Chiara Ingenito, Recensione a D. Tega, La Corte nel contesto. Percorsi di riaccentramento della giurisprudenza costituzionale in Italia, Bologna, Bononia University Press, 2020, pp. 384.

Il volume di Diletta Tega “La Corte nel contesto. Percorsi di riaccentramento della giurisprudenza costituzionale in Italia”, contiene un’ampia riflessione di giustizia costituzionale in cui l’Autrice descrive unitamente diversi fenomeni, all’interno dell’attuale contesto storico e sociale. Sin dalle prime pagine, l’Autrice enuncia tre tesi inerenti all’evoluzione della giustizia costituzionale, che sono poi sviluppate via via nel lavoro. Le tesi formulate ruotano intorno al riaccentramento del potere da parte della Corte, inteso come espansionismo del proprio sindacato che, secondo Sabino Cassese, (“l’espansionismo della Corte Costituzionale”, Il Sole 24 ore, 27 settembre 2020), va interpretato come conseguenza del rapporto tra Corte e politica, per cui “più debole diventa il sistema politico costituzionale, più forte diventa la Corte”. Il fenomeno del riaccentramento è approfondito attraverso le stagioni dell’attività della Corte, lette ed analizzate mediante il richiamo alle pronunce più significative, all’interno del contesto storico, politico e sociale. L’Autrice si sofferma sullo studio di tale contesto, che mette in luce nella sua complessità (p. 16), quale presupposto fondamentale all’interno del quale si iscrive la propria analisi.

Secondo l’Autrice, dall’analisi delle pronunce della stagione 2011-2014, si evince il c.d. riaccentramento del potere da parte della Corte, attraverso diversi indici, quali la manipolazione degli effetti delle sentenze, l’allentamento dell’onere della piena interpretazione conforme, l’apertura del sindacato a fonti di secondo grado, la doppia pregiudiziale, le rime obbligate e, infine, la c.d. ridondanza. Tutto ciò, riferisce Tega, manifesta la tendenza della Corte ad avere un ruolo maggiormente incisivo nei compiti di garanzia della Carta costituzionale, stemperando al tempo stesso eventuali profili che potrebbero denotare una tendenza, della Corte, alla condivisione e un atteggiamento di deferenza verso la politica. Nelle intenzioni dell’Autrice c’è anche quella di chiarire quali siano i fattori che hanno influenzato questo cambio di rotta e vengono esplicitati richiamando, mediante specifici casi e sentenze, l’ormai evidente disinteresse verso il cambiamento normativo sulla giustizia costituzionale; il disordine dell’ordinamento causato dall’eccessivo numero di norme, la dilatazione del ruolo di altri garanti dei diritti; la crisi del giudizio in via incidentale. […]

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