Katalin Egresi, Le conseguenze giuridiche e politiche delle elezioni parlamentari ungheresi

In Ungheria le ultime elezioni parlamentari si sono tenute il 6 aprile 2014. Esse hanno visto l’emersione di nuove tendenze sia dal punto di vista giuridico che politico.
Sul comportamento dei votanti hanno influito, non solo i radicali cambiamenti effettuati alla nostra legge elettorale, ma anche le strategie delle forze politiche e di tutto il sistema dei partiti. Nella convinzione di come gli strumenti giuridici in sé non siano sufficienti per comprendere appieno i fondamentali cambiamenti avvenuti, la mia intenzione è quella di analizzare i profili che maggiormente hanno differenziato questa tornata elettorale rispetto alla precedente. Difatti, se è vero che i “prodotti” della legislazione ed i processi politici influenzano la mentalità sociale, nello stesso tempo, è possibile ugualmente affermare come anche le esigenze sociali contribuiscano in gran parte alla legislazione o al mondo del diritto. Il partito attualmente al Governo (“FIDESZ-KDNP”) ha ottenuto nuovamente i due terzi dei voti; a ciò sono seguite delle critiche da parte dell’Unione Europea. Questi giudizi sfavorevoli sono stati basati su di una correlazione effettuata tra i recenti risultati elettorali ed i nuovi principi, elaborati dal governo conservatore nella precedente legislatura, del nostro diritto pubblico. Pur riconoscendone la fondatezza, nel mio articolo provo a dimostrare come, nella situazione ungherese, sia possibile operare distinzioni più sottili. Data la somiglianza dei due sistemi elettorali, nella prima parte dell’articolo, descriverò i risultati delle elezioni parlamentari ungheresi assieme a quelli del Parlamento europeo; successivamente, tenterò di riassumere le conseguenze dei cambiamenti avvenuti all’interno del sistema dei partiti e nel comportamento degli elettori. […] Per prima cosa è necessario illustrare le varie tappe del processo che ha portato alla nascita della legge elettorale attualmente in vigore. Nel 2010, dopo aver vinto le elezioni parlamentari con i due terzi dei voti, l’alleanza dei partiti conservatori e cristiano democratici (“FIDESZ-KDNP”) iniziò l’elaborazione di una nuova Legge Fondamentale. Si evidenzia come progetti di revisione costituzionale fossero precedentemente emersi già all’indomani del crollo del regime sovietico. Durante il periodo di transizione istituzionale vennero operati dei tentativi per regolare questo processo di innovazione; ma a seguito dei conflitti sorti tra i partiti questa revisione non venne più vista come una priorità, e, mano a mano, scomparve dall’ordine del giorno dei lavori parlamentari. La ragione di ciò può essere rinvenuta nei vuoti dibattiti politici di allora, incentrati principalmente su critiche operate nei confronti dei partiti attualmente all’opposizione; sterili polemiche che fecero perdere in lontananza il desiderio di una ricostruzione del diritto pubblico. Non è un caso se, nel diritto costituzionale, il periodo compreso tra la fine degli anni Novanta e l’inizio degli anni Duemila, venne denominato come l’età degli scandali politici. La società venne quindi a dividersi, parallelamente a questa situazione politica, in due parti irriducibili, rappresentate da un polo di sinistra, e da uno di destra. […]

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Di seguito si riporta il sommario dei saggi: 1. Introduzione 2. Aspetti essenziali del nuovo sistema elettorale 3. I risultati elettorali con lo sguardo sulle elezioni del Parlamento europeo 4. Partiti spariti, partito centralizzato e nuove collaborazioni 5. Nuove tendenze nell’atteggiamento dei votanti   

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