Giulia Santomauro, Recensione a M. Carta, Unione europea e migranti. Itinerari giuridici, Roma, Teseo Editore, 2019, pp. 236.

Il fenomeno migratorio recentemente ha suscitato una nuova ondata di interesse, oltre che nel mondo scientifico, anche nel campo politico, dovuto in gran parte alla crisi umanitaria che ha colpito il quadrante mediterraneo a partire dal 2012 e, soprattutto, tra il 2015 e il 2016. Pur non essendo esaustivo, il punto di vista del diritto europeo, così come quello del diritto nazionale ed internazionale, appare certamente di ausilio nel comprendere alcune delle dinamiche più complesse di un tema, comunque, interdisciplinare e in continua evoluzione. Mario Carta, includendo nel suo ultimo volume una serie di saggi pubblicati negli scorsi dieci anni sull’argomento, attua un’opera di attenta ricostruzione di vari pezzi di un puzzle composto da: il quadro giuridico comunitario e internazionale dei diritti fondamentali dei cosiddetti migranti irregolari o dei richiedenti asilo diretti verso l’Unione; le più dibattute forme di integrazione per gli stranieri residenti; il diritto di stabilimento dei cittadini europei in un altro Stato membro rispetto a quello di appartenenza; la cooperazione comunitaria con i Paesi terzi nel settore dell’immigrazione e dell’asilo; le misure chiave per la prevenzione e il contrasto allo smuggling; e le criticità del Regolamento di Dublino III relative alla regola dello Stato di primo ingresso.

Tale raccolta, dunque, riprende le redini di uno scenario giuridico e istituzionale sviluppatosi nel tempo, dimostrando che molte problematiche potevano verosimilmente essere esaminate con maggiore consapevolezza già in tempi meno sospetti e che queste assumono senza alcun dubbio un carattere multilivello, dati i diversi sistemi di governo inevitabilmente coinvolti per una gestione efficiente dei flussi migratori. La presenza di più piani giuridici emerge fin dall’iniziale e breve disamina delle previsioni dell’ordinamento italiano sulla condizione giuridica dello straniero, di cui si richiama il contenuto dell’art. 10 Cost. Il suo secondo comma, infatti, se da una parte vincola la disciplina della materia […]

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