SLOVACCHIA: Simone Benvenuti, In piena emergenza sanitaria e scossa dall’emersione di una corruzione sistemica, la Slovacchia vara la riforma globale della giustizia

Il terzo quadrimestre del 2020 è stato dominato anzitutto dall’aggravarsi della crisi sanitaria e dall’introduzione di nuove misure di contenimento epidemico che sono andate irrigidendosi alla fine dell’anno. Il 1° ottobre, il Governo ha dichiarato nuovamente lo stato di emergenza (dopo quello dichiarato il 16 marzo e poi reiterato fino al 14 giugno), che consente per una durata di 90 giorni l’adozione di decreti limitativi dei diritti  e delle libertà fondamentali – tra cui il diritto di sciopero, il diritto di riunione, la libertà di circolazione, la libertà di espressione (per limitare la diffusione di “fake news”) -, l’utilizzo di proprietà immobiliari private, l’imposizione di obblighi speciali al personale medico e la modifica delle regole relative agli appalti pubblici. Il 29 dicembre lo stato di emergenza è stato poi prorogato per altri 40 giorni in virtù della Legge di modifica costituzionale del 28 dicembre che, approvata a stretta maggioranza di 91 voti sui 90 richiesti, permette al Governo di estendere ripetutamente lo stato di emergenza.

Pochi giorni prima del voto, membri del Governo, tra cui lo stesso Primo ministro Igor Matovič, e alcuni parlamentari erano risultati positivi al Covid-19; diversi parlamentari erano stati a loro volta obbligati alla quarantena. In assenza di procedure che consentissero l’operatività del Parlamento a distanza (a differenza di quanto avviene per il Governo), in vista della deliberazione sul disegno di legge di revisione costituzionale, la maggioranza non risultava così provvista di un numero sufficiente di voti ai fini dell’approvazione dello stesso. L’Autorità di sanità pubblica (Úrad verejného zdravotníctva, ÚVZ) ha perciò emanato un regolamento derogatorio che consente ai rappresentanti degli organi costituzionali (tra cui il Presidente della Repubblica, i membri del Governo, i parlamentari, il Procuratore generale, l’Ombudsman, il Presidente della Corte costituzionale) di svolgere le proprie funzioni in presenza pure laddove risultino positivi ai test Covid-19, benché asintomatici, nel rispetto di alcune regole specifiche a tutela della salute. […]

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