Daniele Camoni, London vetoes Edinburgh? Considerazioni costituzionali sul “veto” britannico al Gender Recognition Reform (Scotland) Bill

Abstract [It]: Il presente articolo intende analizzare il primo esercizio del potere di “veto”, da parte del Segretario di Stato del Regno Unito per la Scozia, in relazione al Gender Recognition Reform (Scotland) Bill adottato dal Parlamento di Edimburgo il 22 dicembre 2022. In particolare, nel quadro della devolution territoriale britannica e dei delicati rapporti tra le istituzioni di Scozia e Regno Unito, saranno ricostruite le premesse teoriche della Section 35 dello Scotland Act 1998, la sua implementazione “britannica”, la risposta del Governo scozzese e le eventuali soluzioni giurisdizionali a disposizione.

Abstract [En]: The present essay aims at analysing the first exercise of the “veto” power by the British Secretary of State for Scotland, in relation to the Gender Recognition Reform (Scotland) Bill adopted by the Scottish Parliament on 22nd December 2022. In particular, in the framework of the UK territorial devolution and the relationships between Scottish and British institutions, attention will be paid to the theoretical premises of Section 35 of the Scotland Act 1998, its “British” implementation, the answer of the Scottish Government and potential future judgments by the Courts.

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SOMMARIO: 1. Premessa introduttiva: il Gender Recognition Reform (Scotland) Bill nel dedalo britannico della distribuzione di competenze. – 2. La Section 35 dello Scotland Act 1998: brevi cenni strutturali. – 3. La prima applicazione della Section 35 da parte del Governo britannico. – 4. Edimburgo risponde (in attesa dei giudici): gli argomenti della petition of judicial review. – 5. Alcune conclusioni provvisorie.

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