Giuseppe Franco Ferrari, La Carta del Carnaro: un centenario in sordina

La cosiddetta Carta del Carnaro viene pubblicata mediante lettura da parte di Gabriele d’Annunzio alle 21 del 30 agosto 1920 dal palco del Teatro della Fenice, in Fiume, e di nuovo presentata ai Legionari nella stessa sede il mattino successivo. Appare poi nel Bollettino Ufficiale del 1 settembre, n. 31. Il generale Caviglia, Commissario straordinario per la Venezia Giulia da Natale dell’anno precedente, avendo preso il posto di Badoglio, ha ricevuto una copia a mani il 27, in un incontro con il Comandante. La prima tiratura di qualche centinaio di copie, in grigio senza fregi, è curata dalla tipografia Miriam, a Fiume, a cui segue qualche giorno dopo una ristampa romana. Il compito di spiegarla e divulgarla è lasciato al capo di gabinetto, Alceste De Ambris, che la illustra sempre a teatro il 9 settembre e pubblica il suo commento su “La vedetta d’Italia” il giorno successivo.

Le forme di pubblicazione sono del tutto inusuali rispetto alla pur enorme varietà delle fasi costituenti, ma la Carta è figlia del tempo post-bellico, come numerose altre approvate in Europa tra 1919 e 1923. Le vicende politico-istituzionali che la precedono e le fanno da cornice sono ovviamente uniche, come si addice ai processi costituenti, ma il contesto post-bellico ne è la matrice comune rispetto ai documenti costituzionali coevi. E’ constatazione ormai consolidata dalla ricerca storica che il novembre 1918 abbia solo convenzionalmente segnato la fine delle ostilità nel continente europeo, mentre in realtà il collasso degli Imperi centrali ed in particolare l’implosione della monarchia asburgica abbia causato l’insorgere di una pluralità di conflitti locali di intensità non inferiore a quella innescata dall’attentato di Sarajevo: pulsioni etniche incontenibili, liberate dal crollo dei contenitori costituzionali precedenti, spesso consolidati da equilibri secolari, coinvolgono milioni di persone. Dalle coste baltiche alla Slesia, dal confine tra Austria ed Ungheria, dalla Romania alla Bulgaria, fino alla Boemia, alla Tracia ed alla controversia greco-turca e soprattutto fino all’Adriatico ed ai Balcani, la pace di Versailles ed i trattati successivi danno all’Europa un assetto geo-politico che, lungi dal preludere ad un lungo periodo di pace globale, sembra sollecitare guerre civili e conflitti di confine. […]

 

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Sommario: 1.Introduzione; 2. E’ possibile una comparazione? Le peculiarità del primo dopoguerra italiano; 3. La forma di Stato e quella di governo; 4. La costituzione economica; 5. I diritti.

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