Francesca Rosignoli, Il deficit democratico dell’Europa. Due punti di vista

I saggi che qui si prendono in considerazione offrono importanti spunti di riflessione non solo per comprendere le ragioni della crisi istituzionale in cui si trova attualmente l’Europa, ma anche per indagare su alcuni possibili rimedi a tale crisi. Malgrado i due autori abbiano analizzato il problema della crisi istituzionale seguendo diversi punti di vista (strettamente giuridico per Guarino, più “politico” per Grimm), è possibile rintracciare un punto di convergenza di questi contributi che può essere sintetizzato con il problema del deficit democratico dell’Unione Europea e con l’idea, comune a entrambi, che l’Europa abbia agito in questi anni secondo una mera logica di “sottrazione”, limitando la sovranità nazionale degli Stati membri e condizionandone le politiche economiche, senza offrire però un idoneo bilanciamento e una valida alternativa alla categoria giuridica dello Stato-Nazione, necessaria per fronteggiare le sfide che la globalizzazione pone all’Europa. All’origine del deficit democratico europeo c’è infatti quella che Frizt Scharp ha definito come asimmetria tra integrazione negativa (mediante l’eliminazione di normative nazionali) e integrazione positiva (mediante regolamentazione europea), che ha reso possibile il grande successo di movimenti populisti (paradigmatico tra tutti il successo del Front National di Marine Le Pen in Francia) i quali suggeriscono di fare un passo indietro e di tornare “al sicuro” ciascuno nel proprio Stato-Nazione, visto come il luogo in cui il cittadino viene tutelato sicuramente di più che in un’Unione Europea così concepita. Che tale asimmetria, intesa come la contraddizione tra lo Stato nazionale e l’ordine internazionale, caratterizzi fin dall’inizio la storia della costruzione dell’unità europea, indica come il problema affrontato abbia un carattere strutturale e non meramente incidentale, rendendone pertanto più complessa la risoluzione. […]

Il punto di vista di Dieter Grimm è quello di una Übersicht – espressione che si potrebbe tradurre con “visione d’insieme”- in quanto affronta questo tema attraverso una prospettiva più generale che indaga il rapporto tra gli organi dell’UE, in particolar modo il rapporto tra il Parlamento europeo e il Consiglio, con considerazioni sociologiche oltre che politiche, allo scopo di risalire alle cause che hanno prodotto l’attuale stato di crisi istituzionale europea.

Il punto di vista di Guarino, invece, appare più specifico, poiché non offre propriamente una visione d’insieme, organica, ma, con un approccio che si potrebbe definire genealogico, cerca di trovare il o i responsabili, il singolo evento, il singolo atto o i singoli atti giuridici in virtù dei quali sono state legittimate determinate politiche: la prospettiva di Guarino è dunque finalizzata al controllo di un principio di coerenza della legislazione più recente rispetto ai fondamenti giuridici originari dell’UE. […]

Scarica il testo completo in formato PDF

Di seguito si riporta il sommario del saggio: 1. Introduzione 2. Due punti di vista 3. La tesi del Prof. Dieter Grimm 3.1. Il deficit democratico e il ruolo del Parlamento europeo 3.2. Il processo di autonomizzazione dei poteri esecutivo e giudiziario 3.3 Quali prospettive per risolvere il deficit democratico? 4. La tesi del Prof. Giuseppe Guarino 4.1 La crisi della democrazia in Europa e il “colpo di Stato” del 1997 4.2 Una replica alla tesi di Guarino 5. Conclusione

Questa voce è stata pubblicata in: Nomos, Saggi e contrassegnata con approccio genealogico, asimmetria tra integrazione negativa e positiva, autonomizzazione dei poteri Esecutivo e Giudiziario, Call for Papers - Invito al dibattito, categoria giuridica dello Stato-Nazione, Deficit democratico, Francesca Rosignoli, Frizt Scharp, movimenti populisti, Nomos 2/2014, rapporto tra Parlamento europeo e Consiglio, sovranità nazionale degli Stati membri, Übersicht, “colpo di Stato”. Contrassegna il Permalink.