Quaderni di Nomos

Nuova serie – Pubblicata da Cedam-Wolters Kluwer


F. Lanchester, Il costituzionalismo contemporaneo e l’incubo di Weimar, Padova, Cedam-Wolters Kluwer, 2023

La Costituzione di Weimar del 1919 è strettamente collegata all’opera critica di Carl Schmitt, mentre negli ultimi cento anni, e ancor’oggi, l’incubo weimarianoha aleggiato e alita sulle democrazie pluraliste.In questo volume una serie di scritti sul caso weimariano, sull’Italia e su Carl Schmitt – redatti nell’ultimo lustro – vengono preceduti da un’introduzione dedicata alla situazione storico-spirituale del costituzionalismo nello Stato di diritto costituzionale democratico di massa, nato dopo il secondo conflitto mondiale. Le trasformazioni degli ultimi cinquant’anni hanno, infatti, trasformato profondamente gli ambiti cui fanno riferimento le istituzioni liberal-democratiche. Non soltanto lo spostamento degli assi geopolitici e la rivoluzione digitale influenzano – oramai – intensamente l’attività dei soggetti politicamente rilevanti, ma i partiti risultano ‘svuotati’ e gli elettorati sono divenuti meno partecipi e più volatili. Oggi ci ritroviamo in un tornante che, per certi aspetti, somiglia a quello degli anni Venti del secolo scorso, nell’ambito – però – di uno spazio geopolitico in cui il continente europeo risulta oramai periferico.In un simile quadro il costituzionalismo rischia di essere percepito come un mero valore occidentale, con lo sguardo rivolto alla sola potenza statunitense e alle sue vicende interne, e non più un patrimonio dell’intera umanità. Sulla base dei valori del costituzionalismo e della realtà, la prospettiva suggerita dal volume è quella di sviluppare una duplice strategia fondata da un lato sulla limitazione dei poteri e sulla partecipazione, dall’altro sull’ambito del government statuale e su quello della governance degli istituti sovranazionali e della (ri)globalizzazione.

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G. Amato, F. Lanchester (a cura di), La crisi della democrazia statunitense ragioni e prospettive, Padova, Cedam-Wolters Kluwer, 2023

L’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021 ha stimolato le riflessioni sulle tensioni che affliggono l’ordinamento statunitense. Il volume è frutto di un convegno organizzato in memoria di Antonio Zorzi Giustiniani sulla crisi democrazia USA.
Esso affronta, attraverso la ricerca in materia di Zorzi Giustiani, la realtà delle difficoltà crescenti di tutti gli ordinamenti democratici contemporanei, con particolare riferimento a quello statunitense. L’analisi delle trasformazioni interne e del contesto geopolitico mondiale dell’ultimo cinquantennio mettono in evidenza l’importanza di una consapevole riflessione sulla necessità di rafforzare i fondamenti della forma di Stato di democrazia pluralista, limitando e riducendo tensioni e centrifugazioni.

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F. Lanchester, R. D’Orazio (a cura di), I costituenti della Sapienza. Atti del convegno – Roma 30 novembre 2017, Padova, Cedam, 2021

Dopo il 1870 “La Sapienza” è stata per circa un secolo l’unica università statale romana, svolgendo – soprattutto nel secolo XX – un ruolo strategico nella formazione della classe dirigente italiana.
In occasione del settantacinquesimo anniversario della conclusione dei lavori dell’Assemblea Costituente il volume pubblica a stampa gli Atti del Convegno su I costituenti de “La Sapienza” per ribadire il contributo dei docenti de “La Sapienza” nel processo costituente che ha condotto alla approvazione della Costituzione repubblicana del 1948.
Il volume, aperto da una riflessione generale sul periodo costituente e sul ruolo dei giuristi nella fase costituzionale transitoria, si concentra non soltanto sul contributo di coloro che agirono direttamente come “costituenti” (Ambrosini, Caronia, Codacci Pisanelli, Fanfani, Leone, Moro, Mortati, Orlando, Perassi, Pesenti, Segni, Tosato, Gonella), ma anche su quello degli “esperti” per il lavoro preparatorio (Giannini, Gueli, Jemolo, Calasso, Perticone).
Non sono dimenticati i cosiddetti “decostituiti” (Costamagna, Maraviglia, Romano) e la Convenzione con il Vaticano per la costruzione della Cappella della “Divina Sapienza” nel periodo di redazione dell’art. 7 della Costituzione.
Completa il volume una parte documentaria con l’elenco di tutti i docenti (professori, liberi docenti e assistenti) degli Istituti delle Facoltà giuridico-economico e politiche de “La Sapienza” del periodo 1924-1970 per anni significativi.
Scritti di Giuliano Amato, Vincenzo Atripaldi, Salvatore Bonfiglio, Fernanda Bruno, Giulia Caravale, Sabino Cassese, Stefano Ceccanti, Attilio Celant, Costanza Ciscato, Ugo De Siervo, Roberto D’Orazio, Fulco Lanchester, Sergio Lariccia, Daniele Ferrari, Simone Ferraro, Eugenio Gaudio, Massimiliano Gregorio, Francesco Margiotta Broglio, Marco Macchia, Renato Moro, Paola Piciacchia, Paolo Pombeni, Andrea Ridolfi, Raffaele Romanelli, Luciano Violante.

