of the research project will be marked by the production and publication of scientific contributions given by each unit and by the sharing of the results achieved through various means nationally and abroad. In particular, the last four months of the research will be dedicated to conferences on specific and general matters in order to allow a close examination of the research field investigated by each unit.
The final event which will mark the end of the research project will be a general Conference of great international significance organized and managed by Professor Fulco Lanchester. The Conference will gather scholars of national and international fame specialized in the subjects related to this research project. At the final event will participate also members of the parliamentary service with whom the units will have been in contact for the entire duration of the project. Exchange relations among universities and parliamentary institutions will be strengthened fostering collaboration. Furthermore, this will combine the scholars’theoretical considerations with parliamentary staff’s deep knowledge of the practices and solutions implemented by national and european institutions. The final Conference, coordinated by Professor Fulco Lanchester, will be held at the prestigious Villa Vigoni Association (Menaggio, Como).

 

 

Elementi e criteri proposti per la verifica dei risultati raggiunti

 

Testo italiano

– L’analisi e l’approfondimento del dibattito istituzionale e propriamente scientifico si accompagnerà ad una massiccia raccolta di dati quantitativi e qualitativi atti a mettere in luce le dinamiche dei rapporti che intercorrono tra le istituzioni nazionali e quelle europee. 
– I risultati raggiunti verranno integrati e, al contempo, sottoposti a verifica attraverso la somministrazione di questionari e la raccolta di interviste con i parlamentari nazionali e i funzionari preposti ai servizi e alle Commissioni parlamentari nazionali competenti, agli Uffici dei governi e delle assemblee sub-nazionali, ai servizi che coadiuvano la Commissione e il Parlamento europeo, alle Segreterie organizzative degli organi di raccordo e di cooperazione interparlamentare. 
– L’efficacia delle soluzioni accolte verrà dunque misurata sulla base di una rigorosa indagine di tipo empirico.
– Si procederà pertanto a consolidare una fitta di rete di contatti, soprattutto con i servizi parlamentari nazionali ed europei, allo scopo di lavorare su una documentazione completa ed aggiornata. 
– I risultati verranno raccolti e pubblicati in un DATA-BASE accessibile on-line. Esso verrà via via aggiornato e servirà non soltanto come strumento di lavoro per le successive della ricerca ma verrà messo a disposizione della comunità scientifica, offrendo un quadro dettagliato degli strumenti per la partecipazione dei parlamenti nazionali alla formazione delle politiche dell’Unione europea nei 27 Stati membri
– I risultati dell’indagine condotta dalle quattro unità di ricerca verranno pubblicati e divulgati in Italia e all’estero sia attraverso i tradizionali canali dell’editoria scientifica, sia attraverso l’implementazione di un portale web dedicato.
– Verranno organizzati incontri di studio e convegni al fine di promuovere il dibattito scientifico sui risultati della ricerca (i Convegni finali verranno organizzati con il contributo dell'Associazione italo-tedesca presso la sede di Villa Vigoni, Menaggio, Como).

 

Testo inglese

§ Scientific, political and legislative debates will be deeply analyzed together with a massive detailed background of information regarding the intensity and the quality of parliamentary cooperation among European Countries. 
§ The outcomes of this research will be integrated and challenged through interviews held with parliamentary servants and questionnaire answered by selected parliamentarians and parliamentary servants from all European Countries, from the European Commission and the European parliament, from the Secretaries of inter-parliamentary cooperation bodies and groups in order to collect further information. Thus, the aim of this research project is to test and challenge existing assumptions about the quality and best practice of parliamentary participation through rigorous empirical analysis, and to drive forward the state of research by involving a wide a range of participants.
§ A strict contacts network will be created in order to collect a complete and updated documentation from national and European parliamentary services. 
§ The results will be collected and immediately put at disposal of the scientific community through an uploaded DATA-BASE. Data will be continuously updated as a basis for the further development of the research in order to offer a detailed outlook of the legal measures and the practices implemented in the 27 legal systems regarding the participation of national parliaments in the European decision making process.
§ The final outcome of the research realized by the four research units will be issued and disseminated in Italy and abroad through traditional scientific publishing and through a dedicated web page.
§ Conferences will be organized in order to promote a scientific debate on the final outcomes of the research (final Conferences will be held in Villa Vigoni, Menaggio, Como, supported by the Italian-German association).

