Whylton Le Blond Ngouedi Marocko, Recensione a B. Mathieu, Le droit contre la démocratie?, Paris, LGDJ, 2017, pp. 304

In questo volume Bertrand Mathieu analizza il tema della democrazia rappresentativa dal punto di vista politico, economico e giuridico. Il volume è strutturato in tre parti. Nella prima l’Autore analizza il diritto come condizione della democrazia; nella seconda, spiega come il diritto sia un fattore di indebolimento della democrazia; e infine, nella terza, prospetta alcune soluzioni di fronte alla crisi della democrazia rappresentativa. L’Autore evidenzia anzitutto come la democrazia rappresentativa sia stata la risposta giusta per porre fine al nazismo e al fascismo e favorire la coesione sociale, la pace e il raggiungimento dei diritti dell’uomo. Osserva come attualmente tale modello sia entrato in crisi in connessione con lo sviluppo del multiculturalismo. Il sistema di democrazia rappresentativa è stato la colonna portante di un’Europa unita che oggi conta 28 Stati membri. Con un’Europa dei Trattati caratterizzata da una gestione tecnocratica distante dalla volontà dei popoli, la crisi della democrazia rappresentativa è stata tuttavia inevitabile. Il potere sembra non risiedere più nelle mani del popolo, quanto piuttosto nelle organizzazioni e istituzioni sovranazionali come l’Unione Europea, la Corte europea dei diritti dell’uomo e la Banca centrale europea. La volontà dell’Europa di imporre in modo assoluto tale modello a tutti gli altri Stati del mondo ha sviluppato, inoltre, forti antagonismi. Infatti, la Russia, la Cina e una gran parte dei paesi musulmani non hanno aderito a tale modello. La crisi della democrazia rappresentativa si manifesta anche a livello statale in stretta connessione con la nozione di sovranità popolare. Con il multiculturalismo non si può più parlare di popolo come gruppo di persone che ha in comune una storia e dei valori condivisi e, quindi, una propria identità culturale. Per far comprendere a pieno la crisi della democrazia rappresentativa, l’Autore prende in esame l’analisi condotta da Roberto Stefan Foa e Yascha Mouk: “le danger de la déconsolidation’’ di luglio 2016 nella rivista ‘’Journal of Democracy”.

Tale analisi ha come obiettivo di mostrare la diffidenza progressiva dei popoli nei confronti della democrazia rappresentativa e la preferenza per un sistema politico strettamente tecnico. L’Autore insiste quindi sull’aspetto dell’incapacità della classe dirigente di soddisfare i bisogni del popolo, di difendere gli interessi di coloro che li hanno eletti. L’assenza di un’intesa tra il popolo e la classe dirigente si evidenzia, ad esempio, con i referendum, come quello della riforma sulle istituzioni in Italia, ovvero con il sopravanzare dell’euroscettiscismo in Grecia, in Olanda, in Francia e in Gran Bretagna con la Brexit; tutti segnali che tendono a evidenziare come la volontà dei dirigenti non coincida più con quella del popolo.  […]

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