Marco Mandato, Recensione a Felice Giuffrè – Ida Angela Nicotra (a cura di), L’eccezionale “bis” del Presidente della Repubblica Napolitano, Torino, Giappichelli, 2014, pp. 213

Negli ultimi anni, in particolare da inizio 2013, il nostro Paese si è trovato ad affrontare una serie di situazioni molto delicate e difficili, che hanno riguardato non soltanto l’aspetto economico, ma anche e soprattutto quello politico-istituzionale. Le elezioni per il rinnovo delle Camere, svoltesi il 24 e il 25 febbraio del 2013, hanno offerto una piattaforma politica frantumata in tre principali forze – il Pd, il Movimento 5 Stelle e il Popolo della libertà, ora Forza Italia – ognuna di esse impossibilitata a formare autonomamente un Governo che potesse ottenere congiuntamente la fiducia della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica.

Ne derivò un vero e proprio stallo nel funzionamento dell’apparato istituzionale che bloccò per ben tre mesi la normale funzionalità degli organi contitolari dell’indirizzo politico – Parlamento e Governo – e che vide come assoluto protagonista il Capo dello Stato emerito, ora Senatore a vita Giorgio Napolitano.

L’intero Paese si trovò di fronte a una crisi politica e istituzionale senza precedenti, con partiti che, spaccati sulle possibili soluzioni, trovarono un unico e comune riferimento nella più alta Magistratura della Repubblica, nel Presidente, che si elevò a supremo reggitore dello Stato concretizzando, così, la celebre tesi espositiana del ruolo della prima Carica nei momenti di crisi.

Ed è in questo contesto storico-politico che si inserisce la bella opera letteraria a cura di Felice Giuffré e Angela Ida Nicotra, portata avanti con la collaborazione di Giovanna Majorana e Francesco Paterniti; un testo che ricostruisce, con dovizia di particolari e con imparziale realismo, quei novanta giorni terribili e anomali della storia della nostra Repubblica, sviluppando ampie riflessioni sull’ “attore” principale, sul regista di queste vicende, Giorgio Napolitano. Infatti, il drammatico contesto in cui si svolsero le elezioni legislative, unito al risultato politicamente eterogeneo che uscì fuori dal certamen elettorale, hanno fatto da sfondo a un evento eccezionale, mai capitato fino ad ora nel nostro ordinamento: la rielezione del Presidente della

Repubblica, della quale gli Autori ci offrono un’interessante lettura (pp. 47 ss.) che lasciamo al giudizio e all’opinione dei lettori. L’opera, nella sua cristallina chiarezza e comprensibilità, ruota proprio intorno alla figura presidenziale, il cui ruolo e la cui incidenza sulle vicende politiche si inseriscono all’interno di un ragionamento ben più ampio, che ci fa nettamente comprendere come dall’azione svolta negli ultimi anni dal Capo dello Stato, ne sia conseguita una sua accresciuta forza politica e una “progressiva espansione” dei suoi poteri nella pratica costituzionale, tanto che, per la Nicotra, sembra auspicarsi l’opportunità di “assecondare la Costituzione “vivente”, con una revisione che introduca nell’ordinamento italiano una forma di legittimazione diretta del Presidente della Repubblica” (p. 52).

Il testo, suddiviso in cinque capitoli, tratta diversi profili del Presidente della Repubblica; il primo di essi contiene una ricostruzione sintetica della ratio della figura del Capo dello Stato nella forma di governo parlamentare italiana, cui segue la ricognizione delle prerogative assegnategli dalla Carta Costituzionale. Ma è proprio nell’elencazione dei poteri presidenziali che emerge la consapevolezza storica e attuale degli Autori che, tra la forma e la sostanza, ci invitano a riflettere come non si possa “inquadrare la figura del Presidente della Repubblica in un modello generale e astratto” (p. 9), poiché essa può assumere contorni diversi variando a seconda della legge elettorale, del sistema partitico e della fiducia che le forze politiche hanno dal proprio elettorato, valorizzando così quell’immagine della ‘fisarmonica’ che viene riferita al modello presidenziale italiano. Il richiamo a episodi del passato e il collegamento con quelli più recenti, ci mostrano come nella prassi costituzionale il ruolo del Presidente della Repubblica si sia evoluto in senso attivo, incidendo soprattutto nella scelta del Presidente del Consiglio dei Ministri e nello scioglimento delle Camere. […]

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