Laura Pelucchini, Recensione a T.E. Frosini, Declinazioni del governare, Torino, Giappichelli, 2018, pp. 159

Sembra però cosa tra le impossibili che abbia un buon governo lo Stato retto non dai cittadini migliori ma dai peggiori, come pure che sia retto dai cittadini migliori lo Stato che non abbia un buon governo. Ma il buon governo non consiste in ciò, che le leggi siano convenientemente poste e non osservate. Quindi una parte del buon governo si deve supporre sia l’osservanza delle leggi vigenti: la seconda che siano ben poste le leggi alle quali i cittadini si attengono (perché si può obbedire anche a leggi mal poste). Ora questo è possibile in due modi: o che sono le migliori tra le possibili per quel dato popolo, o che sono le migliori assolutamente. Con queste parole si esprimeva Aristotele nel Libro IV della sua opera Politica, ed è proprio con il quesito circa il mito del buongoverno che si apre il volume di Tommaso Edoardo Frosini dal titolo Declinazioni del governare. Il testo è in realtà una raccolta di saggi pubblicati negli ultimi anni che l’Autore ha selezionato – con l’uso, riprendendo una sua metafora, della sciabica dei pescatori siciliani – e riunito insieme al fine di trattare le tematiche della rappresentazione politica e del governare, calate nel panorama contemporaneo. L’A. introduce il lettore verso il cuore della trattazione richiamando alla mente l’immagine del ciclo di affreschi del Lorenzetti “Effetti del Buono e del Cattivo Governo nella campagna e nella città”, con cui il pittore rappresentava due delle virtù del buon governo, ovvero la visibilità e la pubblicità. Queste qualità – se riferite alla fiducia elettorale e a quella parlamentare quali cardini della legittimazione istituzionale – paiono però essere in declino nella prassi italiana poiché minate dalla recente e sempre più frequente tendenza a ricorrere ai cosiddetti governi tecnici. Trattandosi di anomalie costituzionali, essi infatti elidono il rapporto di responsabilità esistente tra il (buon) governo e le due sovranità popolare e parlamentare (p. 5). Il capitolo II è pertanto dedicato all’analisi dell’affermazione progressiva di tale irregolarità all’italiana, a partire dalle vicende del novembre 2011. L’A. mette invero in […]

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