REPUBBLICA CECA: Simone Benvenuti, La risposta precoce ma controllata del Governo della Repubblica ceca di fronte all’emergenza da Covid-19

Sotto il profilo politico e costituzionale, gli eventi più rilevanti del primo quadrimestre del 2020 si collegano inevitabilmente alla crisi epidemica. In questa parte introduttiva si ricostruiscono i principali interventi riguardanti le misure di contenimento dell’epidemia, in particolare quelle che abbiano comportato una compressione di specifici diritti e la chiusura delle frontiere, e gli interventi in materia economica. La Repubblica ceca è stata tra i primi Paesi europei ad attivarsi per far fronte alla crisi epidemica nonostante non siano stati ufficializzati casi di positività da Covid-19 fino a inizio marzo. Essa ha adottato precoci misure di prevenzione attraverso decreti del Ministro della Salute su iniziativa del Consiglio di sicurezza dello Stato, organo permanente previsto dalla Legge costituzionale n. 110/1998 sulla sicurezza della Repubblica Ceca e istituito con decreto del Governo n. 391/1998.  Le prime misure di contrasto assunte da fine febbraio hanno interessato l’interruzione dei voli con la Cina, la Corea del Sud e l’Italia settentrionale (e poi con altri Paesi), l’introduzione di controlli epidemiologici alle frontiere, gli assembramenti con più di cento persone (cifra poi scesa a trenta), la chiusura delle scuole.

Con decreto n. 194/2020 del 12 marzo, il Governo ha quindi proclamato lo stato di emergenza su tutto il territorio nazionale per la durata di trenta giorni, conformemente agli articoli 5 e 6 della legge costituzionale n. 110/1998 “sulla Sicurezza della Repubblica Ceca” (legge adottata a seguito dell’inondazione che colpì il paese nel 1997), e ha incaricato il Primo ministro della supervisione e del coordinamento delle misure. Il 9 aprile, lo stato di emergenza è stato poi prorogato una prima volta fino al 30 aprile, con la necessaria approvazione della Camera dei Deputati. Il 30 aprile la Camera ha approvato una seconda proroga fino al 17 maggio. In entrambe le occasioni, il Governo aveva richiesto una proroga più lunga che la Camera non ha però accordato; in occasione della seconda proroga, questa ha anzi richiesto al Governo di motivarne in maniera più convincente la necessità. […]

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