Fulco Lanchester, Il “congedo” di Roberto Nania

Nel mio intervento non parlerò del Liber amicorum offerto a Roberto Nania, ma piuttosto del contesto umano che lo ha prodotto. Sono anche consapevole che il parterre della presentazione odierna ritragga solo una parte della biografia di Roberto Nania, limitandosi al settore accademico (ed escludendo quindi quello forense). Tuttavia ritengo che esso costituisca una traccia per approfondire un percorso e comprendere meglio lo stesso nonché il senso della cerimonia odierna nell’ambito della vicenda del diritto costituzionale dello Studium urbis e poi del complesso delle Università romane. Per quest’incontro risultano importanti le presenze delle origini di Nania nella Facoltà giuridica romana, rappresentate da Totò Cervati e Paolo Ridola (entrambi professori ordinari anche a Scienze politiche) e quelle felsinee di Carlo Bottari, che, coetaneo di Nania, rappresenta l’Alma mater di Bologna. Sono, però, ancora più significativi i nomi contenuti nelle due prime pagine della presentazione degli scritti in onore di Roberto, che oggi gli vengono ufficialmente consegnati.
In questo intervento vi farò riferimento, tenendo conto dell’appartenenza alle differenti generazioni accademiche che hanno caratterizzato la Sapienza negli ultimi 70 anni. […]

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Sommario: 1. Premessa. – 2. Le generazioni universitarie romane del diritto costituzionale dagli anni Cinquanta agli anni Settanta. – 3. L’incontro con Nania. – 4. Il periodo successivo. – 5. Conclusioni.

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