Stefano Ceccanti, Sistema elettorale e democrazie difficili

Il tema che mi è stato assegnato mi suggerisce tre sintetiche riflessioni.
Il caso ungherese di cui discutiamo oggi pone obiettivamente il problema della creazione di una democrazia illiberale, ossimoro rivendicato dal Premier Orban, che viene creata utilizzando un sistema elettorale selettivo, immaginato per sovrarappresentare le forze più votate in modo che esse e il loro leader abbiano una legittimazione diretta da parte degli elettori, ma che così viene curvato a fini diversi, impadronendosi della revisione costituzionale e degli organi di garanzia (Presidenza della Repubblica e Corte Costituzionale).
Il caso da cui partiamo, di una Repubblica parlamentare, è particolarmente rilevante per la comprensione della realtà perché spesso, erroneamente, si ritiene che democrazie illiberali, nonché i casi di fuoriuscite esplicite della democrazia verso forme autocratiche che a differenza delle democrazie illiberali sopprimono elezioni competitive, siano associate solo a forme presidenziali o semi-presidenziali […]

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SOMMARIO: 1. I pericoli di regressione riguardano tutte le forme di governo. – 2. Le democrazie difficili e il rimedio più semplice: i sistemi non selettivi. – 3. È possibile disporre di sistemi selettivi senza cadere in democrazie illiberali?

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