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F. Lanchester (a cura di), Vittorio Bachelet e gli anni di piombo alla Sapienza. Due convegni a quaranta anni dal suo sacrificio, Padova, Cedam, 2020

In questo volume vengono pubblicati gli atti dei due Convegni organizzati dall’Università di Roma La Sapienza con altre istituzioni in occasione del quarantesimo anniversario dell’assassinio di Vittorio Bachelet. I Convegni, differenti per taglio ed approccio, si collegano alla oramai lunga serie di precedenti iniziative che si sono dipanate a La Sapienza sin dal 1980 per riflettere sull’evento del 12 febbraio, cercando – soprattutto nel secondo – di contestualizzare quell’evento nell’ambito della crisi italiana e delle trasformazioni dell’istruzione superiore.
In particolare, nel quadro delle iniziative istituzionali per ricordare l’anniversario del 12 febbraio 1980, il primo Convegno dal titolo Vittorio Bachelet: l’impegno come responsabilità e come esempio è stato celebrato in Aula Magna della Università La Sapienza, alla presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella, mentre il secondo su Gli anni di piombo alla Sapienza. A quaranta anni dal Sacrificio di Vittorio Bachelet si è tenuto il 27 maggio. Entrambi gli incontri, con taglio differente, non sono stati puramente rievocativi, ma animati da spirito realistico ed impegno fattivo. Ricordando il sacrificio di Vittorio Bachelet e l’ambiente in cui esso si è svolto, è possibile, infatti, procedere avanti con maggiore consapevolezza, sicuri di poter continuare a fare riferimento ad un insegnamento che non è esclusivo, ma tuttavia profondamente radicato e contestualizzato.

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F. Lanchester, La Costituzione sotto sforzo, Padova, Cedam, 2020

Il volume costituisce la sintetica ricostruzione del percorso che ha condotto alle attuali difficoltà politico-costituzionali italiane e offre analisi e riflessioni basate su un’interpretazione realistica, tesa a verificare lo svilupparsi dei fenomeni e solidamente vincolata alla prospettiva del costituzionalismo democratico.
In un simile contesto, dove la via d’uscita pare essere quella dell’emergenza per non decidere o del riferimento agli organi costituzionali di garanzia, si conferma un ipercinetismo elettorale compulsivo non rilevabile in altri ordinamenti liberaldemocratici consolidati, mentre continua a venire trascurato il tema strategico della democrazia infrapartitica e della regolazione dei costi della politica, che potrebbe invece rivitalizzare il circuito democratico.
Il referendum costituzionale del settembre 2020 ha confermato la riduzione del numero dei parlamentari, ma senza la indispensabile nuova legge elettorale, da un lato, e l’incremento dell’iniziativa legislativa popolare precedentemente prospettata, dall’altro. Si tratta della certificazione che l’emergenza politica, coperta da quella sanitaria, favorisce gli spostamenti tattici e gli “annusamenti” relativi, ma mette in sempre più sotto sforzo la complessiva costruzione costituzionale, in un periodo che prefigura i pericoli della crisi societaria. Viene confermata, tuttavia, l’impostazione che, in epoche oscure, l’orientamento si mantiene seguendo in maniera costante la stella polare del costituzionalismo.

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F. Lanchester, Il diritto pubblico negli ultimi 70 anni: in ricordo di Giuseppe Guarino, Padova, Cedam, 2020

La dolorosa scomparsa di Giuseppe Guarino (Napoli, 15 novembre 1922 – Roma, 17 aprile 2020) fornisce la possibilità di commemorare il decano dei costituzionalisti italiani, membro del Comitato scientifico della Rivista Nomos-Le attualità nel diritto sin dalla sua fondazione nel 1988, attraverso la testimonianza fornita dallo stesso Guarino sul proprio percorso intellettuale in un’intervista concessa a Fulco Lanchester nel 2012.
L’intervista tiene conto della vicenda biografica di Guarino e della sua produzione e fornisce la possibilità di ripercorrere il tracciato del diritto pubblico negli ultimi 70 anni dallo Stato nazionale accentrato all’epoca dell’integrazione sovranazionale e della globalizzazione. I commenti di Giuliano Amato e Vincenzo Atripaldi inquadrano opportunamente la personalità scientifica ed umana di Guarino, la cui bibliografia è stata raccolta da Francesca Rossi.

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G. Aravantinou Leonidi, Inside Parliament. La burocrazia parlamentare nel Regno Unito e in alcuni ordinamenti di common-law. Profili di diritto comparato, Padova, Cedam, 2020

Il volume traccia, in una prospettiva storica, un quadro della disciplina che regola nel Regno Unito il ruolo degli apparati di supporto all’attività del Parlamento di Westminster e delle Assemblee della devolution di Scozia, Galles e Irlanda del Nord. L’analisi si svolge nel contesto di trasformazione dello Stato contemporaneo e di evoluzione del ruolo dei Parlamenti, investiti da delicati problemi di adeguamento rispetto ai nuovi e maggiori compiti derivanti sul piano interno dai processi di disarticolazione territoriale e su quello sovranazionale dal processo di integrazione europea, interrottosi per il Regno Unito a seguito della Brexit. Attraverso l’analisi delle esperienze degli apparati burocratici del Congresso statunitense, del Parlamento canadese e del Parlamento australiano il volume si propone di offrire un contributo integrativo allo studio della burocrazia parlamentare nella prospettiva comparata, svolgendo dei rilievi e traendo alcune conclusioni preliminari circa lo stato dell’istituzionalizzazione della burocrazia parlamentare britannica rispetto a quella di altri ordinamenti appartenenti alla famiglia giuridica di common law. Lo studio dell’apparato tecnico-burocratico dei Parlamenti consente di evidenziare come lo status, le funzioni e le dimensioni degli apparati parlamentari contribuiscano a fornire elementi essenziali alla valutazione del ruolo assunto dalle istituzioni rappresentative e dell’espansione del loro ruolo nelle democrazie contemporanee quale frutto di una serie di elementi convergenti.

