Laura Frosina, Profili giuridici e aspetti problematici del referendum di secessione. Un’analisi comparata

L’intensificarsi dei fenomeni separatisti e delle richieste di referendum sull’indipendenza, oltre a essere il segnale di una rinnovata crisi della sovranità e dello Stato-nazione, offre uno spunto interessante per riflettere sui referendum di secessione nel diritto comparato1. I referendum di secessione non rappresentano un fenomeno nuovo ma storicamente hanno avuto un’estesa e diversificata applicazione in base al contesto giuridico e al quadro geopolitico di riferimento. I dati della prassi rivelano che dal secondo dopoguerra si sono svolti più di 50 referendum con una connotazione indipendentista2, molti dei quali inseriti nel processo di decolonizzazione e collegati, quindi, al principio di autodeterminazione ampiamente riconosciuto dal diritto internazionale3. Un’elevata concentrazione di referendum di tal natura si è avuta negli anni 90 del secolo scorso nell’ambito dei complessi e turbolenti processi di disgregazione dell’Unione sovietica e della Repubblica federale socialista di Iugoslavia 4 , che hanno portato alla creazione e al riconoscimento a livello internazionale di un nuovo numero di Stati 5.

Il prevalere di fenomeni secessionisti in contesti con una limitata esperienza democratica non significa che siano sconosciuti a realtà democratiche. Negli anni più recenti si è assistito all’emergere di nuove rivendicazioni indipendentiste negli Stati caratterizzati da una consolidata tradizione democratica, come ad esempio è accaduto nel Regno Unito, in Spagna e infine in Italia. Ciò è avvenuto parallelamente a un più generale e ampio fenomeno di crisi della politica e della democrazia rappresentativa e di rinnovata espansione della democrazia diretta e della democrazia referendaria, di cui i referendum indipendentisti sono una delle tante espressioni6. I fenomeni indipendentisti più recenti hanno riattualizzato e vivacizzato il dibattito sulla secessione, rompendo quello che ha rappresentato in passato e rappresenta tuttora un tabù costituzionale, e spostando l’attenzione della dottrina sulle problematiche connesse a una sua proceduralizzazione. In questo contesto acquista particolare interesse il tema dei referendum di secessione, per l’analisi dei quali si rende necessario, in primis, individuarne i tratti identificativi. I referendum di secessione rientrano nella più generale categoria dei referendum sovereignty7 che, per riprendere la definizione di Auer, si configurano come: “..popular consultations pertaining to territorial modifications, the indipendence of state, the self-determination of a decentralised community or adhesion of a state to a supranational organisation”. […]

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Di seguito si riporta il sommario del saggio: 1. Premessa. 2. La questione del Québec e i referendum secessionisti del 1980 e del 1995 2.1. Il giudizio di Secession reference della Corte Suprema del Canada. 2.2. Dalle aperture della Corte Suprema alla chiusura legislativa: il Clarity Act e la risposta legislativa del Québec. 3. Un tentativo di democratizzare la secessione per via referendaria: il caso del Montenegro. 4. Il referendum indipendentista scozzese del 18 settembre 2014: un esempio di good practice nel diritto comparato. 5. La rivendicazione del cd. derecho a decidir e la consultazione popolare sull’indipendenza della Catalogna del 9 novembre 2014. 5.1. La deriva verso la secessione unilaterale e il referendum “illegale” del 1° ottobre 2017. 6. Conclusioni. 

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