Marco Ciriello, Le riforme costituzionali dopo la riduzione del numero dei parlamentari

L’entrata in vigore della Legge costituzionale n. 1 del 2020, che ha sancito la riduzione del numero dei Deputati da 630 a 400 e dei Senatori da 315 a 200, ha riacceso il mai sopito dibattito nazionale sulle riforme istituzionali e costituzionali.
La Costituzione, secondo la celebre definizione luhmanniana, e per riflesso le riforme costituzionali, rappresentano l’accoppiamento strutturale tra sistema giuridico e sistema politico, attraverso cui questi due sottosistemi differenziati limitano le influenze reciproche ed acquisiscono autonomia, ma non totale indipendenza.
La possibilità di riuscire a realizzare le auspicate riforme dipende, quindi, da un duplice piano di valutazione: oggettivo-giuridico, e soggettivo-politico.
Sotto il profilo oggettivo, giuridico, si pone il problema di dare un contesto sistematico armonico alla riduzione del numero dei parlamentari, al fine di garantire la rappresentatività e la democraticità del sistema istituzionale ed implementarne il funzionamento. Il numero dei rappresentanti, infatti, non esprime, in sé, un contenuto significante determinante del sistema istituzionale, ma, eccettuati gli estremi, un dato fondamentalmente neutro, ed è il tessuto normativo costituzionale, legislativo elettorale e regolamentare parlamentare che gli conferisce significato.

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SOMMARIO: 1. Premessa. – 2. Le riforme costituzionali e la riduzione del numero dei parlamentari nei precedenti tentativi di riforma costituzionale. – 2.1. Le proposte di riforma riguardanti il Parlamento. – 2.2. Le proposte di riforma riguardanti il Governo. – 2.3. Le proposte di riforma riguardanti la democrazia diretta. – 3. Le riforme costituzionali e la riduzione del numero dei parlamentari nella XVIII legislatura. – 4. Le riforme costituzionali e la politica nella storia della Repubblica. – 4.1. L’avvio del processo riformatore e la fine anticipata dell’VIII legislatura. – 4.2. La Commissione Bozzi e il Patto della staffetta. – 4.3. Commissione De Mita-Iotti e la fine della c.d. Prima Repubblica. – 4.4. La Commissione D’Alema e l’”assassinio” da parte di Berlusconi. – 4.5. La c.d. Bozza Violante e il caso Mastella. – 4.6. Le riforme e i referendum: le c.d. riforme Berlusconi e Renzi, tra politicizzazione, partitizzazione e personalizzazione. – 4.7. Sintesi. – 5. Le riforme costituzionali e la politica nella XVIII legislatura. – 6. Conclusioni.

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