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M. G. Rodomonte, Il bicameralismo incompiuto
Democrazia e rappresentanza del pluralismo territoriale in Italia
, Padova, Cedam, 2020

Muovendo dall’analisi dell’attuale crisi democratica, lo studio si interroga sulle modalità di rivitalizzazione della democrazia e del Parlamento in Italia. In un contesto pluralistico e policentrico, da sempre attraversato da numerosi cleavage, soprattutto territoriali, appare evidente infatti come sia impossibile prescindere dalla presenza al “centro” delle realtà territoriali, in primo luogo delle Regioni, concepite peraltro dallo stesso Costituente quali strumenti che avrebbero dovuto contribuire alla democratizzazione del sistema. Oggi, tuttavia, è inevitabile constatare che il regionalismo italiano rimane ancora, per molti versi, ambiguo e incerto. Inoltre non si può non registrare la difficoltà, principalmente politica, di realizzare la trasformazione dell’attuale anomalo bicameralismo simmetrico in uno di tipo asimmetrico, con l’introduzione di un Senato espressivo delle autonomie territoriali. Dopo aver affrontato numerose questioni teoriche, collegate alla democrazia e alla rappresentanza, alla sovranità e alla sussidiarietà, il volume cerca di dimostrare come le difficoltà e le carenze che si riscontrano non mettano certo in dubbio – anzi, piuttosto, rafforzino – l’esigenza di assicurare il raccordo tra centro e periferia e di individuare, quindi, gli strumenti oggi maggiormente idonei a realizzare la necessaria “leale cooperazione” tra territori nell’ambito dell’attuale realtà decentrata.

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B. Guastaferro, Autonomia, sovranità, rappresentanza.
L’evoluzione della forma di stato in italia e regno unito
, Padova, Cedam, 2020

Ragionando intorno a tre categorie classiche del diritto costituzionale, autonomia, sovranità e rappresentanza, lo studio offre un’accurata disamina dell’evoluzione della forma di Stato in Italia e Regno Unito, in virtù della comune natura unitaria, ma allo stesso tempo composta, di tali ordinamenti. Questi ultimi, pur fondati su una concezione unitaria (sia essa parlamentare o popolare) della sovranità, hanno sperimentato un forte decentramento, che vede le autonomie territoriali dotate di potestà legislativa. Pertanto, pur nell’innegabile differenza dei rispettivi assetti costituzionali, appartenenti a due distinte famiglie giuridiche di civil law e common law, Italia e Regno Unito si trovano ad affrontare problematiche simili: quale è il punto di equilibrio tra unità e pluralismo in un ordinamento unitario composto? Qual è il ruolo delle corti nell’assestamento di tal equilibrio? Come incidono le modalità attraverso cui il potere viene ripartito sulle modalità attraverso cui lo stesso potere viene condiviso? Nel rispondere a tali interrogativi, il volume rigetta la presunta “eccezionalità” (spesso intesa come non comparabilità) del Regno Unito e dimostra come lo studio del processo di devolution possa arricchire l’analisi sulla nostra forma di Stato e sui percorsi del regionalismo italiano. Lo studio, oltre a far luce su importanti questioni teoriche, tra cui quella della frammentazione della sovranità, del compromesso sostenibile tra autonomia e rappresentanza e delle connessioni tra principio democratico e principio autonomistico, analizza le concrete e recenti vicende (dai referendum sull’indipendenza in Veneto e in Scozia, all’incidenza di Brexit sulle asimmetrie territoriali del Regno, al fenomeno del regionalismo differenziato) che stanno mettendo a dura prova il principio di unità, spesso esaltando il ruolo del potere giurisdizionale nel garantire la tenuta unitaria degli ordinamenti.

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F. Lanchester (a cura di), Passato, presente e futuro del costituzionalismo e dell’Europa. Atti del convegno, Roma, 11-12 maggio 2018, Padova, Cedam, 2019

In un periodo in cui il riassetto degli assi geopolitici pone drammaticamente la questione dell’adeguatezza delle tradizionali forme istituzionali della convivenza su cui sono costruite le democrazie pluraliste, la riconsiderazione dei differenti significati del costituzionalismo e del percorso dello stesso dall’ordinamento medioevale, allo Stato moderno e contemporaneo fino ad arrivare alle istituzioni della globalizzazione diviene strategica e nello stesso tempo problematica anche per il futuro dell’Europa.

Il convegno su “Passato, Presente, Futuro del costituzionalismo e dell’Europa”, organizzato dalla Fondazione Paolo Galizia – Storia e Libertà e dal Master in Istituzioni parlamentari “Mario Galizia” per consulenti d’Assemblea nel maggio 2018 presso la Camera dei deputati e l’Università “La Sapienza”, si è proposto – con la partecipazione di studiosi italiani e stranieri – di riflettere sui temi del costituzionalismo e dell’integrazione europea in una prospettiva giuridica, valutando la situazione storico-spirituale degli stessi.

Gli scritti raccolti nel volume sono di: Augusto Aguilar Calahorro, Giuliano Amato, Francisco Balaguer Callejón, Marco Benvenuti, Dieter Grimm, Maria Rosaria Ferrarese, Maurizio Fioravanti, Laura Frosina, Eugenio Gaudio, Peter Häberle, Fulco Lanchester, Massimo Luciani, Jörg Luther, Giorgio Rebuffa, Paolo Ridola, Dominique Rousseau, Juan Francisco Sánchez Barrilao

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F. Venturini, Libri, lettori e bibliotecari a Montecitorio, Padova, Cedam, 2019

Nella società dell’informazione, le biblioteche parlamentari devono affrontare un futuro incerto, in bilico tra la necessità di integrarsi con i sempre più complessi servizi di ricerca e documentazione e un ruolo crescente nelle politiche di apertura e di comunicazione dei Parlamenti.

Da più di trent’anni, la Biblioteca della Camera dei deputati “Nilde Iotti” è aperta al pubblico nella sede di Via del Seminario. Non molti ricordano che, fino al 1988, era collocata all’interno di Palazzo Montecitorio, dove si stenta a credere che i lavori parlamentari potessero convivere con una Biblioteca che già allora contava 800.000 volumi.

Questo saggio ne ricostruisce la storia dalle origini, quando la Camera del Parlamento subalpino, nella prima seduta, decise di dotarsi di una raccolta di libri e di un bibliotecario nominato dall’Assemblea. Nella Camera dell’Italia liberale, nella Camera soffocata dal fascismo e nella Camera dei partiti, fino alla nascita dei moderni apparati di documentazione, la Biblioteca ha accompagnato la storia dell’istituzione, ne ha rappresentato, in parte, lo “specchio documentale” ed è stata una delle palestre di formazione di molti politici e protagonisti della cultura storica e giuridica nazionale.