 

 

Sintesi delle collaborazioni con altri organismi di ricerca pubblici e privati, nazionali e internazionali, e indicazione degli eventuali collegamenti con gli obiettivi di Horizon 2020 

 

Testo italiano

Il progetto si avvale della collaborazione di illustri partner stranieri con le unità di ricerca. 
L’unità di ricerca di Roma guidata dal prof. Lanchester presso il Dipartimento di Scienze politiche della Facoltà di Scienze politiche, sociologia e comunicazione della Università degli studi di Roma Sapienza ha attivato una collaborazione con il Dipartimento di Derecho constitucional della Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Granada, formalizzata con una lettera di intenti sottoscritta dal Direttore del Dipartimento, il Professor Francisco Balaguer Callejón. Il Dipartimento di Derecho Constitucional della Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Granada è specializzato nell'insegnamento delle materie giuspubblicistiche e del diritto europeo e al suo interno sono state istituite la cattedra Fernando de los Ríos, della Fondazione di Peter Häberle e la cattedra Jean Monnet di Diritto costituzionale europeo. Inoltre, il Dipartimento è sede del Master di Diritto costituzionale europeo della Facoltà di Giurisprudenza che ha ottenuto una menzione di qualità da parte del Ministero dell'Educazione e della Scienza. Esso svolge un'attività di ricerca intensa nel campo del diritto costituzionale e del diritto europeo testimoniata dalla vasta mole di progetti e gruppi di ricerca di livello regionale, nazionale, europeo e internazionale attivati al suo interno. Il coinvolgimento di questo Dipartimento consentirà di arricchire il patrimonio bibliografico dal quale attingere per sviluppare le tematiche della ricerca e di avvalersi del contributo dei docenti stranieri specializzati nello studio del diritto costituzionale e del diritto europeo che contribuiranno con la loro partecipazione (a costo zero) ad implementare il bagaglio complessivo delle conoscenze dell’unità di ricerca locale. Il Dipartimento metterà a disposizione i servizi della Biblioteca (cataloghi cartacei, banche dati e prestiti interbibliotecari). La collaborazione permetterà di giovarsi dei contributi e delle riflessioni che emergeranno da questo interscambio culturale. Il Dipartimento svolgerà, nel complesso, un'azione di supporto esterno all'unità coordinata dal Professor Lanchester contribuendo a migliorare la qualità della ricerca e a divulgarne i risultati finali. 
L’unità di ricerca di Roma La Sapienza ha inoltre formalizzato una ulteriore collaborazione con l’associazione Villa Vigoni. L’associazione è stata fondata congiuntamente dalla Repubblica Federale di Germania e dalla Repubblica Italiana con lo scopo di sostenere le relazioni italo – tedesche nell’ambito della ricerca scientifica, dell’istruzione superiore e della cultura e di approfondirne i riflessi nell’economia, nella società e nella politica.Il contributo che l’Associazione Villa Vigoni si è impegnata a fornire a questa ricerca consiste anzitutto nella creazione di adeguate sedi e occasioni di confronto, dotate di una certa visibilità e finalizzate alla divulgazione dei risultati intermedi della ricerca, anche attraverso la pubblicazione delle relazioni definitive realizzate dagli studiosi coinvolti nel progetto.
L’unità di ricerca di Napoli ha ottenuto l’adesione al progetto su “La funzione di coordinamento verticale dei singoli Parlamenti tra piano europeo e piano sub-nationale” di due università europee, la “Uniwersytet Szczecinski” di Szczecin (Polonia) e la “Universitatea Mihail Kogalniceanu” di Iasi (Romania).Comune è l'interesse di ricerca per l'evoluzione attuale della rappresentanza politica e del ruolo dei parlamenti nazionali in contesti istituzionali nei quali appare evidente l'erosione della sovranità statale derivanti da concomitanti processi di integrazione comunitaria e di decentramento territoriale all'interno dei singoli Stati.
