STATI UNITI: Giulia Aravantinou Leonidi, Build Back America. I primi cento giorni della presidenza Biden tra continuità e progresso

Le elezioni del novembre 2020 hanno consegnato nelle mani del neoeletto Presidente un’eredità pesante con la quale confrontarsi e un Paese da riappacificare. Nel 1997 il premio Pulitzer Philip Roth nel suo capolavoro che gli valse l’ambito riconoscimento, “Pastorale americana”1, rifletteva sui capisaldi dell’identità e della storia americana, sul mito infranto dell’American dream che ha fatto degli Stati Uniti per molti, nel corso dei decenni, il Paese delle speranze e delle opportunità. A distanza di quasi un trentennio dall’opera di Roth, dinanzi al 46 esimo Presidente degli Stati Uniti si presenta l’ardua sfida di ridare corpo a quel sogno americano di prosperità, benessere e democrazia, superando Trump, il trumpismo e le gravi conseguenze scatenate dall’emergenza sanitaria globale. Biden proverà a farlo, realizzando il suo ambizioso progetto “Build Back Better” da sette trilioni di dollari e cercando di raggiungere un equilibrio con i repubblicani, il cui partito si sta velocemente attestando su posizioni radicali che preannunciano di ostacolare l’attuazione dell’agenda politica del Presidente. A favore di Biden giocano senz’altro la sua lunga esperienza politica e la sua provenienza culturale, sulla quale pesa anche l’elemento religioso. Joe Biden è, infatti, il secondo Presidente cattolico eletto alla Casa Bianca dopo John Fitzgerald Kennedy. Si tratta di un dato non di poco conto, come spiega in un suo recente volume Massimo Fagioli, docente alla Villanova University di Philadelphia2. Fagioli inquadra la nuova amministrazione statunitense richiamando alcuni dei temi chiave della campagna elettorale per le presidenziali del 2020 nonché alcune delle problematiche che interessano l’ordinamento statunitense: il rapporto con l’elettorato cattolico, la posizione di Biden sul tema dell’aborto e su altre questioni tipiche del XXI secolo, quali matrimoni omosessuali, diritti lgbt e libertà religiose, la controversa questione razziale, mai risolta, ed infine il mito della nazione eletta in cui la benedizione, sintetizzata in quel “God Bless America”, costituisce sia un mito politico che religioso e, infine, l’affermazione del neoconservatorismo in chiave anti-liberale o illiberale oggi, in un’America sempre più polarizzata, pervasivo sia a livello ecclesiale, che a livello istituzionale.

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