STATI UNITI, Giulia Aravantinou Leonidi, National Federation of Independent Business et al. v. Sebelius, Secretary of Health and Human Services, et al. Il self restraint della Corte suprema salva l’individual mandate e la credibilità politica di Obama.

La scelta di dedicare il commento di questo quadrimestre di monitoraggio dell’attualità istituzionale degli Stati Uniti alla sentenza emessa dalla Corte Suprema il 28 giugno 2012 sul Patient Protection and Affordable Care Act è apparsa del tutto obbligata dal momento in cui la controversa riforma sanitaria, fortemente voluta dal Presidente Obama, costituisce il principale terreno di scontro ancora oggi tra democratici e repubblicani all’alba delle elezioni presidenziali previste per il prossimo 6 novembre.
Nel 2010 il Congresso ha approvato il Patient Protection and Affordable Care Act allo scopo di espandere l’assicurazione sanitaria ad un maggior numero di cittadini americani e per abbattere i costi della Sanità. La legge non si propone la creazione di un sistema sanitario pubblico, come sostengono i suoi oppositori, bensì l’estensione della copertura assicurativa sanitaria al maggior numero possibile di americani. Tuttavia, il progetto riformatore di Obama gli è valso da destra le accuse di coloro che lo vogliono sostenitore del socialismo. Accuse infondate, ma legittimate dal clima incandescente di una campagna elettorale particolarmente aggressiva, in cui si alternano i grandi temi della crisi economica globale, l’impegno militare statunitense nei diversi teatri bellici, la vita privata dei candidati e le menzogne della macchina del fango mediatica. Sulla riforma sanitaria il Presidente democratico ha scommesso da tempo la propria credibilità politica in vista dell’appuntamento elettorale del prossimo novembre che lo vedrà contendersi la rielezione alla Casa Bianca con il conservatore Mitt Romney, il quale è stato ufficialmente candidato dal Gop a conclusione della convention del partito il 31 agosto scorso.

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