Per quanto riguarda la Polonia, la partecipazione al progetto di ricerca della Szczecin University è volto ad indagare tre aspetti fondamentali. 
In primo luogo, l'analisi della funzione di coordinamento dei parlamenti nazionali dopo Lisbona, partendo dalla convinzione che il processo di formazione del contenuto degli atti europei e segnatamente di quelli legislativi, sia attualmente il più partecipato tra quelli conosciuti. Il coordinamento verticale di tali istanze consente una valutazione articolata sia del fabbisogno normativo sia dell'impatto della normativa europea in una determinata materia sui diversi sostrati normativi statali e substatali. Il secondo tema della collaborazione di ricerca riguarda uno studio comparato della collaborazione dei governi con i parlamenti sulle questioni relative alla partecipazione dei singoli Stati all'Unione Europea. In particolare, saranno considerate innanzitutto le questioni che emergono dal quadro istituzionale della Polonia ed in particolare la questione della costante collaborazione tra il Consiglio dei Ministri, le Camere e il Presidente della Repubblica e della modalità della collaborazione stessa; la cooperazione nell'approvazione del diritto dell'Unione Europea, ovvero nella fase ascendente; la cooperazione in materia di ricorsi della Dieta e del Senato alla Corte di Giustizia dell'Unione Europea; la cooperazione in materia di produzione del diritto polacco di esecuzione del diritto dell'Unione Europea, ovvero la fase discendente; la collaborazione tra le camere parlamentari e il Governo in merito della designazione di candidati ad alcuni uffici dell'Unione Europea. Il terzo ambito di ricerca sarà costituito dall'analisi delle procedure adottate dai parlamenti per la conoscenza e l'utilizzo della documentazione approntata in sede substatale e di società civile. In particolare, si vuole verificare se realmente la documentazione giunta in Parlamento venga fatta oggetto di analisi o se tutto si risolva in uno spreco di risorse.
Per quanto riguarda la Romania la collaborazione con l'Università “Mihail Kogalniceanu” si incentrerà sull'analisi dell'embrionale decentramento che si sta sviluppando in Romania, anche grazie all'Unione europea. Il gruppo di ricerca intende approfondire con i colleghi dell'Università rumena il ruolo svolto dal Parlamento nazionale al fine di coordinare le politiche europee, che richiedono un forte tasso di delocalizzazione degli interventi, e le istanze locali che aspirano ad ampliare gli ambiti della loro autonomia. Inoltre, si vuole indagare quali rapporti intercorrono tra il Governo e il Parlamento rumeno nella definizione della posizione dello Stato rumeno nella fase ascendente del diritto europeo; la cooperazione in materia di produzione del diritto polacco di esecuzione del diritto dell'Unione Europea, ovvero la fase discendente.
L'Unità di ricerca di Milano, attivata presso il Dipartimento Giuridico-Politico dell'Università degli Studi di Milano, ha ottenuto la partecipazione all'attività di ricerca inerente al Progetto di due Enti di ricerca di rilievo internazionale: il Centro Studi sul Federalismo (CSF) e l'Universitat Autònoma de Barcelona (UAB).
La partecipazione del Centro Studi sul Federalismo (CSF) risponde all'esigenza, in linea con gli obiettivi del bando del MIUR, di valorizzare quanto più è possibile le reti già esistenti nell'Università italiana, attraverso la messa in comune e la condivisione delle diverse competenze, delle differenti modalità di studio e dei vari patrimoni di esperienze di ricerca. La collaborazione con il CSF risulta di preminente rilievo per la realizzazione del Progetto che qui si propone dal momento che quest'ultimo presenta sicura attinenza con i temi di studio caratteristici del Centro. L'esame del ruolo delle istituzioni parlamentari (europee e nazionali, secondo una prospettiva multilivello), rientra, infatti, pienamente nell'alveo degli studi condotti in passato, e tuttora portati avanti, dal CSF sul processo di integrazione europea.
