Tra maggio e agosto 2025 la traiettoria costituzionale di Israele si è intrecciata con un insieme di sviluppi esterni e interni che, pur radicandosi in dinamiche già in atto da tempo, hanno assunto un’intensità tale da configurare una vera e propria trasformazione materiale dell’ordinamento, segnata da regressione democratica, conflitto istituzionale e polarizzazione sociale. Nella finestra temporale analizzata si sono infatti susseguiti eventi drammatici che evidenziano, ancora una volta, quella che Anna Foa ha definito “il suicidio di Israele”, ovvero una deriva autodistruttiva dell’ordinamento israeliano che intreccia regressione democratica interna ed escalation bellica esterna, con un progressivo sovvertimento dei presupposti liberal-democratici dello Stato.
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SOMMARIO: INTRODUZIONE. – SEZIONI: 1. Partiti ed elezioni. – 1.1. National Unity e il calo di consensi. – 1.2. La rivolta dei partiti ultraortodossi. – 1.3. Yesh Atid. – 1.4. Likud. – 2. Knesset. – 2.1. Il meccanismo di dissoluzione del Parlamento tra norme e prassi. – 2.2. Il caso di Odeh e la compressione delle opposizioni. – 2.3. L’espulsione di Cassif. – 2.4. La mozione sull’annessione della West Bank. – 3. Governo. – 3.1. La stabilità dell’Esecutivo e le mozioni di sfiducia. – 3.2. La deriva dell’ordinamento. – 3.3. Lo scontro con la Procuratrice Generale. – 3.4. La rappresentanza femminile tra Governo e Parlamento. – 3.5. La decisione su una Commissione di inchiesta per i fatti del 7 ottobre 2023. – 4. Capo dello Stato. – 4.1. Lo scontro sotterraneo con Netanyahu. – 4.2. Il possibile intervento del Presidente. – 5. Corte Suprema. – 5.1. Prima la Corte, poi l’AG: il braccio di ferro tra Governo e Corte sulla Procuratrice Generale.




