Ernesto Bettinelli, Mario Galizia: libertà e dignità nell’università

Fa bene Fulco Lanchester a mettere in evidenza la sconfinata attenzione e curiosità che Mario Galizia ha sempre avuto nei confronti dei giovani studiosi di diritto costituzionale incontrati, magari casualmente, nella sua vita di professore a Pavia, a Firenze, a Roma. Dico “sconfinata” perché Mario Galizia non dava particolare importanza al fatto che un giovane si fosse laureato con lui o meno. L’idea possessiva dell’“appartenenza a una scuola”, impersonata da un Maestro che trasmette il suo imprinting nel momento dell’assegnazione della tesi, gli era del tutto estranea. La storia mia (e di altri) con Mario Galizia lo dimostra in maniera esemplare. La racconto brevemente nei suoi primi decisivi momenti che hanno segnato il mio futuro professionale e le mia stessa vita privata. Parto ricordando che lo stadio di Pavia è dedicato a Pietro Fortunati, in onore a un dirigente sportivo che nel 1953 era riuscito a portare la squadra della mia città d’adozione ai fasti della serie B, traguardo mai più raggiunto. […]

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