POLONIA: Jan Sawicki, Il trionfo di “Diritto e giustizia” alle elezioni europee come possibile preludio al risultato del voto politico di ottobre, mentre (interessati) segnali distensivi vengono inviati dal Governo a Bruxelles

Gli eventi dei mesi che vanno da maggio ad agosto del 2019 sono interessanti sul piano costituzionalistico della lenta e continua erosione dello stato di diritto, ma il fatto principale è di natura politica, ed è dato dalle dimensioni enormi e inattese del successo riportato dal partito al Governo, “Diritto e giustizia” (PiS) nelle elezioni europee del 26 maggio. La vittoria, con il 45,4% dei voti, è accentuata dall’affluenza alle urne, attestatasi sul 45,6%. Per quanto questo possa sembrare un dato basso, rispetto ad altri Paesi, esso non lo è rispetto ai risultati di solito conseguiti nei Paesi centro-orientali di più recente adesione, e segna quasi un raddoppio rispetto all’affluenza registrata nel precedente quindicennio per questo tipo di consultazioni, dimostrando un crescente coinvolgimento dei polacchi nella vita delle istituzioni europee. La dimensione sorprendente dell’affermazione del PiS assume rapidamente l’aspetto di una seria ipoteca sul risultato delle elezioni politiche previste per ottobre.

L’argomento delle elezioni europee dà occasione per accennare ai rapporti istituzionali della Polonia con l’Europa comunitaria. Già investita, fin dal 2017, da una procedura ex art. 7 TUE per il rischio di violazioni sistematiche allo stato di diritto, la Polonia è coinvolta da almeno un anno in diverse procedure specifiche dinanzi alla Corte di giustizia UE, sia per un ricorso diretto della Commissione europea sia per rinvii pregiudiziali interni, in riferimento alla riforma del sistema giudiziario, sospetta di recare danno all’indipendenza della stessa magistratura giudicante. Il primo di questi procedimenti, dopo un lungo iter, si conclude effettivamente il 24 giugno con la sentenza nel caso C-192/18, che ha dichiarato l’incompatibilità con il diritto europeo dell’abbassamento dell’età pensionabile (con effetto retroattivo) per i giudici della Corte suprema polacca e della facoltà accordata discrezionalmente al Presidente della Repubblica di stabilire proroghe su richiesta dei giudici. In primo luogo, occorre ricordare che il contenuto di questa pronuncia, benché di valore inestimabile per aver creato il precedente di influire con efficacia su un aspetto nevralgico della vita di uno Stato, […]

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