Il CSF sarà, di conseguenza, pienamente in grado di contribuire al Progetto qui proposto orientando e arricchendo la ricerca giuridica con gli elementi, profili e i metodi propri delle (altre) scienze sociali ed aumentando le capacità di ricerca delle Unità facenti parte del progetto grazie al patrimonio bibliografico e documentale di prim'ordine che possiede. Inoltre, la collaborazione con il CSF è di particolare interesse relativamente ai temi di indagine proposti dall'Unità milanese nell'ambito del Progetto complessivo. 
La collaborazione con l’Universitat Autònoma de Barcelona (UAB) è di indubbia importanza. In primo luogo, infatti, l'Unità di ricerca spagnola (coordinata dalla Prof.ssa Teresa Freixes Sanjuan) è composta da studiosi di riconosciuto prestigio accademico, che hanno sviluppato la loro attività di studio e di ricerca proprio sui temi del diritto europeo e dei rapporti tra gli ordinamenti giuridici in una prospettiva multilivello.
In secondo luogo, l'Unità ha in corso progetti di ricerca in collaborazione con altre Università iberiche, su temi attinenti al processo di integrazione europea con particolare attenzione al dopo Lisbona.
Una cooperazione internazionale tra simili azioni nazionali di ricerca sembra, dunque, rientrare a pieno titolo nell'obiettivo, più volte stabilito dai programmi europei per l'alta ricerca e formazione universitaria, di contribuire allo sviluppo e al rafforzamento di reti di ricerca che presentino un effettivo carattere transnazionale.
In terzo luogo, l'Unità spagnola offre, rispetto allo specifico tema d'indagine proposto dall'Unità di Milano, un contributo particolarmente efficace sul piano della comparazione giuridica fra le diverse soluzioni costituzionali e ordinamentali adottate nei due Paesi europei (Italia e Spagna).
Come si è, infatti, più ampiamente messo in evidenza nella descrizione dell'attività di ricerca, le novità introdotte dal Trattato di Lisbona hanno bisogno di essere attuate sul piano interno anche attraverso modifiche ai regolamenti parlamentari.
Viste le molteplici affinità ma altresì le diverse difformità che presentano i due sistemi bicamerali (quello italiano e quello iberico), poter contare su un patrimonio di studi e di ricerche consolidato quale è quello posseduto dall'Unità di ricerca spagnola, e potersi giovare dei contributi di riflessione e di analisi che saranno resi disponibili attraverso la cooperazione e l'interscambio fra i ricercatori delle due Unità, rappresenta un indubbio vantaggio per sviluppare da parte dell'Unità milanese
un raffronto comparativo che basato sulla conoscenza approfondita e “diretta” del modello spagnolo sia sotto il profilo del dato positivo, sia dal punto di vista delle prassi e delle eventuali proposte di revisione della normativa
Inoltre diverse unità di ricerca affronteranno temi legati al programma quadro di ricerca e innovazione “Horizon 2020”.
Così l’unità di Pisa, in relazione al tema delle «società europee inclusive, innovative e sicure in un contesto di trasformazioni senza precedenti e crescenti interdipendenze mondiali», inserito nella parte III del programma (“Sfide per la società”), cercherà di evidenziare come il lungo processo di ampliamento delle competenze e del ruolo della Europa, volto ad accrescere l’integrazione politica, economica e sociale del continente abbia trovato uno snodo fondamentale nella ridefinizione dei rapporti tra parlamenti nazionali e parlamento europeo in relazione alla disciplina di bilancio, alle politiche fiscali e redistributive, alla sussidiarietà e al principio di rappresentanza politica. In tale prospettiva, emerge chiaramente l’esigenze dei contribuenti europei di sapere in che modo i loro soldi vengono investiti, dando corso ad un piano di comunicazione e condivisione delle scelte economiche strategiche, capace di generare una maggior comprensione da parte dei cittadini. Pertanto, le misure di informazione e di comunicazione saranno parte integrante dell'attuazione di Horizon 2020. Inoltre l’obiettivo di rendere l'economia dell'UE del prossimo decennio «intelligente, sostenibile