La sua storia rappresenta un contributo alla storia del Parlamento italiano e, da un particolare punto di vista, offre spunti preziosi di riflessione sulle funzioni parlamentari e sulle strutture serventi, nella dinamica della Costituzione vigente.

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F. Lanchester (a cura di), Dallo Stato partito allo Stato dei partiti. E ora? Convegno in occasione dell’80° anniversario della prolusione di Vincenzo Zangara a “La Sapienza”, Roma, 29 novembre 2018, Padova, Cedam, 2019

Il volume, frutto di un Convegno tenutosi il 29 novembre 2018, affronta il tema del partito politico nello Stato di massa (democratico o non) anche sulla base dell’opera di Vincenzo Zangara, emerito di Diritto costituzionale italiano e comparato nella Facoltà di Scienze politiche dell’Università La Sapienza di Roma, il cui Archivio è stato recentemente donato dagli eredi alla Fondazione “Paolo Galizia-Storia e Libertà”.

La prolusione di Zangara al Corso di Diritto pubblico comparato (1938) costituisce il punto di partenza per un “viaggio” che, dopo il crollo del partito unico (1943), affronta in epoca repubblicana la costruzione e la crisi dello Stato dei partiti senza regole. Il volume, sulla base di un approccio storico-istituzionale, vuole riflettere sul percorso effettuato e sulle prospettive future, ribadendo come negli ordinamenti democratici, oramai frammentati dai fenomeni di innovazione tecnologica e di globalizzazione, sia indispensabile una efficiente rappresentanza in campo politico ed una opportuna regolazione delle funzioni pubblicistiche del partito politico.

Scritti di: Giuliano Amato, Salvatore Bonfiglio, Luca Borsi, Giulia Caravale, Agatino Cariola, Stefano Ceccanti, Roberto D’Orazio, Chiara Fiorelli, Massimiliano Gregorio, Piero Ignazi, Fulco Lanchester, Massimo Luciani, Oreste Massari, Giovanni Serges.

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F. Lanchester, R. D’Orazio (a cura di), Gli organi costituzionali di controllo nella storia costituzionale repubblicana. Atti del convegno in memoria di Giustino D’Orazio, Roma, Palazzo della Consulta, 20 febbraio 2017, Padova, Cedam, 2018

La giornata di studio, promossa e organizzata dalla Fondazione ‘Paolo Galizia-Storia e libertà’ e dal Master in Istituzioni parlamentari ‘Mario Galizia’ per consulenti di assemblea dell’Università “La Sapienza di Roma” in occasione del ventesimo anniversario della scomparsa di Giustino D’Orazio (1930-1997), al fine di riflettere sul tema specifico degli organi costituzionali di controllo, ha dato luogo non soltanto ad un opportuno riesame dell’opera di D’Orazio, incentrata in parte rilevante sul Presidente della Repubblica e sulla Corte costituzionale, ma ad una riconsiderazione sistemica e interorganica dell’argomento. Lo stesso, peraltro, assume nello specifico un sempre maggiore interesse, stante le difficoltà incontrate dal circuito partitico parlamentare, giunto – nel corso di questo decennio – in alcuni momenti sino all’ibernazione. I lavori di questo Convegno mostrano la necessità di riflettere, dunque, in una prospettiva non soltanto nazionale ma sul piano dell’integrazione sopranazionale e della globalizzazione sui temi del costituzionalismo contemporaneo.

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Serra - Ordinamenti giuridici a confrontoMaria Francesca Serra, Ordinamenti giuridici a confronto. La sporting exception e l’attività del professionista di fatto, Padova, Cedam, 2017

Nella difficoltà di delineare oggi una linea netta di confine tra pubblico e privato, il volume, mette a confronto, sul piano costituzionale, comunitario e privatitistico, l’ordinamento sportivo con l’ordinamento italiano e comunitario.
Il tema dell’autonomia è analizzato, nei suoi vari aspetti, attraverso la lente della prestazione del c.d. professionista di fatto.
Si toccano, quindi, i temi delle autonomie sociali, delle associazioni non profit, della responsabilità sociale d’impresa.
Il principio della sporting exception, ormai riconosciuto anche a livello comunitario, impone di tener conto della specificità dello sport e della difficile composizione tra le sue molteplici finalità – culturali, sociali, sanitarie, di strumento per la pace e solidarietà tra i popoli, e molte altre – e la sua crescente commercializzazione.

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L'europeizzazione dei parlamenti nazionaliSimone Benvenuti, L’europeizzazione dei parlamenti nazionali. Prospettive dall’Europa centro – orientale (Slovenia, Ungheria, Croazia), Padova, Cedam, 2017

Attraverso l’esame approfondito dell’europeizzazione di tre parlamenti dell’area centro-orientale, il volume offre la prospettiva di ordinamenti de­boli della periferia europea, spesso negletti dagli studi prevalentemente fo­calizzati sulle esperienze consolidate o più risalenti. Ne esce l’immagine di una problematica europeizzazione organizzativa e procedurale derivante dal Trattato di Lisbona, radicata nei tortuosi percorsi di costruzione statuale e ancorata a fattori di natura istituzionale, politica e strutturale. Dal carattere recessivo della realtà dei tre parlamenti derivano l’incapacità di agire “politi­camente”, la prevalenza di approcci di difesa nazionale e burocratici e asim­metrie nella capacità di determinazione dell’indirizzo politico della polity europea. L’analisi porta a sostenere la stretta connessione tra l’esigenza di ridefinire il ruolo dei parlamenti nazionali e l’urgenza di una riforma istitu­zionale del sistema europeo verso soluzioni di tipo federale.

