Luigi Volpe e Maria Daniela Poli, Rappresentanza politica e “situazioni di eccezione”: i governi di “grossa coalizione”

Annotava G. Ferrara in un suo lavoro monografico del 1973 dal titolo “Il governo di coalizione”1 – lavoro che, ancora oggi, a quarant’anni di distanza, costituisce un buon punto di partenza per una aggiornata riflessione sul tema – che «la storia dei governi della Repubblica italiana è storia di governi di coalizione o di governi costituitisi in attesa e per consentire che si determinassero le condizioni politiche per la formazione di governi di coalizione». Ed infatti la formazione di “coalizioni” (pressoché sempre “satelliti” del partito di maggioranza relativa) ha costituito una “regolarità” della versione italiana della forma di governo parlamentare: coalizioni c.d. “centriste” (nel primo decennio di vita repubblicana), coalizioni di “centro-sinistra” (nel successivo decennio di mise en oeuvre dello Stato sociale), maggioranze (più che vere coalizioni) di “solidarietà nazionale” (nei “ferrigni” anni Settanta2), coalizioni c.d. di “pentapartito” (nel successivo decennio), oltre il quale prende avvio un secondo ciclo della storia repubblicana.

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