GIAPPONE, Michele Crisafi, Il Giappone ripensa sé stesso in vista delle Olimpiadi del 2020 ma deve fare i conti con la situazione internazionale contemporanea

Lentamente, in perfetto stile giapponese, ma concretamente. Il IV Gabinetto Abe comincia a dare una fisionomia concreta alle aspettative ingenerate nel proprio elettorato, prendendo le mosse da un settore per cui al Giappone è unanimemente riconosciuto un ruolo di leadership globale, ovvero il lavoro. La vetrina offerta nel 2020 dai Giochi Olimpici di Tokyo costituirà senz’altro un’occasione irrinunciabile per fornire al mondo un’immagine “tradizionalmente moderna” del Paese, in grado di stupire milioni di visitatori con le performances sulle rotaie degli Shinkansen e la millenaria spiritualità del sentimento religioso consacrata dallo Shintō. Un inizio probabilmente meno roboante di quanto annunciato in campagna elettorale dall’LDP, il partito di maggioranza relativa, poco meno di un anno or sono. Langue ogni passo formale sulla prospettata revisione costituzionale, che conferisca un profilo di legittimità alle SDF, mentre la soddisfazione domestica per tutte le questioni aperte sui tavoli internazionali, Corea del Nord in primis, transita, con allegata manifesta superiorità relazionale, per Washington. Capitale statunitense un giorno più vicina e più lontana il giorno dopo.

Se è vero che il Trattato di Sicurezza USA-Giappone seguita a costituire la pietra angolare della pace e della stabilità nella regione asiatica, tuttavia il protezionismo economico trumpiano ha inferto un duro colpo, per lo meno d’immagine, alla raffigurazione nazionale dell’alleato sull’altra sponda del Pacifico. La ricerca in quest’ottica di vecchi-nuovi interlocutori diventa allora un evidente strumento di pressione per la diplomazia nipponica. Il variegato fronte europeo si stringe al Giappone attraverso la cooperazione economica e strategica, mentre parallelamente il Giappone annuncia il 6 luglio di aver completato le procedure domestiche per il Comprehensive and Progressive Agreement for the TransPacific Partnership (TPP11 Agreement), di cui gli USA non sono parte, e non senza polemiche, sulla scia dell’avvicendamento Obama-Trump. Mai come adesso il Giappone giunge ad un cruciale incrocio fra vecchio e nuovo, e nella visione del Primo Ministro la ricerca della perfetta alchimia da iniettare nel Paese è appena iniziata. […]

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