Laura Frosina, La crisi “esistenziale” dell’Unione europea tra deriva intergovernativa e spinte centrifughe

L’Unione europea attraversa una fase particolarmente critica in cui i problemi della Brexit, dei sovranismi e dei populismi, evidenziano non soltanto un sentimento di generale disaffezione verso il progetto europeo, ma possono essere interpretati come il segnale di una sua crisi esistenziale più profonda. Crisi descritta in questi termini dallo stesso Jean Claude Juncker nel discorso sullo stato dell’Unione pronunciato nel 2016 al Parlamento europeo 1 , dinanzi allo scenario straordinariamente critico e destabilizzante generato dall’inaspettata vittoria del Leave nel referendum sulla Brexit. La crisi dell’Unione è legata, in primis, alla sua incerta natura giuridica, che in questi ultimi anni non sembra aver trovato una connotazione più identificativa  nonostante gli importanti cambiamenti giuridico-istituzionali introdotti dal Trattato di Lisbona3. Nell’ultimo decennio non soltanto non si è prodotta l’auspicata evoluzione costituzionale, che risultava legata per lo più all’entrata in vigore del Trattato che adottava una Costituzione per l’Europa, ma si è registrata un’involuzione costituzionale e democratica che ha interessato tanto l’Unione europea quanto gli Stati membri. La governance europea, lungi dall’avvicinarsi a un sistema di government, e tantomeno a un modello di governo costituzionale e democratico, ha subito piuttosto, un processo involutivo che si è compiuto prevalentemente con un ulteriore rafforzamento della dimensione intergovernativa e un fenomeno più generale di fuga dal diritto dell’Unione4.

Queste dinamiche involutive sono state generate in parte dalla necessità di affrontare situazioni emergenziali legate alla crisi economico-finanziaria, alla crisi migratoria e ai problemi di sicurezza internazionale, che sono esplosi in forma per certi versi inaspettata e soprattutto, con una certa irruenza nel contesto europeo. Il processo di involuzione costituzionale e democratica non ha riguardato soltanto l’Unione ma si è registrato anche all’interno degli Stati membri, riflettendo in un certo modo alcuni aspetti degenerativi del processo di integrazione europea, con un generale indebolimento della democrazia rappresentativa, un ridimensionamento del welfare, nonché con un fenomeno di ricentralizzazione nei rapporti centro/periferia all’interno degli Stati membri decentrati5. Il progressivo intensificarsi delle influenze e delle interdipendenze tra il diritto costituzionale degli Stati membri e il diritto dell’Unione, che i fenomeni descritti hanno contribuito a realizzare, ha portato a un’interazione sempre più stretta tra gli ordinamenti e le rispettive dinamiche politiche e costituzionali

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SOMMARIO 1. La crisi identitaria dell’Unione europea e i segnali dell’involuzione costituzionale e democratica. 2 La “perversione della democrazia” e la “fuga dal diritto dell’Ue”. 2.1. Il protagonismo decisionale del Consiglio europeo e la tendenza alla sua deistituzionalizzazione. 2.2. Le riforme della governance economico-finanziaria tra ipertecnocrazia e antidemocraticità. 3. Le spinte centrifughe: la Brexit, i populismi e i sovranismi. 3.1. Un’ulteriore minaccia disgregativa: i secessionismi e lo spettro di un’Europa delle “piccole patrie”. 4. Prospettive di riforma: quali scenari possibili entro il 2025?

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