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Gianluigi Fioriglio, Democrazia elettronica. Presupposti e strumenti, Padova, Cedam, 2017

La e-democracy costituisce una forma di procedimentalizzazione istituzionalizzata di strumenti di democrazia diretta, partecipativa e “dibattimentale” finalizzati a consentire un esercizio della sovranità popolare in maniera più o meno mediata in ambiti specifici, con poteri sia consultivi sia deliberativi. La e-democracy, infatti, può consentire al démos di esprimere in modo effettivo e diretto la propria volontà nel rispetto dei principi e dei valori costituzionali, realizzando così l’ideale democratico, o, al contrario, ostacolandolo. Nella Società dell’informazione, infatti, la tecnologia può portare o a un potenziamento dei principi e dei valori democratici, o alla loro negazione od affievolimento; dove né il démos politico né quello sociale riescono a far sentire la propria voce.
Il volume, frutto di una ricerca pluriennale, approfondisce, quindi, una molteplicità di problematiche teoriche, facendo riferimento all’informatica non solo nei termini di uno strumento utilizzabile per giungere a un démos realmente attivo e partecipativo, ma anche di un meccanismo che può permettere ai poteri pubblici e privati di influenzarne la volontà se non, addirittura, di controllarlo. Il libro delinea, quindi, tre modelli di democrazia elettronica: ideale, distopico e realistico. Essi aspirano a mostrare le possibili evoluzioni e involuzioni della democrazia, alla luce del dibattito dottrinale in materia, affinché la tecnologia non sia un’arma di dominio bensì una chiave per una sua evoluzione che porti a risolvere le problematiche che la affliggono, ponendo il démos al centro di una nuova agorà digitale multilivello.

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Fulco Lanchester (a cura di), Costantino Mortati. Potere costituente e limiti alla revisione costituzionale, Padova, Cedam, 2017

A trenta anni dalla scomparsa di Costantino Mortati (Corigliano Calabro, 1891-Roma, 1985) e a settanta dalla pubblicazione del Suo primo volume dell’immediato secondo dopoguerra (La Costituente, Roma, Darsena, 1945) il Convegno Potere costituente e limiti alla revisione costituzionale (Camera dei deputati, 13 dicembre 2015) ha cercato di attualizzare una simile problematica nell’ambito del processo costituzionale contemporaneo. L’iniziativa, promossa dalla Fondazione Paolo Galizia-Storia e Libertà e dal “Master in Istituzioni parlamentari Mario Galizia per consulenti di assemblea”, ha voluto evidenziare la tensione tra Costituzione formale e soggetti politicamente rilevanti all’interno dei processi di integrazione sovranazionale e di globalizzazione. Essa ha approfondito un tema teorico e pragmatico di persistente e fondamentale importanza per il costituzionalismo contemporaneo con relazioni di: Giuliano Amato, Vincenzo Atripaldi, Gaetano Azzariti, Francisco Balaguer Callejón, Olivier Beaud, Roberto Borrello, Luca Borsi, Stefano Ceccanti, Enzo Cheli, Riccardo Chieppa, Roberto D’Orazio, Tommaso Edoardo Frosini, Eugenio Gaudio, Dieter Grimm, Paolo Grossi, Fulco Lanchester, Oreste Massari, Roberto Nania, Alessandro Pace, Teresa Serra.

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Prima serie – Pubblicata dall’editore Giuffrè


parlamenti nazionali e unione europea nella governance multilivelloFulco Lanchester (a cura di), Parlamenti nazionali e Unione Europea nella governance multilivello, Milano, Giuffrè 2016

Il volume raccoglie gli atti del Convegno internazionale “Parlamenti nazionali e Unione europea nella governance multilivello”, tenutosi il 12 e il 13 maggio 2015 presso la Sala della Regina della Camera dei Deputati. Aperto da una relazione generale di Dieter Grimm, il Convegno, concluso da una relazione di sintesi di Peter Häberle, si inserisce nell’ambito dell’omonimo progetto PRIN 2010-2011 sui parlamenti nazionali ed il parlamento europeo, coordinato da Fulco Lanchester, che il gruppo di Roma (Università “La Sapienza”) sta portando avanti con le unità di Milano (Prof.ssa Paola Bilancia), Napoli (Prof.ssa Anna Papa), Pisa (Prof. Antonio Zorzi Giustiniani), Siena (Prof.ssa Michela Manetti). Scopo della ricerca è verificare se il processo di de-parlamentarizzazione delle Assemblee legislative nazionali, a causa dell’aumento delle competenze dell’Unione e dei fenomeni di internazionalizzazione e globalizzazione, sia stato invertito o perlomeno limitato dal maggiore coinvolgimento che il Trattato di Lisbona ha previsto per le stesse. Il volume raccoglie trentasei contributi di costituzionalisti italiani e stranieri (europei e latinoamericani) sul tema in oggetto.


Economia e Stato costituzionaleFrancesco Saitto, Economia e Stato costituzionale, Milano, Giuffrè 2015

Il libro esamina – in prospettiva storica e comparata – i rapporti tra il Grundgestez tedesco e l’economia. Superando impostazioni risalenti, il volume analizza in modo integrato le diverse facce della “Costituzione economica”, delineando un articolato poliedro, risultato di forze e prospettive ideali diverse, ma convergenti e tra loro correlate. La complessa elaborazione teorica e procedimentale delle decisioni di bilancio e i problemi della perequazione tra Länder sono quindi ricondotti alle grandi scansioni ideali che hanno forgiato la cultura economica e costituzionale tedesca, da cui hanno preso forma anche le libertà economiche – il loro impianto normativo e la loro trattazione giurisprudenziale – e la concreta regolazione dell’economia privata.
Dopo aver dato conto della storica centralità che sin dall’Ottocento hanno gli studi economici nel contesto tedesco e aver ripercorso l’esperienza della Repubblica di Weimar, il libro si confronta con il dibattito costituzionalistico in materia di “Costituzione economica” e di “Costituzione finanziaria” fino ai più recenti sviluppi che, passando per le riforme che hanno introdotto il c.d. Schuldenbremse (il c.d. “freno all’indebitamento”), hanno messo in discussione gli stessi equilibri politici dell’Unione europea.


