Adele De Angelis, Quale “status” per le Università non statali? Una lettura alla luce della recente giurisprudenza amministrativa

Il sistema universitario, inteso come istituto di istruzione superiore e di alta cultura, che nei tempi moderni è stato designato più comunemente con il nome di “università,” rappresenta una delle istituzioni sociali più antiche. Esso, con il passare dei secoli, ha saputo evolversi secondo vari modelli, dapprima di stampo pubblicistico, per poi subire un cambiamento di rotta, soprattutto negli anni più recenti, che ne hanno mutato la sua missione originaria di luogo di sperimentazione culturale e di trasmissione del sapere.

Questo processo evolutivo, ha interessato sia le università italiane che straniere, anche se, un ruolo significativo in questa evoluzione, è stato svolto soprattutto dall’università italiana tanto che si annovera proprio un ateneo del nostro Paese, l’Università di Bologna, come il primo esempio di università.

Vari sono i fenomeni di trasformazione che hanno interessato le università italiane. Tra le principali trasformazioni, soprattutto degli ultimi anni, si annoverano: la crescita a dismisura del numero delle università, l’eccessiva omogeneità ed uniformità normativa tra i diversi tipi di università, l’introduzione dei c.d. meccanismi competitivi.

In riferimento al primo aspetto, è da registrare che negli ultimi venti anni, si è assistito ad una moltiplicazione del numero delle università non statali. Ad esse, come è noto, è stata uniformata la disciplina delle università statali, ove compatibili, ad eccezione di alcuni ambiti di governance.

Ma ciò che rappresenta, spesso, un marcato punto di dissenso e che si è voluto uniformare la stessa disciplina, anche alle c.d. università telematiche o a distanza, di recente formazione, che presentano una struttura normativa, molto snella, che ne disciplina le strutture e le funzioni, demandato tutto il resto alle deliberazioni dell’ ANVUR e alle decisioni dei giudici.

La crescita esponenziale di questi tipi di università, diverse da quella statale, ha finito per alimentare, da sempre, sia in dottrina che in giurisprudenza, un vivace dibattito circa la natura giuridica da attribuire a questi particolari tipi di università, senza però ancora giungere ad una soluzione circa lo status da conferire ad esse, come dimostrano anche tre recenti sentenze del Tar Lazio [sez. III 15 giugno 2015, n. 8374, n. 8375, n. 8376], che vedono coinvolte nella prima pronuncia, otto Università non statali, nella seconda, l’Università Commerciale “Luigi Bocconi” e nella terza l’Università Cattolica del Sacro Cuore. […]

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Di seguito si riporta il sommario del saggio: 1. Premessa. – 2. La disciplina normativa delle università non statali. – 3. La tesi pubblicistica. – 4. La tesi privatistica. – 5. L’influenza nel diritto comunitario e la nozione funzionale di ente pubblico. – 6. Conclusioni.

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