e solidale», capace di assicurare all'UE e agli Stati membri il conseguimento di elevati livelli di occupazione, produttività e coesione sociale, spinge la ricerca a concentrarsi sull’analisi della nuova governance dell’economia europea. La ricerca si soffermerà sulla questione della deformalizzazione del concetto di “pareggio di bilancio” (previsto dalle diverse proposte di riforma nazionali), con la connessa introduzione del principio secondo cui gli Enti centrali e decentrati devono concorrere a garantirne il rispetto sulla base di scelte che, anche nelle fasi avverse del ciclo economico o al verificarsi di eventi eccezionali, non sacrifichino la componente sociale della funzione pubblica. I numerosi ed articolati profili della ricerca troveranno quindi una sintesi nell’analisi delle procedure e modalità di attuazione della disciplina comune perseguite dai singoli Stati contraenti, rilevando sin d’ora il delinearsi di una vera e propria “procedura di riforma extra-ordinem”, peraltro non nuova alle esperienze europee (basti pensare alla Costituzione francese del 1958).
A ciò si aggiunga che le proposte sono state elaborate per massimizzare il valore aggiunto e l'impatto a livello di Unione, mantenendo il centro d'interesse sugli obiettivi e le attività che non possono essere conseguiti dall'azione dei soli Stati membri. L'intervento dell'Unione consente di ridistribuire equamente gli investimenti pubblici e privati in ricerca e innovazione, contribuendo allo Spazio europeo di ricerca nel quale conoscenze, ricercatori e tecnologie possano circolare liberamente, accelerando la commercializzazione e la diffusione di innovazione nel mercato unico.Sono inoltre necessari programmi a livello europeo per sostenere le decisioni strategiche nonché gli obiettivi fissati da un insieme di politiche che dovranno essere valutate in sede parlamentare assicurando il coordinamento delle politiche nazionali. In tal senso, il nuovo governo dell'economia europea si fonda su tre pilastri. Il primo consiste nell’introduzione di un'agenda economica coordinata, con una rafforzata sorveglianza da parte dell'UE, formata dalle priorità e dagli obiettivi strategici concordati nell'ambito della strategia Europa 2020; nonché gli impegni aggiuntivi presi dagli Stati membri che partecipano al patto Euro Plus. Il secondo pilastro attiene gli interventi per salvaguardare la stabilità dell'area dell'euro. Infine, il terzo pilastro prevede le misure per rimediare ai problemi del settore finanziario, istituendo nuove regole e nuovi organismi per fronteggiare eventuali problemi con maggiore anticipo e garantire che tutti gli operatori finanziari siano adeguatamente disciplinati e controllati. In questo articolato contesto, il pacchetto legislativo “Horizon 2020” è stato concepito per ottimizzare il valore aggiunto e l’impatto a livello di Unione, incentrandosi su obiettivi e attività che non possono essere realizzati in maniera efficace dai singoli Stati membri. Le regole di partecipazione e diffusione sono destinate ad agevolare l’attuazione della proposta relativa al programma quadro “Horizon 2020”. Il principio di proporzionalità viene ad essere soddisfatto in quanto la semplificazione e razionalizzazione proposta garantiscono che l’azione dell’Unione non vada al di là di quanto necessario per conseguire gli obiettivi dell’attuazione di “Horizon 2020”.
Dal canto suo l’unità di Siena affronta il tema del coordinamento tra Parlamenti nazionali e autorità indipendenti, in vista della migliore efficienza dei settori affidati alla vigilanza di queste ultime: in particolare, i settori dell’energia e dei trasporti – che rientrano nel programma europeo Horizon 2020, sotto l'indice “Sfide per la società” – e i settori delle telecomunicazioni, dell’Antitrust, della governance finanziaria – che sono ambiti privilegiati d’intervento delle iniziative “Digital Agenda”, “Industrial Policy for the Globalisation Era”, nonché “Economic Governance” del programma Europe 2020, cui Horizon 2020 si collega.


