Stefano Grassi, La Costituzione siamo noi

Ho intitolato questa lezione conclusiva dei vostri corsi di diritto costituzionale generale (corso decisivo per la vostra formazione di giuristi): “la Costituzione siamo noi”.
Faccio riferimento al testo di educazione civica (“lo Stato siamo noi”), nel quale un magistrato di grandissima sensibilità e cultura (che svolgeva le funzioni di assistente di diritto costituzionale all’epoca in cui ho iniziato il mio primo corso di costituzionale con Paolo Barile) così intitolava il primo capitolo: “Sentirsi costituenti”.
Diceva Gian Paolo Meucci: “ogni cittadino, ma in special modo ogni giovane …, deve trovare in sé stesso la possibilità di farsi tutto il popolo: di lasciare rispecchiare, cioè, nella sua coscienza, la vita articolata e complessa di tutta la collettività … far funzionare dentro di sé una specie di Costituente … è un dovere elementare … che solo per una riprovevole indifferenza .. non è posto sullo stesso piano del dovere di saper leggere e scrivere, del dovere di essere capaci di esercitare un lavoro. Un dovere che … è poi anche un diritto: un fondamentale aspetto della nostra dignità di uomini”.
Come giuristi, studiate e diverrete interpreti della Costituzione; dovete quindi assumere una consapevolezza ulteriore rispetto all’oggetto principale dei vostri studi: aggiungere una piena coscienza costituente.
1.1 – Come già vi hanno più volte illustrato, la Costituzione deve essere considerata come una fonte del diritto (è, in effetti, contestualmente, una fonte di produzione, una fonte di cognizione, una fonte sulla produzione): la fonte prima e fondamentale che condiziona ed è sovraordinata su tutte le altre; l’espressione dell’originarietà – esclusività dell’ordinamento normativo.
La vostra coscienza costituzionale si deve quindi confrontare, in primo luogo, con le caratteristiche e le qualità che la Costituzione assume quale fonte del diritto.

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