024194174Giuliano Amato, Fulco Lanchester (a cura di), La riflessione scientifica di Piero Alberto Capotosti, Milano, Giuffrè 2015

Piero Alberto Capotosti (San Benedetto del Tronto 1° marzo 1942- Cortina d’Ampezzo, 12 agosto 2014), emerito di Istituzioni di diritto pubblico dell’Università “La Sapienza”, è stato – fra l’altro – Presidente della Corte Costituzionale e vice-presidente del CSM. Il Convegno organizzato dal Dipartimento di Scienze politiche e dal Dottorato in Diritto pubblico, comparato e internazionale su La riflessione scientifica di Piero Alberto Capotosti sulla forma di governo si inserisce nell’ambito delle numerose iniziative volte a rievocarne la figura e l’opera, sia sul piano della riflessione scientifica, sia nella giurisdizione, sia nell’attività pubblicistica. L’attenzione dei relatori (Giuliano Amato, Francesco S. Bertolini, Beniamino Caravita di Toritto, Enzo Cheli, Antonio D’Atena, Ugo De Siervo, Francesco D’Onofrio, Eugenio Gaudio, Fulco Lanchester, Roberto Nania, Gaetano Silvestri) si è soffermata sulla attualità del metodo realistico adottato da Piero Alberto Capotosti, sulla scia dell’insegnamento dei suoi Maestri Carlo Lavagna e Leopoldo Elia, nella verifica delle invarianze e dei problemi che la modificazione della realtà ordinamentale impone all’attività interpretativa del giurista.


F5135605ulco Lanchester, Le istituzioni costituzionali italiane tra globalizzazione, integrazione europea e crisi di regime, Milano, Giuffrè 2014

In questo volume, suddiviso in tre parti, sono collegate le riflessioni dell’A., operate nell’ultimo triennio, sulla crisi italiana contemporanea, necessariamente inquadrate, sotto una prospettiva storica, nell’ambito del contesto globale ed europeo. Nella prima parte vengono analizzate, in maniera sintetica, le conseguenze della riqualificazione dei rapporti geopolitici che fanno da sfondo alla trasformazione istituzionale degli ordinamenti di democrazia pluralista, con l’aprirsi dagli anni Settanta in poi di nuovi scenari per lo Stato sociale e per le forme di Stato di democrazia pluralista, soprattutto nel complesso ambito europeo. Nella seconda parte del volume vengono affrontati i temi relativi alle trasformazioni della rappresentanza in campo politico, ovvero nel livello in cui si esercita l’allocazione autoritativa dai valori, con particolare attenzione al ruolo che negli ordinamenti di massa di democrazia pluralista assumono i partiti politici e la loro regolazione. Nella terza parte è operato, infine, un sintetico monitoraggio della querelle italiana in materia di sistema elettorale in senso stretto, rilevando – da un lato – i pericoli di una visione volta alla mera formazione di maggioranze stabili, dall’altro confermando che, nel bilanciamento tra le esigenze di rappresentanza e di governabilità, debba corispondere la necessità di mantenere gli standard indispensabili di democraticità e di equilibrio che il costituzionalismo persegue al di là di qualsiasi tipo di ideologia


Fulco Lanchester (a cura di), La “Sapienza” del giovane Leopoldo Elia 1948-1962, Milano, Giuffrè 2014

Questo volume – frutto di un Convegno promosso nel febbraio del 2014 dalla Fondazione Paolo Galizia – Storia e Libertà e dal Dipartimento di Scienze politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma- prende lo spunto dal primo quindicennio di attività (nell’allora unico Ateneo romano) del giovane Leopoldo Elia (1924-2008), che, laureatosi nel 1947, iniziò la propria carriera accademica presso la Facoltà di Scienze politiche, prima con Vincenzo Gueli e poi con Costantino Mortati. In particolare, il volume intende analizzare il passaggio di testimone nell’Università di Roma tra la generazione, che fino all’inizio degli anni Cinquanta ha caratterizzato il settore giuspubblicistico, e quella formatasi durante gli anni Trenta. In una simile prospettiva esso approfondisce anche la dinamica della tradizione giuspubblicistica italiana, costituita dall’intrecciarsi continuo tra indirizzo formalistico e prospettiva realistica sia per quanto riguarda il diritto pubblico generale che quello interno ed internazionale, nell’ambito dello sviluppo della della Università di Roma, che dal 1870 agli anni Settanta del secolo successivo ha caratterizzato in maniera decisiva lo sviluppo della cultura giuridica italiana. Il suddetto ruolo divenuto sempre più palese dagli Ottanta del secolo XIX, si è collegato con le aspirazioni del ceto politico e della classe dirigente del periodo liberale oligarchico, del fascismo e del primo ventennio della Costituzione repubblicana. Nel secondo dopoguerra l’Ateneo romano si è confermato infatti, anche per le sue dimensioni, una significativa cartina di tornasole dei cambiamenti della cultura accademica nel campo del diritto pubblico, in stretta connessione con la dinamica dell’ordinamento politico costituzionale. In questa specifica prospettiva viene, dunque, maggiormente illuminata l’opera di Leopoldo Elia, dei suoi Maestri, dei colleghi e degli allievi. Scritti di: Giuliano Amato, Gaetano Azzariti, Augusto Barbera, Fernanda Bruno, Giulia Caravale, Sabino Cassese, Stefano Ceccanti, Carlo Curti Gialdino, Antonio D’Atena, Francesco Durante, Maurizio Fioravanti, Paolo Grossi, Fulco Lanchester, Roberto Miccù, Roberto Nania, Paolo Pombeni, Paolo Ridola, Teresa Serra.


