Valentina Carlino, Ungheria: le autorità indipendenti e la “democratic erosion”

A seguito della caduta dei regimi comunisti in Europa centro-orientale, il processo ungherese di transizione verso la democrazia ha rappresentato un’esperienza singolare; com’è noto, lo Stato magiaro è stato, assieme alla Polonia, l’unico dell’area geografica a non adottare formalmente una nuova Costituzione. La Tavola rotonda alla quale hanno preso parte i maggiori partiti politici del Paese ha infatti mantenuto il testo costituzionale di matrice sovietica del 1949. Nonostante ciò, la volontà emersa dagli accordi politici ivi raggiunti ha chiaramente indicato la via della democrazia, sì che la Costituzione è stata revisionata profondamente, in una maniera tale per cui, per taluni studiosi, pare possibile parlare di una “Costituzione del 1989”. Quella ungherese è spesso indicata come una delle transizioni post 1989 di maggior successo, capace di garantire gli elementi essenziali a una democrazia costituzionale.

Il testo del 1949, con le importanti revisioni a cui si è accennato, è riuscito ad assicurare al Paese elezioni libere, un sistema funzionante di pesi e contrappesi, la tutela dei diritti fondamentali. Per questo, appare significativo che proprio l’Ungheria sia da molti ritenuta il primo caso di studio di un Paese interessato da un’involuzione da democrazia consolidata a democrazia cd. illiberale. La graduale e consensuale transizione magiara, che aveva portato all’affermazione di una democrazia stabilizzata nel Paese, ha infatti subito una repentina e decisa inversione di rotta, allontanandosi da quegli standard del costituzionalismo precedentemente abbracciati, nonché dall’acquis comunitario al quale il Paese si era vincolato a partire dal 2004, divenendo membro dell’Unione Europea. Tale democratic backsliding – per usare una delle molteplici espressioni coniate in dottrina per inquadrare il fenomeno – ha avuto avvio nel Paese a partire dal 2010, con la vittoria elettorale della coalizione di destra “Unione civica ungherese”, formata dai partiti FIDESZ (Federazione dei giovani democratici, guidato da Viktor Orbán) e KDNP (democristiani). La nuova maggioranza politica ha immediatamente avviato una serie di riforme, culminate con l’adozione della nuova Legge Fondamentale nel 2011, tutte volte a dare forma concreta al progetto politico […]

 

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Sommario: 1. Introduzione. La democrazia ungherese: dalla transizione all’involuzione. 2. La trasformazione populista. 3. Le autorità indipendenti e la horizontal accountability. 4. La “cattura” della Commissione elettorale. 5. La riforma del sistema degli ombudsman. 6. Il settore dei media: un’Autorità potente al servizio del potere. 7. Conclusioni: le autorità indipendenti di garanzia come chiave di lettura del sistema ungherese attuale.

 

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