GIAPPONE: Michele Crisafi, Il battesimo del nuovo “vecchio” Primo Ministro Suga

L‘aggiornamento epidemiologico settimanale dell’OMS del 29 dicembre – il più recente rispetto all’arco cronologico considerato –  in apertura della sezione “Regione del Pacifico Occidentale”, afferma che in essa “i nuovi casi (13% del totale) ed i nuovi deceduti (4% del totale) hanno seguitato ad incrementare secondo un trend osservato lungo le ultime otto settimane. La Regione ha riportato più di 53 mila nuovi casi ed una cifra vicina alle 700 morti. Il più alto numero di nuovi casi è stato riportato in Giappone (21.432 nuovi casi; 169 nuovi casi su un milione di abitanti)”. In questa infelice classifica, il Paese è in testa nella Regione anche in termini di nuove vittime registrate nei sette giorni del monitoraggio effettuato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, con la cifra che si attesta a 340 deceduti. Il metodo di trasmissione del Covid-19 in Giappone rimane quello dei clusters di casi, che sino al 29 dicembre ha prodotto 217.312 casi cumulativi e 3213 vittime.

Dopo il passaggio di consegne al vertice dell’esecutivo fra Abe Shinzō e Suga Yoshihide, concretizzatosi nel mese di settembre, quest’ultimo eredita il non semplice compito di affrontare la sfida della pandemia, fisiologicamente agganciata agli obiettivi macroeconomici sintetizzati nella complessa strategia dell’Abenomics. Suga, sin dal 2012 Segretario Generale di Gabinetto del Primo Ministro Abe, rappresenta una novità nello scenario governativo giapponese al massimo livello, in quanto self-made man e dunque non proveniente da una dinastia politica di alto profilo. Sebbene non propriamente un homo novus, l’investitura di Suga – dopo le dimissioni per ragioni di salute del “protettore” Abe – sottolinea il rinnovato appeal, per la nomenklatura giapponese, di un’etica pubblica che intende riconoscere l’abnegazione al servizio dello Stato a prescindere dai natali più o meno illustri. In quest’ottica il cursus honorum di Suga appare consonante rispetto alla tradizionale enfasi confuciana nei riguardi della meritocrazia, che non preclude i massimi ranghi ed onori a quanti, attraverso il duro lavoro, siano in grado di prestare i propri servigi a beneficio della comunità. […]

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