Abstract [It]: La progressiva erosione degli standard democratici, le violazioni dello Stato di diritto e l’emergere di una crescente sfiducia nelle istituzioni, oltre che nel tradizionale sistema dei partiti – in un contesto segnato da polarizzazione politica, populismi e sovranismi – hanno condotto le organizzazioni sovranazionali, ed in particolare l’OECD, l’OSCE-ODIHR e il Consiglio d’Europa, a riflettere sulla necessità di rafforzare istituzioni e processi democratici, promuovendo la partecipazione dei cittadini nella formazione delle decisioni che li riguardano direttamente, all’interno di processi genuinamente aperti, trasparenti ed inclusivi. Il presente contributo si propone dunque di indagare come organizzazioni sovranazionali definiscano all’interno linee guida ed altri documenti di soft law le nuove pratiche deliberative per promuovere l’inclusione dei gruppi “deboli”.
Abstract [En]: The erosion of democratic standards, rule of law violations, and distrust towards public institutions and the political party system – in a context dominated by political polarization and populism – led international and supranational organizations to reflect on the need to strengthen democratic processes and institutions. Citizens’ involvement in open, transparent, and inclusive decision-making processes – through participatory and deliberative tools – is deemed to be essential to this purpose. In this essay, we will therefore provide an overview of the multitude of soft-law documents on participatory and deliberative democracy elaborated by supranational organizations in recent years.
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SOMMARIO: 1. Premessa. – 2. L’inclusione dei gruppi vulnerabili, sottorappresentati e marginalizzati nelle linee guida dell’OECD sui processi rappresentativo-deliberativi. – 2.1. L’“Affaire MAI” e il progressivo coinvolgimento della società civile nelle attività dell’OECD. – 2.2. L’inizio del “secondo ciclo partecipativo” e la Raccomandazione sull’open government del 2017. – 2.3. L’attuazione della Raccomandazione del 2017. – 3. La tutela dei gruppi “vulnerabili” nella dimensione dell’OSCE/ODIHR. – 3.1. La dimensione umana. – 3.2. Le Linee guida dell’ODIHR del 2024. – 4. La partecipazione dei gruppi tradizionalmente sottorappresentati nella dimensione del Consiglio d’Europa e le nuove pratiche deliberative. – 4.1. La Dichiarazione di Reykjavik e la Raccomandazione del Comitato dei Ministri sulla democrazia deliberativa del 2023. – 5. Brevi riflessioni conclusive.