SPAGNA: Laura Frosina, La “contrarreforma” di Rajoy. Cronache dalla Spagna, gennaio-aprile 2012

I primi mesi della X legislatura (2011-) hanno avviato un nuovo ciclo di riforme in Spagna in un quadro politico completamente rinnovato, segnato dal predominio del Partito popolare (Pp) tanto a livello nazionale che autonomico, in cui però la principale protagonista ha continuato ad essere la crisi. La stabilizzazione finanziaria e la crescita economica sono stati i principali obiettivi che hanno guidato l’azione del Governo di Mariano Rajoy nel quadro di un nuovo e più complesso assetto della governance economica definito nell’Unione europea. La situazione di straordinaria emergenza economica ha imposto l’utilizzo di nuovi strumenti e procedure che hanno avuto inevitabilmente un forte impatto sulle dinamiche riformiste degli Stati membri. In linea con gli impegni assunti a livello europeo, il Governo di Mariano Rajoy si è fatto promotore di politiche economiche molto austere e rigorose per promuovere il risanamento finanziario del Paese, seguendo la strada tracciata nella riforma costituzionale approvata unitamente al Psoe pochi mesi prima. Al centro di questa manovra è stato posto il disegno di legge organica di stabilità di bilancio e sostenibilità finanziaria, attualmente in corso di approvazione al Senato. Il progetto normativo si prefigge ambiziosi obiettivi di contenimento del deficit pubblico, fino al traguardo del deficit 0 per l’anno 2020, al fine di dare attuazione al principio del pareggio di bilancio previsto dal novellato articolo 135 della Costituzione. A tali politiche Rajoy ha affiancato diverse riforme strutturali per rilanciare la crescita economica e contrastare la disoccupazione che sono state ampiamente contestate a livello politico e sociale. In particolare la riforma del mercato del lavoro, approvata con decreto legge n. 3 del 2012 e ora in corso di conversione in legge al Congresso dei Deputati, ha suscitato un largo clamore e scontento sociale per l’introduzione di una larga flessibilità lavorativa e salariale e di forme semplificate e meno onerose di licenziamento.

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