Alessandro Gigliotti, Brevi note in tema di reviviscenza degli atti normativi

La questione dell’ammissibilità dei due quesiti referendari in materia elettorale, presentati dal comitato Morrone – Parisi, data la particolare struttura degli stessi, si lega in maniera inscindibile con la delicata questione, di carattere ermeneutico, della reviviscenza delle norme abrogate a seguito di abrogazione delle norme abrogatrici. È pertanto necessario affrontare in via preliminare il problema della reviviscenza per poter verificare se i quesiti rispondano o meno ai criteri elaborati dalla Corte costituzionale nel corso della sua giurisprudenza più che trentennale. Com’è noto, un quesito referendario in materia elettorale – ma, più in generale, la considerazione andrebbe estesa a tutti i quesiti aventi ad oggetto leggi costituzionalmente obbligatorie – deve essere strutturato in modo tale da consentire la permanenza di una normativa di risulta perfettamente autoapplicativa, in ottemperanza al principio per cui non è possibile giungere ad un vuoto normativo che non consentirebbe, senza il previo intervento del legislatore, di svolgere le elezioni politiche per rinnovare l’organo alla sua scadenza, naturale o anticipata. Per tale motivo, il comitato promotore ha elaborato due quesiti che – sebbene seguendo due strade differenti – si prefiggono entrambi di abrogare la legge Calderoli, determinando non già un vuoto normativo, bensì la reviviscenza delle vecchie norme, abrogate da tale legge, vale a dire il sistema elettorale del 1993 (c.d. legge Mattarella).

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