L’obiettivo che si era prefissata la coalizione democratico-liberale, europeista e progressista vincitrice delle elezioni politiche di ottobre 2023, quello di perfezionare questo successo con la vittoria di un proprio candidato nelle elezioni presidenziali di metà 2025, è fallito clamorosamente. Nelle elezioni il cui turno di ballottaggio si è svolto lo scorso 1 giugno la vittoria è andata di nuovo a un esponente del partito di destra PiS che ha così preso il posto di Andrzej Duda, al termine del secondo ed ultimo mandato di quest’ultimo, per un complessivo decennio. Sono andate sepolte le ambizioni del sindaco di Varsavia e vicepresidente del partito di Governo Piattaforma civica, Rafał Trzaskowski, già sconfitto di stretta misura cinque anni prima e ora battuto con uno scarto ancora minore (50,89%-49,11%), eppure di nuovo battuto dopo essere stato a lungo considerato una sorta di predestinato alla massima carica statale.
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SOMMARIO: INTRODUZIONE. – SEZIONI: 1. Partiti ed elezioni. – 1.1. Le elezioni presidenziali riportano a destra il baricentro della scena politica. – 2. Parlamento. – 2.1. La Polonia si prepara a uscire dalla Convenzione di Ottawa sulle mine anti-uomo. – 2.2. Dopo la sconfitta presidenziale della maggioranza, si comincia a profilare l’ipotesi di un cambiamento di strategia sul Tribunale costituzionale. – 3. Governo. – 3.1. No a ogni presenza militare in Ucraina. – 3.2. Una fiducia rinnovata dopo la sconfitta presidenziale. – 3.3. Una tardiva richiesta di conteggio dei voti. – 3.4. Tusk effettua un ampio rimpasto governativo. – 4. Capo dello Stato. – 4.1. Veto presidenziale sul taglio dei contributi sanitari. – 4.2. Grazia parziale a un estremista di destra. – 4.3. Inaugurata la presidenza di Karol Nawrocki. – 4.4. Le prime posizioni del neopresidente in politica estera (e le loro ripercussioni nella legislazione interna). – 5. Corti. – 5.1 Invalidata la legge di bilancio nella parte in cui taglia i fondi al Tribunale costituzionale e al Consiglio nazionale della magistratura. – 5.2. L’annosa controversia sulle nomine giudiziarie produce le sue prime conseguenze sui risultati elettorali. – 5.3. Dichiarata incostituzionale la riduzione dell’insegnamento scolastico della religione. – 5.4. È incostituzionale il quorum di undici giudici per le decisioni adottate in sede plenaria dal Tribunale costituzionale. – 5.5. Incostituzionali anche le riforme da ultimo introdotte alla legislazione sul Tribunale costituzionale.




