Eleonora Iannario, Recensione a D. KOCHENOV, Cittadinanza, Bologna, il Mulino, 2020, pp. 207.

Una volta conferita alla nascita, la cittadinanza rimane di propria appartenenza e determina un trattamento, de iure e de facto, che verrà riservato al titolare ovunque nel mondo. Lo status di cittadino, concesso localmente da ogni singolo Stato, ha dunque implicazioni globali.
«Avere la cittadinanza è essenzialmente impercettibile e apparentemente – ma erroneamente – irrilevante per la vita quotidiana, perché i cittadini sono ufficialmente “dentro”». (p. 15). Tuttavia, la percezione cambia nel momento in cui si attraversano i confini tra gli Stati e si viene giudicati solamente sulla base del colore del proprio passaporto, o quando si rappresenta un’esigua minoranza detentrice di diritti in regimi dittatoriali. Pertanto, «sebbene la si presenti come un bene distribuito equamente, la cittadinanza non è, e non è mai stata, neutrale» (p. 17).
Con il volume “Cittadinanza” (il Mulino, 2020), Dimitry Kochenov, esperto di cittadinanza e Professore di diritto costituzionale europeo presso l’Università di Groningen, si propone di esaminare gli elementi fondamentali della cittadinanza e di evidenziarne aspetti cruciali che rimarrebbero invisibili se si considerassero unicamente i presupposti nazionalistici di ogni singolo Stato. Infatti l’Autore si prefigge l’obiettivo di presentare al lettore un concetto apparentemente molto conosciuto da una prospettiva radicalmente diversa.

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