5135605Fulco Lanchester (a cura di), Regolamenti parlamentari e forma di governo: gli ultimi quarant’anni, Milano, Giuffrè 2013

Il ciclo di seminari pubblicati in questo volume esamina, in modo sistematico, i quaranta anni che ci separano dall’entrata in vigore dei regolamenti parlamentari del 1971 con un’analisi dedicata a ciascuno dei quattro decenni trascorsi, cui si aggiunge una riflessione complessiva sotto l’angolo di prospettiva dell’apparato funzionariale delle Camere. L’iniziativa ha alla sua base tre ipotesi fondamentali: in primo luogo, che storia costituzionale italiana e storia della Costituzione repubblicana possano essere analizzate in modo efficace anche attraverso la dinamica dei regolamenti parlamentari; in seconda istanza, che gli stessi regolamenti costituiscano uno dei principali indicatori della dinamica della forma di governo nell’ambito degli ordinamenti liberali oligarchici e liberaldemocratici di massa; infine, che l’asserita continuità dei regolamenti delle Camere debba essere valutata nel tempo, tenendo conto che le tecniche istituzionali modificano il proprio valore quando cambi la forma di Stato e la forma di regime. Hanno partecipato: Andrea Manzella, Marco Pannella (Anni Settanta); Silvio Traversa, Sergio Mattarella (Anni Ottanta); Paolo Armaroli, Luciano Violante, Giorgio Rebuffa (Anni Novanta); Pier Ferdinando Casini, Francesco D’Onofrio, Teresa Serra (ultimo decennio); Ugo Zampetti, Antonio Malaschini, Vincenzo Lippolis, Alessandro Palanza (il punto di vista dell’apparato delle Camere).


5135605Gazzetta Cristina, Terrorismo, emergenza e diritti fondamentali nella prospettiva comparata. Il caso Israele, Milano, Giuffrè 2013

Al fine di comprendere quale sia il rapporto tra emergenza e diritti fondamentali nel caso di attacchi terroristici, il volume analizza le misure adottate da alcuni ordinamenti statuali allo scopo di mantenere la sicurezza pubblica nel rispetto della dignità della persona e della garanzia del diritto alla difesa di ciascuno individuo. Attraverso le recenti esperienze di Stati Uniti, Germania, Regno Unito e Canada l’A. verifica i diversi criteri e le concrete modalità adottati dai differenti legislatori nazionali per bilanciare la tutela delle libertà personali con la garanzia della sicurezza. Risulta approfondito con particolare attenzione il casi di Israele, dove la Corte Suprema isrealiana, partendo dalla fondamentale necessità di difesa della democrazia, ha costantemente affermato che la lotta al terrorismo dovrà sempre rispettare il principio di legalità, non potendo in alcun caso lo Stato utilizzare a tal fine metodi e strumenti propri di quel terrore che lo Stato stesso vuole sconfiggere.


Fulco Lanchester (a cura di), La Costituzione degli altri. Dieci anni di trasformazioni in alcuni ordinamenti costituzionali stranieri, Milano, Giuffrè 2012

La velocità del cambiamento della realtà costituzionale contemporanea è, molto spesso, pari all’incapacità di comprenderla per mancanza di dati di fatto che contribuiscano a descriverla. Questo volume collettaneo, che si occupa dei concreti cambiamenti avvenuti in nove ordinamenti costituzionali contemporanei nell’ultimo decennio, ha sullo sfondo il mutamento di scenario verificatosi perlomeno negli scorsi quaranta anni. Ne viene fuori un affresco, utile e variegato, per intendere alcune delle principali tendenze del costituzionalismo contemporaneo, che la rivista “Nomos. Le attualità nel diritto” sta monitorando da tempo e che intende approfondire allargando sempre più i confini delle proprie analisi.


Gabriele Maestri, I simboli della discordia. Normativa e decisioni sui contrassegni dei partiti, Milano, Giuffrè 2012

Un partito si identifica con il nome, con la sigla, ma soprattutto con il suo simbolo. La legge se ne occupa assai poco (così come trascura volutamente i partiti politici) e dedica all’argomento solo alcune norme della disciplina elettorale. Eppure negli anni varie formazioni politiche si sono più volte scontrate tra di loro per la titolarità di un contrassegno, oppure con il Ministero dell’Interno (o le altre autorità competenti) per l’uso di un emblema alle elezioni; il tutto mentre i segni distintivi dei partiti sono diventati in tutto simili ai marchi. Questo volume traccia una sorta di “atlante giuridico” dei simboli politici, analizzando le norme e la loro genesi, ma – soprattutto – esaminando le decisioni dei giudici e degli uffici elettorali, che hanno dato alle regole un contenuto concreto.


Laura Frosina, Cooperazione e raccordi intergovernativi. Le esperienze italiana e spagnola tra dimensione nazionale e Unione europea, Milano, Giuffrè 2012

Il volume affronta il tema della cooperazione e dei raccordi intergovernativi negli ordinamenti policentrici contemporanei, prendendo ad esame le esperienze costituzionali italiana e spagnola. Si sofferma, in particolare, ad analizzare il funzionamento e l’evoluzione del sistema delle Conferenze Stato-autonomie territoriali nei due ordinamenti, in connessione con i problemi derivanti dall’assenza di una Camera di rappresentanza territoriale e nella prospettiva di una più stretta integrazione europea. L’analisi compiuta evidenzia l’esigenza di una rimodulazione del sistema dei cecks and balances all’interno delle esperienze esaminate, per preservare gli equilibri costituzionali e attenuare i rischi di antidemocraticità legati al rafforzamento del modello intergovernativo.


