Rosa Iannaccone, Recensione a M. Pacelli, G. Giovannetti, Interno Montecitorio. I luoghi, l’istituzione, le persone, Torino, Giappichelli, 2020, pp. 400.

Interno Montecitorio. I luoghi, l’istituzione, le persone” di Mario Pacelli con Giorgio Giovannetti è un’ampia e dettagliata ricostruzione della storia a tutto tondo del Parlamento italiano, che permette di comprendere l’evoluzione dell’istituzione parlamentare, e di conseguenza della forma di governo, in chiave diacronica. È possibile suddividere il volume sia in base ai periodi storici che tratta, ossia la fase statutaria, il regime fascista e la fase repubblicana, che per aree tematiche, le quali sono messe in luce dallo stesso sottotitolo. Nel corso del volume, gli Autori non mancano di effettuare rilevanti comparazioni con altre esperienze parlamentari, soprattutto quella francese e inglese, mettendo in rilievo non solo le motivazioni che hanno portato, il più delle volte, la prima ad essere utilizzata come modello, ma anche gli aspetti problematici che ne sono derivati. A caratterizzare il testo, oltre alla minuziosa ricostruzione degli eventi e delle norme, è la scelta di introdurre immagini, riquadri di approfondimento sui più disparati argomenti – dai più tecnici alle mere curiosità – e un’appendice. Nel corso della lettura, infatti, è possibile imbattersi in approfondimenti sui “fantasmi di Montecitorio” – un imperatore romano, un frate corpulento che prenderebbe a schiaffi chi difetta in buone maniere e un irruente garibaldino caduto a Mentana –; sull’evoluzione dei prezzi della buvette o sugli amori nati nei corridoi del Palazzo, come quello tra Nilde Iotti e Palmiro Togliatti. Sono più frequenti e più dettagliati, però, i riquadri dedicati ad argomenti più tecnici e delicati, solo per citarne alcuni: la struttura delle aule parlamentari a emiciclo o con banchi contrapposti; i sistemi utilizzati per esaminare le leggi ossia quello degli Uffici, quello delle tre letture o il sistema delle commissioni permanenti; la peculiarità italiana del voto segreto; le Commissioni bicamerali; l’ostruzionismo; le leggi di bilancio e l’integrazione europea.

Interessante e di indubbia utilità per il lettore è l’“Appendice” che contiene approfondimenti sulla comunicazione politica e la sua evoluzione in Italia (“La forza delle parole”); sui confronti, spesso non solo dialettici, avvenuti a Montecitorio (“Tumulti in aula (ma anche in Transatlantico)”); sul drafting normativo e la sua istituzionalizzazione (“Le buone leggi”); sulla diffusione, nell’Ottocento, del «romanzo parlamentare» ossia un genere letterario che, raccontando le storie degli uomini che frequentavano, a vario titolo, le assemblee rappresentative, fornì uno spaccato della società che si trasformava (“Il romanzo parlamentare”); […]

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