La comunità ed i gruppi vulnerabili sono attori fondamentali a livello locale nella gestione temporanea e definitiva dei beni immobili sequestrati o confiscati alla criminalità organizzata.
I beni immobili confiscati alla criminalità organizzata (beni frutto di attività illecite) sono beni sequestrati, confiscati e poi restituiti allo Stato o alla società civile che, attraverso i suoi enti territoriali o le associazioni di soggetti vulnerabili e del terzo settore (associazioni, cooperative, etc.), li gestisce nell’interesse generale. In particolare tali beni, al momento della destinazione, oltre che essere mantenuti al patrimonio indisponibile dello Stato, possono essere trasferiti ai Comuni (ed anche alle Regioni e Province), affinché li amministrino direttamente oppure ne conferiscano la gestione mediante una concessione a titolo gratuito o, in alternativa, li gestiscano in amministrazione condivisa insieme a gruppi (anche vulnerabili) di cittadini o associazioni tramite i patti di collaborazione.[…]
Scarica il testo in formato PDF
Sommario: 1. Introduzione – 2. Le origini del modello di riutilizzo sociale dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata: la legge n. 109 del 1996 – 3. L’esempio della disciplina del riutilizzo sociale nel panorama europeo e l’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata – 4. La fase di predestinazione del bene. L’assegnazione temporanea dei beni ai gruppi vulnerabili – 5. Fase della confisca definitiva – 6. Assegnazione diretta dei beni confiscati alla mafia ai gruppi vulnerabili da parte dell’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata – 7. L’obbligo di pubblicità, la trasparenza amministrativa e i beni confiscati alla criminalità organizzata – 8. Conclusioni