Testo inglese

The project relies on the collaboration of prominent and prestigious foreign partnership. The research unit coordinated by Professor Fulco Lanchester, working at the Department of Political Science, Faculty of Political Sciences, Sociology and Communication, Sapienza University of Rome will collaborate with the Department of Derecho constitucional of the Faculty of Law, University of Granada. The collaboration is formalized with a letter of intents undersigned by the Director of the Department, Professor Francisco Balaguer Callejón.The teaching activities of the Department of Derecho constitucional of the Faculty of Law, University of Granada are focused on public and European law. The Fernando de los Rios Chair, Peter Häberle Foundation, and the Jean Monnet Chair of European Constitutional Law are established in the Department. Furthermore the Department organizes the Master of European Constitutional Law, Faculty of Law, which obtained a specific mention by the Ministry of Education and Science. It performs a deep research activity in constitutional and European law, demonstrated by the wide range of projects and research groups at regional, national, European and international level. The involvement of this Department will improve the bibliographic heritage available for the research. The contribution of foreign academicals and scholars, who will work free of charge and who are specialized in the study of parliamentary, constitutional and European law, will enhance the local unit knowledge. The Department will provide some important library services (catalogs, databases and interlibrary loan). Such cooperation shall be considered as an important step in order to realize a cultural exchange and cross-fertilization between the researchers. The Department will support the activities of this research unit coordinated by professor Fulco Lanchester and contribute to enhance the quality of the research and the dissemination of its final results. The unit of Rome will also collaborate with the Villa Vigoni Association. The Association was founded by the Federal Republic of Germany and the Italian Republic, and its main purpose is to promote cooperation between the two countries in the fields of science, education and culture, including their ties with economy, society and politics.The Villa Vigoni Association is engaged in contributing to this research by creating an adequate location where to meet. An additional aim is to spread the intermediate results of research through the publication of final papers. 
The Research Unit of Naples entitled “The vertical coordination of the national parliaments between the European and subnational level” has achieved the collaboration of two foreign universities, the “Uniwersytet Szczecinski” of Szczecin (Poland) and the “Universitatea Mihail Kogalniceanu” of Iasi (Romania).
The mutual interest in the development of a common research activity arises from the deep differences existing in the form of state of the three different countries. Unlike Italy where the decentralization process can now be considered “advanced”, Poland and Romania are, instead, only now developing the first processes of decentralization.
With regard to Poland, the involvement of the Szczecin University focuses on the analysis of three fundamental aspects. In the first place, the analysis of the coordination function among national parliaments after Lisbon, starting from the belief that the making process of the European acts, especially legislative ones, is currently the most participatory and inclusive among those known. The vertical coordination of these instances allows a comprehensive assessment both regulatory needs and impact of European legislation in a particular subject on different national and subnational normative substrates. The second theme of the research collaboration concerns a comparative study of the collaboration between government and parliamentary chambers about issues related to the participation of each State Member to the European Union. In particular, it will be considered primarily the questions arising from the institutional framework of Poland and in particular the question of ongoing collaboration among the Council of Ministers, the Houses of Parliament and the President of Republic and the same methods of collaboration, cooperation in the approval of the European Union law, or during ascending phase, and the cooperation about the appeals of the Diet and the Senate to the Court of Justice, the cooperation in the field of production of the Polish law of execution of the European Union law, descending phase, the collaboration between the parliamentary chambers and Government on the designation of candidates for some offices of the Union European Union. The third area of research will be made up of the analysis procedures adopted by parliament for the knowledge and use of documents drafted in the sub-state and civil society. Specifically, it will be analyzed if the checking process of the documentation that reached the Parliament become actually object of analysis or if everything turns into a waste of resources.
The collaboration with the University “Mihail Kogalniceanu” wants to focus instead on the analysis of 'the embryonic decentralization that has been developing in Romania, also due to the European Union. The research team with the colleagues from the University intends to deepen the role played by the Romanian National Parliament in order to coordinate the European policies, which require a high rate of delocalization of interventions, and the local instances which aspire to broaden the areas of their autonomy. In addition, the research aims at analyzing which relationship exist between the government and the Romanian Parliament in defining the position of the Romanian State in the ascending phase of European law ; the cooperation in the field of production of the Polish law implementing the EU law, the descending phase

