STATI UNITI: Giulia Aravantinou Leonidi, La demolizione del Voting Rights Act 1965 e le sue implicazioni per la Presidential Election 2016

La corsa verso le presidenziali del 2016 rinnova l’attenzione sul diritto di voto negli Stati Uniti, in concomitanza con le celebrazioni per il cinquantesimo anniversario del Voting Rights Act. La legge, definita dall’allora Presidente Lyndon Johnson, al momento di apporre la propria firma il 6 agosto 1965, “one of the most monumental laws in the entire history of American freedom”, aveva lo scopo di abbattere, a livello statale e locale, le barriere che impedivano agli afroamericani di esercitare il proprio diritto di voto, costituzionalmente sancito.

A poco più di un anno dall’appuntamento con le elezioni presidenziali, che si terranno a novembre 2016, il diritto di voto è al centro di un rinnovato interesse che promette di essere ulteriormente stimolato questo autunno.

Cresce l’attesa per la ripresa delle attività del Congresso chiamato ad emendare e a rafforzare alcune disposizioni della legge che furono due anni fa oggetto di una rilevante pronuncia da parte della Corte Suprema nel caso Shelby County v. Holder in cui i giudici supremi dichiararono incostituzionale la sezione 4 del Voting Rights Act nella parte in cui sottoponeva la legislazione elettorale di alcuni Stati, tradizionalmente segregazionisti (cd. covered jurisdictions), al controllo preventivo federale (cd. preclearance).

La Corte è tornata recentemente ad esprimersi sul tema con una pronuncia ad alto tasso di politicità in occasione del caso in materia di gerrymandering, Alabama Legislative Black Caucus et al. v. Alabama et al. U.S. 545 __ (25 marzo 2015), azione che è stata riunita con Alabama Democratic Conference et al. v. Alabama et al. Alla decisione della Corte va riconosciuto il pregio di aver ricondotto la giurisprudenza di rilevanza costituzionale in materia ad un punto di equilibrio determinato dalla legislazione di attuazione del XIV emendamento. Tuttavia, con questa pronuncia la Corte non chiarisce quale sia il futuro del Voting Rights Act , la cui illegittimità costituzionale era stata parzialmente sancita nel 2013 con la pronuncia in Shelby County v. Holder. Il giudice Breyer, estensore della sentenza per una maggioranza di cinque a quattro, si esime dal definire i confini entro i quali il sindacato sulla legislazione elettorale statale è possibile.

Al Voting Rights Act sono legate le sorti delle elezioni del 2016, poiché dalla sua modifica dipende l’estensione o la limitazione del diritto di voto negli Stati chiave, i cd. Big Seven (California, Illinois, Ohio, New York, Pennsylvania, Texas, Florida) verso i quali sono indirizzati i principali sforzi dei candidati in campagna elettorale. L’elezione del Presidente dipende, infatti, dall’affermazione in questi Stati, ai quali è assegnato il maggior numero di grandi elettori presidenziali.  […]

Scarica il testo completo in formato PDF

Questa voce è stata pubblicata in: Cronache costituzionali dall'estero, Nomos, Stati Uniti e contrassegnata con Alabama Democratic Conference et al. v. Alabama et al., Alabama Legislative Black Caucus et al. v. Alabama et al., Bills approvati e firmati dal Presidente, Burocrazia, CONGRESSO, Corruzione, Corti, Cronache costituzionali dall'estero, Diritto all’aborto, Discriminazione sul luogo di lavoro, Executive Orders, Federalismo, Giulia Aravantinou Leonidi, Guantanamo, Il diritto a portare le armi, Il diritto di morire, Il finanziamento delle campagne elettorali, Istruzione, La disciplina pensionistica, Nomos 2/2015, PARTITI, Pena di morte, PRESIDENTE ED ESECUTIVO, Presidenziali 2016, Querela contro la legge statale recentemente promulgata per il “diritto al lavoro”, Questione razziale, Riforma del sistema giudiziario penale, Same-sex marriage, Shelby County v. Holder, Sicurezza nazionale, Stati Uniti, VOTAZIONI, Voting Rights Act, XIV Emendamento, XIV Emendamento e riorganizzazione dei Collegi elettorali. Contrassegna il Permalink.