Michele Deodato, Recensione a P. RIDOLA, Comparazione e storia. Scritti di storia costituzionale comparata, Napoli, Jovene, 2022, pp.154

Nell’ultimo volume l’Autore Paolo Ridola, Professore emerito di Diritto pubblico comparato (IUS/21) del Dipartimento di Scienze Giuridiche presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli studi di Roma La Sapienza, incentra il suo esame sul rapporto tra comparazione e storia nel diritto pubblico comparato. Nel primo capitolo su “Le lezioni della storia costituzionale inglese. Un costituzionalismo “sperimentale”, l’Autore analizza le principali correnti filosofiche alla base della Gloriosa Rivoluzione del 1688-1689, incentrandosi, quindi, sul pensiero di Hobbes, Locke e Blackstone. In tale preziosa ricostruzione storico-filosofica, l’Autore pone l’accento sul rapporto intercorrente tra common Law e la sovereignty of Parliament che inevitabilmente la Gloriosa Rivoluzione ha squadernato in tutta la sua complessità. La Gloriosa Rivoluzione, tesa a limitare il potere del King e a tutelare al contempo la libertà religiosa dei protestanti, avrebbe rischiato di portare ad esiti paradossali, sostituendo il potere del King con la sovereignty of Parliament. All’interrogativo “quis custodiet custodes?” (rectius chi controlla il Parlamento, postosi quale garante della c.d. ancient constitution), l’Autore risponde osservando, in primo luogo, che Locke, nel secondo Trattato sul Governo, pur rimanendo sempre ancorato alla tradizione positivistica, teorizza tuttavia, dei limiti al potere del legislatore (rectius del Parlamento) che individua proprio nei diritti di property and liberty che sono alla base del contratto sociale e del consesus utentium. In secondo luogo, l’Autore, compiendo una preziosa analisi, mette in evidenza il ruolo del common Law (e dei princìpi dell’ancient constitution), come interpretato dai giudici, di contraltare rispetto alla supremacy of Parliament.

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