POLONIA: Jan Sawicki, L’Esecutivo di destra sovranista si barcamena tra gli elogi dell’Unione europea per la sua politica sull’Ucraina e le sanzioni per la rule of law

I mesi autunnali del 2022 sono quelli in cui si consolida, nelle relazioni tra Polonia e Unione europea, la strana ambivalenza per cui da un lato il Paese raccoglie elogi per il numero di profughi ucraini che seguita ad accogliere, e per una politica tra le più ferme rispetto all’aggressione bellica russa – anche sotto il profilo degli aiuti militari –, e dall’altro seguita ad essere al centro di sanzioni di vario tipo e critiche serrate per il persistente rifiuto di ottemperare alle sentenze delle Corti europee specie, ma non solo, sul piano dell’indipendenza giudiziaria. Secondo alcuni osservatori, il primo elemento ha condizionato il secondo al punto da determinare un’eccessiva accondiscendenza della Commissione europea nei riguardi del Governo polacco, a confronto, per esempio, con la determinazione che si continua a mostrare nei riguardi dell’Ungheria. Ma non tutti condividono questo punto di vista. Per esempio, a fronte di una distensione nelle relazioni più puramente politiche, che appare evidente dalla copertura mediatica data ad alcuni eventi pubblici, dietro le quinte il confronto intorno alla rule of law non si è affatto placato.  Prova di quest’ultima interpretazione sono i flussi finanziari, ossia il dato più concreto per verificare affermazioni di natura politica. Anche in attuazione del regolamento 2020/2092, relativo a un regime generale di condizionalità per la protezione del bilancio dell’Unione, non è tuttora stata ‘scongelata’ l’erogazione di circa 35 miliardi di euro, tra prestiti e fondo perduto, nell’ambito del Recovery Plan – pur essendo stati approvati gli aspetti tecnici dello stesso – e rimangono sospesi persino 75  miliardi nell’ambito degli ordinari Fondi regionali di coesione. Per quanto riguarda la prima erogazione, il Governo di Mateusz Morawiecki (PiS) è sempre costretto sulla difensiva anche da una frangia interna alla coalizione di destra che è comandata dal piccolo partito “Polonia solidale”, del ministro della giustizia Zbigniew Ziobro (che pure, essendo quasi privo di una consistenza elettorale propria, si è presentato alle ultime due elezioni politiche nelle liste dello stesso PiS).

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