Carlo Curti Gialdino, Il diritto di replica alle conclusioni degli avvocati generali della Corte di giustizia dell’Unione europea, Milano, Giuffrè 2012

Il principio del contraddittorio nel processo implica il diritto per le parti di prendere conoscenza degli elementi presentati al giudice e di discuterli, pure nel caso in cui detti elementi provengano da un magistrato indipendente ed imparziale, data la loro innegabile influenza sulla decisione giudiziale. Il lavoro si propone di sottoporre a vaglio critico la giurisprudenza delle Corti di Lussemburgo e di Strasburgo sul diritto di replica alle conclusioni dell¿avvocato generale della Corte di giustizia dell’Unione europea. Ciò anche al fine di indicare soluzioni operative, modellate su quanto sperimentato nei sistemi processuali nazionali, in modo spontaneo o condizionato dall’interpretazione resa dalla Corte di Strasburgo in relazione all¿art. 6, par. 1 della Convenzione per la salvaguardia dei Diritti dell’Uomo e delle Libertà fondamentali (CEDU), con riguardo ai magistrati dell’ufficio del pubblico ministero avanti alle Corti di Cassazione ed al commissaire du gouvernement del Consiglio di Stato francese. Soluzioni suscettibili di assicurare non solo de lege ferenda ma anche a diritto costante l’effettiva tutela del principio del contraddittorio, elemento chiave dell’equo processo, che l’Unione europea e le sue istituzioni sono tenute a rispettare ai sensi dell’art. 6, par. 3 del TUE e dell’art. 47 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea. Gli indicati profili sono esaminati anche alla luce della progettata adesione dell’Unione europea alla CEDU.


Alessandro Gigliotti, La responsabilità del Capo dello Stato per gli atti extrafunzionali, Milano, Giuffrè 2012

Negli ordinamenti contemporanei, all’assunzione di potere politico corrisponde normalmente una piena responsabilità per il proprio operato di fronte al potere giudiziario. Tuttavia, i titolari di cariche politiche hanno sempre goduto di sfere di irresponsabilità e ancora oggi, benché il potere giurisdizionale sia ormai indipendente, si avverte l’esigenza di tutelare gli organi costituzionali attraverso appositi istituti di garanzia, che si estendono talora anche ad atti e comportamenti privi di legame diretto con l’esercizio delle funzioni. Il presente volume traccia un quadro dell’evoluzione storica del regime di responsabilità dei Capi di Stato, volgendo poi lo sguardo agli ordinamenti contemporanei e mettendo in luce i profili problematici della responsabilità per gli atti extrafunzionali, in particolar modo in quegli ordinamenti, quali l’Italia e la Francia, in cui tale aspetto si è rivelato maggiormente controverso.


Fulco Lanchester, Francesco Brancaccio (a cura di), Weimar e il problema politico-costituzionale italiano, Milano, Giuffrè 2012

Questo volume, originato dal Convegno Weimar e il problema politico-costituzionale italiano (Roma, Camera dei deputati, 19 ottobre 2009), analizza in particolare il complesso rapporto che lega, nel corso del tempo, la classe dirigente italiana con l’esperienza tedesca ed in special modo quella weimariana. Esso intende fornire ulteriori possibilità di riflessione per comprendere l’attuale crisi europea, dove il ruolo della Germania viene ad assumere caratteristiche che solo la prospettiva storica riesce a far comprendere appieno. I contributi di Dieter Grimm e di Bernd Sösemann chiariscono non soltanto come la ricostruzione istituzionale tedesca abbia guardato al caso weimariano per evitarne i supposti errori, ma soprattutto come la storiografia abbia articolato nel tempo una serie di letture adeguate con gli ambiti in cui le stesse venivano effettuate. Gli apporti italiani hanno portato avanti l’analisi dell’esperienza weimariana sulla base di fasi temporali significative (Fulco Lanchester, Giorgio Rebuffa, Fernanda Bruno, Paolo Ridola), ma hanno anche riflettuto sul contributo di quel laboratorio al dibattito nazionale (Umberto Romagnoli, Vincenzo Atripaldi, Alessandro Campi, Francesco Brancaccio, Michele Surdi e Tommaso Gazzolo). La Tavola rotonda (cui hanno partecipato Piero Alberto Capotosti, Francesco D’Onofrio, Domenico Fisichella, Luciano Violante) ha messo, infine, in evidenza, la difficoltà italiana a divenire una democrazia normale.


Jan Sawicki, La funzione normativa nell’esperienza della Polonia. Continuità e mutamenti nella trasformazione della forma di Stato e di governo, Milano, Giuffrè 2012

Questo volume analizza le trasformazioni che hanno portato al mutamento della forma di Stato attraverso un processo costituente, esaminando l’evoluzione del sistema delle fonti normative e la funzione di cui esse sono espressione. Si tratta di un peculiare approccio per indagare una transizione, come quella della Polonia a partire dagli anni Ottanta, che ha visto un ordinamento socialista evolvere per tappe incrementali, e in modo complessivamente riuscito, in uno Stato costituzionale a ispirazione liberaldemocratica, fino ad approdare alla Costituzione del 1997. A condizione di non perdere di vista mutamenti circostanti della forma di governo, del regime e del sistema politico, l’ottica della funzione normativa non neutralizza quei fenomeni, ma ne mette semmai in evidenza alcuni aspetti sostanziali. Il preesistente Tribunale costituzionale, lungi dal costituirsi in guardiano dell’ordinamento socialista, ha finito in modo inatteso e paradossale per contribuire all’avvio del cambiamento della forma di Stato, e dunque della Costituzione materiale, garantendo quest’ultima rispetto a quella formale (risalente al 1952). Il suo ruolo nella protezione di principi tradizionali quali la riserva di legge e la legalità (tipici dello Stato di diritto legislativo ma non negati da quello socialista) ha infatti gettato le basi per una rilettura delle fonti già esistenti capace di modificarne il significato, in modo poco ortodosso rispetto alle basi ideologiche di cui doveva ergersi a custode, e fornendo un apporto pienamente creativo al nuovo ordinamento. L’esperienza della Polonia dimostra inoltre la non indispensabilità di ricorrere a fonti primarie (parificate ma distinte dalla legge formale), a maggior ragione se si considera la mole di cambiamenti sociali ed economici cui l’ordinamento polacco è stato sottoposto negli ultimi due decenni.