Andrea Manzella, Il filo dell’effettività

Da un certo punto di vista, questo libro, scritto da quattro giuristi ottuagenari, potrebbe essere considerato come un libro di retroguardia. È un’opinione rispettabile, purché di “retroguardia” si abbiano presenti due significati. Uno è quello della retroguardia che spara le ultime cartucce in difesa del suo mondo concettuale di cui   ha magari qualche rimpianto. L’altro, in contraddizione, invece, è quello dei pochi rimasti che cercano di individuare le scorie e le lacune di quello che c’è stato: per preparare il terreno al tempo che verrà. Insomma: il cameriere, che sparecchia e apparecchia la tavola, a sera, quando l’ultimo avventore se n’è andato, fa l’ultimo lavoro per il giorno che è passato ma anche il primo per il giorno, per il domani, che verrà […]

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