Giacomo Palombino, Recensione a F. BALAGUER CALLEJÓN, La constitución del algoritmo, Zaragoza, Fundación Manuel Giménez Abad, pp. 206

Non vi è dubbio che il Costituzionalismo moderno abbia assistito a molteplici cambiamenti e trasformazioni della società circostante, fenomeni spesso accompagnati da crisi o, per usare un termine ormai consueto nella storia degli ultimi anni, emergenze. A volte, questi eventi hanno determinato evoluzioni nella stessa interpretazione delle Carte costituzionali o addirittura modifiche dei loro testi. Ma le “trasformazioni” cui si fa riferimento non si comportano sempre allo stesso modo, anzi; la difficoltà, da un punto di vista giuridico e in generale scientifico, sta prima di tutto nel comprenderle, intenderne l’origine, la portata e poi indagarne le conseguenze, reali o potenziali. A pensarci bene, d’altronde, il ruolo del giurista, e nello specifico del costituzionalista, è proprio quello di osservare i processi, cioè le trasformazioni in atto, e cercare di declinarne gli effetti in una prospettiva costituzionale. Sempre, naturalmente, nell’ottica di garantire i diritti fondamentali dell’individuo e conservare intatto l’assetto democratico. Il Prof. Francisco Balaguer Callejón costituisce uno dei principali esempi di come questo sia il ruolo che spetta al costituzionalista: non solo fotografare la trasformazione, ma soprattutto osservarne il processo e le dinamiche. È proprio ciò, infatti, che il Prof. Balaguer ha insegnato e continua ad insegnare attraverso i suoi scritti, che, sfogliandoli, tracciano il cammino intrapreso dal Costituzionalismo negli ultimi anni, di pari passo con tutte le trasformazioni che ne hanno disegnato il contorno sociale. La constitución del algoritmo, ultima opera pubblicata dal Prof. Balaguer, ha riguardo proprio ad una di queste trasformazioni, la quale si comporta, però, in maniera diversa rispetto alle altre cui si è assistito negli ultimi anni. La presenza sempre più significativa degli strumenti digitali e dell’intelligenza artificiale, infatti, per quanto sia un’evoluzione evidente, si dimostra, per alcuni aspetti, anche “silenziosa”. Si tratta, in altre parole, di un’evoluzione sia continua ed estremamente veloce, di cui è spesso complesso prevedere i passi successivi; sia apparentemente “amichevole”, considerato che gli strumenti che ha ad oggetto, caratterizzando ormai la quotidianità di chiunque, rilevano per una loro originaria e apparente innocenza.

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