Francesco Severa, Effetti e prospettive future dell’ormai definitiva riduzione del numero dei parlamentari. A proposito del volume di E. Rossi (a cura di), Meno parlamentari, più democrazia?, Pisa, UPI, 2020, pp. 286.

Alla luce di un risultato referendario che con inedita nettezza ha convalidato la riforma costituzionale sulla riduzione del numero dei parlamentari, si rende più che mai necessaria una riflessione sugli effetti sistemici di tale revisione, in una duplice prospettiva, che è insieme funzionale e programmatica. Sotto il primo profilo, infatti, il nuovo assetto numerico delle Camere impone una serie di interventi correttivi sui regolamenti parlamentari e sulle norme che governano l’elezione del Parlamento nazionale. Il secondo profilo appare però ancora più interessante e stimolante, intento a cogliere la possibile spinta riformatrice che potrebbe derivare dal diverso approccio alla revisione costituzionale che sembra caratterizzare la riforma su cui siamo stati chiamati ad esprimerci. Non più il tentativo di condensare il consenso popolare su revisioni ampie e complesse del testo della Carta, ma proporne di puntuali, sulle quali raccogliere con più facilità larghe convergenze.

Per procedere a questa complessa analisi, faremo riferimento ad una di quelle raccolte corali che ogni tanto appaiono nel mondo del diritto, capaci di rendere plasticamente il senso della complessità della riflessione scientifica, guardando alle questioni giuridiche, anche le più lineari ed elementari, sotto una pluralità di prospettive e dunque a distanze variabili. L’opera “Meno parlamentari, più democrazia?”, con estrema cura ordinata e razionalizzata da Emanuele Rossi, applica questo modello complesso di riflessione a quella che, al momento della pubblicazione del lavoro, era solo una proposta emendativa e che oggi invece ha ridisegnato in via definitiva il testo della Costituzione italiana. L’analisi si realizza nel libro citato in tre distinti momenti (conoscere, giudicare, agire), che offrono un vero e proprio percorso di scomposizione e ricostruzione dell’esame su tale riforma, non fornendo in conclusione un giudizio univoco ma una pluralità eterogenea di riflessioni. Una discussione dinamica che ci aiuta, anche dopo il positivo esito referendario, a chiarire quali potrebbero essere gli effetti futuri di questa riforma, approvata in seconda ed ultima deliberazione dalla Camera dei deputati l’8 ottobre del 2019 e per la quale è stato richiesto il referendum confermativo, inizialmente fissato per il 29 marzo del 2020, rinviato poi al 20 settembre 2020, vista l’impossibilità di tenere una consultazione elettorale durante l’emergenza sanitaria dovuta al contagio da Covid-19. La revisione, ormai approvata, riguarda tre soli articoli della Carta, i due che determinano il numero di deputati e senatori (art. 56 e 57 Cost.) e quello che disciplina la nomina dei senatori a vita (art. 59 Cost.). […]

 

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Sommario: 1. La riduzione dei parlamentari: una nuova logica per la revisione costituzionale. – 2. La forza dei numeri e la dimensione della rappresentanza. – 3. Gli effetti della riforma sulle funzioni di garanzia del Parlamento. – 4. Il referendum confermativo: il quesito puntuale come elemento di chiarezza tra cittadini e legislatore costituzionale.

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