Fulco Lanchester, Stefano Merlini e lo studio dell’armonia

In questo breve intervento vorrei, prima di tutto, ricordare i rapporti di amicizia e di stima che mi legano a Stefano Merlini sin dagli anni ‘70, passando anche per due convegni da me organizzati negli anni ‘80 (Autorità e democrazia del 1987 e Costantino Mortati costituzionalista calabrese, 1988), e proseguire con quelli su Calamandrei e su Barile curati da Merlini.
Come Paolo Barile, di cui ha redatto la voce sul “Dizionario biografico degli italiani”, Merlini ha origini universitarie romane. In questa occasione avrei desiderato poter operare uno scoop, portando a migliore conoscenza il suo percorso accademico alla Sapienza, ma il materiale relativo agli studenti dello Studium urbis è oramai stato “archiviato” presso l’aeroporto dell’Urbe ed è quindi impossibile accedervi. Penso, invece, che i trascorsi di Merlini come ufficiale di complemento dell’8° Reggimento Lancieri di Montebello possano essere lasciati fra le curiosità e i ricordi affettuosi di un vecchio ufficiale di fanteria alpina, che spesso gli ripeteva il motto reggimentale Impetu hostem perterreo, facendo riferimento sia ai fatti risorgimentali sia a quelli di Porta S. Paolo del 1943, di cui Merlini era molto fiero.
Tuttavia è evidente che la laurea con Vezio Crisafulli, da Merlini sempre citato per i contributi sulla sovranità e sui partiti politici, l’esperienza in magistratura e l’adesione alla scuola fiorentina di Barile, di cui è stato parte per più di mezzo secolo, costituiscano l’aspetto più conosciuto ai colleghi, agli studenti e al pubblico dell’opera di Merlini. […]

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