CANADA: Maria Rosaria Radiciotti, “Silent Parliaments, muted outrage”: recenti tendenze nella dinamica dei rapporti tra esecutivo e legislativo nella forma di governo parlamentare canadese.

La proroga delle sessioni parlamentari, la presentazione di progetti di legge omnibus, il contingentamento dei tempi del dibattimento in aula, sono strumenti ormai ricorrenti nel confronto tra governi e istituzioni parlamentari dell‟ordinamento canadese. Questa tendenza che testimonia un‟alterazione della ripartizione del potere tra i due organi sbilanciata verso l‟esecutivo, in tempi recenti sembra accentuarsi sia a livello centrale che periferico. La compressione del principio del responsible government che ne deriva ha sollecitato diversi spunti riflessivi sulla condizione della “démocratie malade” canadese.
Oggetto del dibattito pubblico, al quale hanno partecipato organizzazioni della società civile, esponenti del mondo accademico e della carta stampata, è stato non tanto l‟impiego di questi dispositivi, che sono espressamente previsti dai regolamenti parlamentari, quanto piuttosto il ricorso improprio o l‟abuso, con il fine di comprimere o eludere la funzione di controllo del Parlamento, onde far pendere la bilancia del potere nel rapporto legislativo-esecutivo in favore di quest‟ultimo.
Le circostanze particolari in cui i governi federale e provinciali hanno adottato questi strumenti spesso denunciano una condizione di debolezza degli stessi, o perché governi di minoranza, privi di una estesa legittimazione elettorale e del supporto di una solida maggioranza parlamentare, e per questo ostacolati nella realizzazione del programma politico; o perché duramente contestati dentro e fuori le aule parlamentari, a seguito di politiche impopolari o di inchieste avviate proprio sotto la spinta dei partiti di opposizione. […]

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