Marco Mandato, Recensione a G. Razzano, La legge n. 219/2017 su consenso informato e DAT fra libertà di cura e rischio di innesti eutanasici, Torino, Giappichelli, 2019, pp. 186.

Il volume “La legge n. 219/2017 su consenso informato e DAT fra libertà di cura e rischio di innesti eutanasici” – edito da Giappichelli – di Giovanna Razzano, Professoressa di Diritto pubblico presso la prima Università romana si inserisce pienamente nel percorso formativo e accademico della stessa. L’Autrice, infatti, oltre ad aver accumulato specifiche esperienze accademiche insegnando in Master universitari materie come Bioetica, Biodiritto e cure palliative, ha altresì dato alle stampe un’altra monografia che tange il tema del fine vita: “Dignità nel morire, eutanasia e cure palliative nella prospettiva costituzionale”, edito sempre da Giappichelli nel 2014. Questo breve profilo biografico mi sembra utile e opportuno in quanto evidenzia la coerenza scientifica accumulata negli anni da Razzano e la comprovata esperienza nel trattare temi di indiscussa attualità –soprattutto all’indomani dello storico e significativo intervento della Corte costituzionale sul tema del fine vita – e di altrettanta indubbia delicatezza.

Attualità e delicatezza, si diceva. Relativamente al primo aspetto, il volume offre una inequivocabile testimonianza del proprio valore scientifico e culturale alla luce dell’approvazione della legge n. 219/2017 su consenso informato e disposizioni anticipate di trattamento. Delicatezza poiché il tema del fine vita necessita di una trattazione di grande equidistanza e neutralità, cose non certo semplici. Infatti, il tema del fine vita, che attiene agli incerti e traumatici confini tra la dimensione della vita terrena e quella della morte, impone al giurista chiamato ad analizzare una specifica realtà normativa un approccio laico, ossia di indifferenza rispetto alle proprie convinzioni religiose e culturali. Da questo punto di vista, l’Autrice indaga i contenuti nella legge n. 219/2017 con animo indagatore sebbene lascia trasparire le sue personali convinzioni. Anche sulla base di quello che si dirà nelle righe successive, dalla lettura del volume emerge come l’impostazione metodologica e culturale di Razzano sia condotta alla luce dei principi della dottrina cattolica. Ciò emerge dalle ricostruzioni degli istituti del consenso informato e delle disposizioni anticipate di trattamento dalle quali pare potersi evincere una lettura degli stessi, appunto, orientata in senso cattolico in considerazione del forte accento posto sul bene vita e sulla sua sacralità. Passando alla breve disamina del volume nel metodo impiegato e nelle considerazioni di merito, Giovanna Razzano tratta il tema del consenso informato e delle disposizioni anticipate […]

Scarica il testo in formato PDF

Questa voce è stata pubblicata in: Nomos, Rassegne critiche, recensioni, schede e contrassegnata con biodiritto, bioetica, consenso informato, DAT, Legge n. 219/2017, Marco Mandato, Nomos 3/2020, Recensioni. Contrassegna il Permalink.