Dovendo scegliere, mi concentrerò sul testo di Augusto Barbera, in particolare sulla sua spiegazione relativa alla giurisprudenza costituzionale sul fine vita. Ci sono state due evoluzioni culturali alla base di essa: si è passati da una visione paternalistica nel rapporto medico paziente a una forma di alleanza terapeutica i cui il secondo non è solo passivo; si è passati da una visione tutta spostata sulla comunità e sull’incardinamento in essa del valore della vita ad una che considera anche, entro certi margini, un certo grado di autodeterminazione della persona, soprattutto se malata e in condizioni critiche. La prima ha fatto breccia sia nella giurisprudenza sia nella legislazione, la seconda nella giurisprudenza costituzionale, pur con varie cautele (ad esempio l’inammissibilità del quesito referendario sulla depenalizzazione dell’omicidio del consenziente), ma non nella legislazione nazionale […]
Stefano Ceccanti, Il tema del fine vita
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