Marco Mandato, Giuliaserena Stegher, L’elezione del Capo dello Stato agita le forze politiche, mentre il conflitto russo-ucraino accentua le divisioni nella maggioranza di governo

Il primo mese del quadrimestre del 2022 è stato caratterizzato da un appuntamento fondamentale, vale a dire l’elezione del Presidente della Repubblica. Già a partire dall’inizio del semestre bianco, i partiti hanno cercato di raggiungere un accordo, seppur con estrema difficoltà. Solo a partire dal mese di gennaio però gli incontri si sono fatti sempre più assidui e serrati sia all’interno delle diverse coalizioni, sia all’interno delle singole formazioni politiche. Difatti, già l’8 gennaio Berlusconi si è recato a Roma per inaugurare informali riunioni con i suoi alleati.
Non da meno sono stati gli altri partiti di centro-sinistra: dopo una serie di incontri del tutto informali, il Partito democratico ha convocato una riunione della direzione e dei gruppi parlamentari Pd, intercorsa il 15 gennaio. Inizialmente, la riunione era stata calendarizzata per il giorno precedente, ma a causa della prematura scomparsa del Presidente uscente del Parlamento europeo Sassoli, si è reso necessario uno slittamento della riunione per consentire ai deputati e senatori del PD di presenziare alla camera ardente. Questa decisione ha avuto riflessi anche sul centro-destra, che ha deciso di rinviare il proprio vertice anche in ragione di alcuni tentativi da parte di Matteo Salvini di impedire l’autocandidatura di Silvio Berlusconi. Inoltre, il leader leghista ha manifestato le proprie perplessità rispetto alla possibilità dell’elezione di Mario Draghi al soglio presidenziale.
Netta chiusura nei confronti di Berlusconi è arrivata anche dal Segretario del PD Letta, il quale ha rimarcato l’esigenza di avere un Presidente della Repubblica super partes e non un vero e proprio capo di partito, preannunciando il verificarsi di uno stallo di difficile soluzione nel caso in cui il centro-destra non avesse rivisto la propria posizione. […]

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