Non posso che esprimere, innanzitutto, il mio profondo rammarico per aver vissuto tutti questi anni nei quali siamo riusciti a eccellere in quella che, purtroppo, è diventata una nostra specialità nazionale: avere buoni modelli e comprometterli nella loro attuazione. È una vera e propria peculiarità italiana. Abbiamo spesso vissuto la nostra appartenenza all’Europa come meri imitatori: del modello inglese, del modello francese… e pure quando siamo stati in grado di concepire modelli nostri, li abbiamo sistematicamente adulterati. Oggi non ci resta che affidarci alla speranza – forse ingenua – che davvero le vie del Signore siano infinite, e che da questo ginepraio possano emergere, grazie a chi ha idee chiare, percorsi concreti supportati dagli strumenti che, seppur imperfetti, sono a nostra disposizione.
Giuliano Amato, Conclusioni
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