The Unit of Milan has achieved its participation in the research in relation to the Project presented here, as an associated unit, of two prestigious international research institutions : the Centre for Studies on Federalism (CSF) and the Universitat Autònoma de Barcelona (UAB).
The involvement of the Centre for Studies on Federalism (CSF) responds to the need, in line with the objectives of the call of MIUR, to make stronger, as much as possible, the existing networks among Italian cultural institutions, basically through the sharing of different skills, of different modes of study and research experiences. Secondly, the collaboration with the CSF is of paramount importance for the realization of the project that is proposed here because it is relevant to the topics of study characteristic of the Centre. The examination of the role of parliamentary institutions (national and European, according to a multilevel perspective), is part of studies conducted in the past, and still carried on the European integration process by the CSF. The CSF is, therefore, fully capable to contribute to the project proposed here, directing and enriching legal research with the elements, profiles and methods of their (other) social sciences and increasing the research capacity of the unit involved in the project, thanks to its great bibliographic and documentary heritage. In addition, the collaboration with the CSF is of particular interest with regard to the issues of investigation proposed by Unit of Milan in the overall project.
The University “Autonoma” of Barcelona (UAB) is of indoubted importance. First of all, the Spanish Research Unit (coordinated by Prof. Teresa Freixes Sanjuan) consists of recognized academic scholars, who have developed their study and their research on topics of European law and of relations between the legal systems in a multilevel perspective. Secondly, the Unit has an ongoing research projects in collaboration with other spanish University, on topics relevant to the process of European integration with particular attention to post-Lisbon. An international cooperation between similar national researches, seems, therefore, pursue the goal, repeatedly held by the European programs for higher education and university research, to contribute to the development and to the strengthening of research networks that have a real transnational character. Thirdly, the Spanish Research Unit offers, given the specific topic of investigation proposed by the Unit of Milan, a contribution in terms of comparative law between the different constitutional and regulations solutions adopted in two European countries (Italy and Spain). As it is widely highlighted in the description of the research, the innovations introduced by the Lisbon Treaty must be implemented internally through changes to parliamentary rules.
Given the many similarities but also the various differences that the two bicameral systems have (the Italian and Spanish), it seems very important the possibility to share direct experiences. It represents a definite advantage to the development of the project by the Unit in Milan the possibility to have a direct experience of the Spanish model both in terms of positive data, both from the point of view of practice, including the ongoing legislation.
Moreover, some research units will face issues relating with the Framework Program for Research and Innovation “Horizon 2020”. In particular, the unit of the Pisa University, will focus on the theme of the promotion of “European societies inclusive, innovative and safe in an environment of unprecedented change and increasing global interdependence”, included in Part III of the program (“Challenges for the society”). The aim of the research is to show how the long expansion process of the European skills and role, aiming to increase political economic and social integration of the continent, but constantly marked by a democratic deficit within the European institutional architecture, found a focal point in the redefinition of relations between national and European Parliaments (with respect to fiscal discipline, fiscal and redistributive policies, subsidiarity and the principle of political representation). In this perspective, clearly emerges the need for taxpayers to know how their money is invested, in a plan of communication and sharing of strategic economic choices for a better understanding by citizens. Therefore, measures of information and communication will contribute to the full implementation of Horizon 2020. Moreover the aim of making the EU economy in the next decade “intelligent, sustainable and inclusive”, i.e. capable of ensuring the EU and its Member States to achieve high levels of employment, productivity and social cohesion, will lead the research to focus on the analysis of the new governance of the European economy. The research will focus on the non-formal meaning of “balanced budget” (provided by the various proposals for national reform), connected with the introduction of the principle that the central and decentralized authorities must help to ensure compliance on the basis of choices that, even in times of adversity in the economic cycle or at the occurrence of extreme events, do not sacrifice the social component of the public functions and services. The numerous and articulated profiles of the research will find a synthesis in the scrutiny of procedures and implementing techniques of the common fiscal discipline pursued by individual member states, noting as of now the emergence of genuine extra ordinem reform process, moreover not new to the European experience (for instance the genesis of the French Constitution of 1958). In addition, the proposals have been developed to maximize the added value and unitary impact, keeping the center of interest on the objectives and activities that cannot be achieved by the action of Member States alone. The European Union intervention helps to redistribute equitably the public and private investment in research and innovation, contributing to define the European research space where knowledge, researchers and technology circulate freely, accelerating the commercialization and diffusion of innovation in the market. It is also necessary define programs at European level to support strategic decisions and objectives of different policies to be evaluated in Parliament in order to ensure the coordination of national policies. The new government of the European economy is based on three pillars. The first one is connected with the introduction of coordinated economic agenda, with a strengthened oversight by the EU, formed by the priorities and strategic objectives agreed as part of Europe 2020, and the additional commitments made by Member States participating in the Euro Plus Pact. The second pillar concerns the measures to safeguard the stability of the eurozone. Finally, the third pillar includes measures to address the problems of the financial sector, establishing new rules and new bodies to deal with possible problems at an earlier stage and ensure that all financial operators are properly regulated and controlled. In this context, the legislative package “Horizon 2020” was designed to maximize the added value and impact at EU level, focusing on objectives and activities that cannot be efficiently carried out by individual Member States. The rules for participation and dissemination are intended to facilitate the implementation of the proposal on the framework program “Horizon 2020”. The principle of proportionality is satisfied because the simplification and rationalization ensure that the Union's action will not go further the necessary to achieve the objectives of the implementation of “Horizon 2020”.

The Siena research unit deals with the coordination between national Parliaments and Independent Agencies, in order to improve the efficiency of the fields controlled by said Agencies : in particular, the energy and transportation fields, which are included in the European program Horizon 2020, under the policy named “A Better Society”, as well as the fields of telecommunications, antitrust, and financial governance, which are some of the most important areas of intervention for the flagship initiatives “Digital Agenda” “Industrial Policy for the Globalisation Era”, and “Economic Governance” of the program Europe 2020, to which Horizon 2020 is linked.Online Editor


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