F.Savastano, Recensione a M.CARTABIA – M. GENNUSA, Le fonti europee e il diritto italiano, Torino, Giappichelli, 2011, pp. 132.

L’Unione europea è senza dubbio il fenomeno di più grande rilevanza politico-istituzionale se non dell’intero dopoguerra, quantomeno degli ultimi 25 anni. I commentatori del processo d’integrazione europeo hanno spesso concentrato la ropria analisi sulle strutture e sul funzionamento della macchina istituzionale, tralasciando l’importanza del rapporto con la cittadinanza. All’opinione pubblica, invece, il fenomeno comunitario è sempre stato presentato sotto pochi e devianti punti di vista.
Il primo è quello economico: è fuori da ogni dubbio che l’integrazione si sia mossa prevalentemente in quest’ambito, ma più che i vantaggi ci si è soffermati spesso ad evidenziarne alcuni aspetti negativi, come nella nota vicenda delle quote latte. Nell’opinione pubblica non esistono infatti politiche comuni europee, bensì politiche imposte da Bruxelles, piuttosto che vincoli fissati dall’Unione; gli uomini che stanno portando avanti questo progetto sono grigi burocrati; allo stesso modo in Italia più che altrove le elezioni del Parlamento europeo si giocano solo su tematiche di politica interna e non su questioni di interesse europeo.

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